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Salmonella bacterium drawn on eggsI consumatori tedeschi temono alcuni tipi di contaminazioni e l’inquinamento ambientale, ma sanno poco riguardo ai pericoli associati al cibo, se si escludono le infezioni più comuni, ovvero quelle da Salmonella. Su alcuni argomenti la conoscenza è aumentata rispetto all’anno scorso, e in generale cresce la voglia di avere informazioni, ma su altri è rimasta molto bassa, quando non diminuita. È un quadro in chiaroscuro quello emerso dal Consumer Monitor dell’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (BfR), che ogni sei mesi interroga un migliaio di cittadini con più di 14 anni per verificare la percezione dei rischi. 

In cima alla classifica dei timori si trovano le salmonellosi, gli alimenti OGM e le microplastiche, ma molti sottostimano o ignorano i rischi presenti nelle loro cucine e solo uno su tre conosce l’esistenza del Campylobacter, uno dei principali responsabili delle infezioni gastro-intestinali trasmesse dagli alimenti. Le paure comunque non sono molto elevate: tre quarti dei consumatori intervistati ritiene che ciò che mangia sia sicuro.

La classifica dei dieci fattori di rischio considerati peggiori, vede in vetta il fumo, seguito da una dieta sbagliata, dall’inquinamento ambientale, dall’alcol e dal cibo poco sano. Nella seconda parte della top ten si trovano poi il mancato accesso al servizio sanitario, gli stili di vita sbagliati, la sedentarietà, i fumi dei motori diesel, mentre l’ultimo posto (oltre ai “non so”) è riservato a generici problemi collegati all’agricoltura. 

Se si verifica il livello di informazione, la situazione diventa ancora più chiara, e il lato più carente – ovvero quello relativo alla sicurezza alimentare – emerge con evidenza. Infatti, il 96% degli intervistati conosce la Salmonella, il 91% gli OGM e l’88% le microplastiche. L’85% ha familiarità con la resistenza agi antibiotici, l’84% con il rischio di residui di pesticidi e l’83% con quello di un trasferimento di alluminio dalle confezioni dei cibi. E ancora l’81% dei consumatori conosce la CO2 e l’80% il glifosato. Il 70% ha sentito parlare delle micotossine, ma solo la metà (il 54%) del rischio associato al fipronil nelle uova o nel pollo, e solo uno su quattro (il 26%) del Campylobacter. La situazione è poi ancora peggiore per l’editing genetico: sa di che cosa si tratta solo il 13% degli intervistati, e questo è grave perché nei prossimi anni, con ogni probabilità, i cittadini europei – tedeschi inclusi – si dovranno esprimere sul tema, soprattutto in ambito alimentare-agricolo. 

Tra i timori principali dei consumatori tedeschi figurano gli OGM, ma pochi conoscono l’editing genetico

Percentuali analoghe si ritrovano quando, su questi argomenti, si fanno domande relative al pericolo percepito: più di tutto fa paura la resistenza agli antibiotici, seguita dalle microplastiche, dai pesticidi, dal glifosato, dagli OGM, dalla Salmonella, dalla scarsa igiene nella catena alimentare, dall’alluminio e dalle micotossine. Ma il fipronil è temuto solo dal 12% della popolazione, e l’igiene nella propria cucina soltanto dal 6% (mentre il 45% non vede pericoli in quella sede), il Campylobacter dal 7%, la CO2 dal 14% e l’editing genetico dal 2% dei partecipanti.

Un altro dato interessante è quello relativo all’andamento della sicurezza alimentare: il 42% pensa che sia in diminuzione, e solo il 16% che sia in crescita. Allarmante il dato sulle autorità che dovrebbero occuparsene: il 47% non si fida affatto o tende comunque a non fidarsi.

Come emerge chiaramente, ci sono alcuni temi che hanno fatto breccia nell’opinione pubblica, come quello della contaminazione da microplastiche. Ma ce ne sono altri, non meno preoccupanti, come quello della diffusione dei batteri resistenti e delle tossinfezioni alimentari causate da pratiche sbagliate nella preparazione domestica del cibo, sui quali la consapevolezza è ancora scarsa, per non parlare della contraddizione evidentissima in ambito genetico: molti tedeschi mettono in cima alle paure gli OGM e pochissimi sanno che cos’è l’editing genetico, che secondo molti esperti potrebbe davvero salvare il sistema di produzione alimentare dalla crisi imminente e non ha nulla a che vedere con le piante transgeniche del passato.

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Marco
Marco
20 Giugno 2019 10:53

La popolazione ha una conoscenza inesatta dei temi della salute per insufficiente diffusione della comunicazione da parte degli organismi pubblici. I mezzi di comunicazione spesso accolgono messaggi falsi per ignoranza o peggio per interesse economico. La diffusione delle conoscenze per la tutela della salute dovrebbe essere un compito degli enti pubblici, ma questi, per interesse dei politici e delle aziende produttrici, non si assumono tale onere. Il governo dovrebbe effettuare campagne di informazione su questi temi: se non erro, i messaggi da organi del governo sono gratuiti. Spesso sono celebri esperti, che trasmettono notizie false o per ignoranza (molto improbabile) o per interesse personale (molto probabile).
Tonnellate di crema spalmabile al cacao e nocciola sono ingurgitate, migliaia di ettari di foresta tropicale sono distrutti, miliardi di bottiglie di plastica prodotte: quale sarà l’esito finale?
Una domanda: le bottiglie ecologiche non dovrebbero rilasciare microplastiche, quindi sono più sicure di quelle di plastica?

Roberto La Pira
Reply to  Marco
20 Giugno 2019 16:16

Le campagne pubblicitari dei vari ministeri sulla Rai non sono gratuite