Gentile dott. Bernardo Caprotti,
Il Fatto Alimentare da tempo invita le catene di supermercati a dare maggiori informazioni sui prodotti ritirati dagli scaffali perchè contaminati o ritenuti non più commestibili. Episodi recenti, come la supposta contaminazione da botulino dei vasetti di pesto, non hanno certo dimostrato un comportamento adeguato dei supermercati nei confronti dei consumatori, considerando la gravità dei fatti. Le regole in questi casi sono chiare: comunicare ai consumatori l’allerta utilizzando tutti i mezzi a disposizione.
So che il vostro lo staff ha inviato migliaia di sms a una parte degli acquirenti, ma non basta. L’allerta era molto seria (di botulismo si può morire) e bisognava mettere in rete l’annuncio oltre a fare un comunicato stampa. Per fortuna dopo 4 giorni l’allarme è rientrato. Un’analoga strategia è stata adottata da Coop e Conad.
All’estero altre catene di supermercati come Tesco e Sainsbury’s, Carrefour e Auchan pubblicano ogni giorno le allerta. In Italia da qualche mese Auchan e Carrefour hanno iniziato a pubblicare on line gli avvisi dei ritiri, anche se in modo incompleto. Il nostro sito ha promosso una petizione su questo problema raccogliendo oltre 9 mila firme ed è stata fatta un’interrogazione parlamentare al Ministro della sanità.
Ecco la risposta
Esselunga dispone di procedure specifiche che disciplinano il ritiro e l’eventuale richiamo dei prodotti non conformi ai requisiti di sicurezza, così come previsto dal Reg. CE 178/2002. La procedura specifica è inserita nei Manuali di Autocontrollo dei Centri di Produzione e dei Negozi, quindi approvata anche dalle Autorità preposte ai controlli in ambito di Reg. CE 178/02. In caso di richiamo dal mercato, tali procedure prevedono la valutazione di specifiche modalità di avviso al consumatore, scelte sulla base di un criterio di rapidità ed efficacia.
Ufficio stampa Esselunga
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