Negli ultimi 15 giorni Coldiretti ha diffuso 36 comunicati stampa, di cui 7 sul maltempo in Italia. L’ultimo riguarda lo sfruttamento minorile nelle coltivazioni di caffè, nocciole e agrumi in Turchia e di cipolle e zucchine in Messico. Premesso che sarebbe interessante sapere quante cipolle e zucchine importiamo dal Messico, quello che balza all’occhio è la distrazione che regna nell’ufficio stampa della lobby degli agricoltori. Tra le 36 notizie Coldiretti dimentica la questione dei 2,5 milioni di prosciutti di Parma e San Daniele, che negli ultimi 10 mesi sono finiti illecitamente nei prosciuttifici a stagionare e che tra pochi mesi saranno in vendita nelle salumerie di mezza Italia.
Il problema sollevato da Il Fatto Alimentare un anno fa, è stato ripreso a fine maggio anche in un servizio di Report sulla Rai. Premesso che il problema dello sfruttamento minorile è serio, così come quello nostrano del lavoro in nero, è lecito sollevare dei dubbi sulla rilevanza dell’impatto delle cipolle e delle zucchine importate dal Messico sull’economia agro alimentare italiana…
C’è da chiedersi come mai sia sfuggito al presidente di Coldiretti Ettore Prandini una faccenda come lo scandalo di Prosciuttopoli. Una vicenda che coinvolge centinaia di allevamenti e rischia di rovinare l’immagine di uno dei prodotti top del made in Italy, esportato in tutto il mondo. Delude Prandini quando non prende le difese degli allevatori e dei prosciuttifici onesti contro quelli che stanno rovinando il mercato. Perché il presidente di Coldiretti dimentica un problema che il Mipaaft definisce una delle più gravi truffe alimentari italiane? Dovrebbe anzi essere una sua priorità auspicare un intervento efficace contro i furbetti del prosciutto.
Insomma, le zucchine messicane meritano un comunicato stampa, i prosciutti falsi di Parma e San Daniele e i milioni di consumatori che pagheranno a caro prezzo prosciutti finti Dop sono un problema che per Coldiretti non esiste. Meglio attaccare l’Ue che “lascia entrare senza ostacoli sul proprio mercato prodotti alimentari ottenuti dallo sfruttamento dei bambini” e dimenticare i falsi prosciutti che l’Italia vende in tutti i Paesi Europei e chissà, anche in Messico.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
A casa mia quella del Crudo di Parma si chiama truffa. Sono di Parma e sono ormai anni che non mangio più il “nostro” Crudo…perché so che non è Crudo di Parma
Intanto alla radio passano spesso la pubblicità del crudo di Parma. Coda di paglia?
Bravissimo! Complimenti
siamo circondati da imbroglioni truffatori senza scrupoli … ma quando finirà tutto questo marciume? quando vado a fare la spesa cerco sempre di acquistare prodotti italiani … che spero abbiano un controllo …. ringrazio per il vostro lavoro sempre attenti per consumatori e agricoltori
Ma avete ora capito finalmente che la mission di Coldiretti è, come quella del “ministro della propaganda”: raccogliere consensi da incanalare verso la parte politica di turno. Gli argomenti da cavalcare non sono interessanti nello specifico, ma solo se utili alla mission di cui sopra.
A Coldiretti la vera difesa del “made in Italy” e dei cittadini consumatori non interessa NIENTE.