Secondo un’indagine Coldiretti-Swg il 97% dei cittadini ritiene necessario trovare sulle etichette alimentari indicazioni precise sull’origine. “In questo modo – dice il comunicato  – i consumatori  potrebbero  scoprire che  due prosciutti su tre provengono da maiali allevati all’estero, che tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri, mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o cagliate provenienti d altri paesi”.

  Questo concetto è anche condiviso dall’Unione  europea che, negli ultimi  anni, ha reso obbligatoria  la denominazione di origine per diversi alimenti come: carne di pollo, carne bovina, uova,  latte fresco, pesce , ortofrutticoli, olio extra vergine…. Nella lista  mancano ancora alcuni prodotti come: pasta, carne di maiale,   pomodori pelati, carne di pecora e di coniglio…. In ogni caso il principio secondo cui  l’etichetta deve essere  la carta di identità del prodotto e deve  indicare l’origine degli ingredienti non solo è condivisibile, ma è anzi necessario per dare la possibilità alle persone di conoscere meglio i prodotti che compra. 

Per spingere i politici ad estendere l’indicazione di origine  ai vari prodotti, Coldiretti  dirama ogni settimana  comunicati stampa  insinuando sospetti sui prodotti alimentari stranieri, lasciando  credere  che siano  di seconda scelta. Tutto ciò è scorretto perché  l’origine delle materie prime (tranne per i prodotti Dop, Igp..) non è un elemento utile per riconoscere la qualità.  Per dimostrarlo basta analizzare alcune categorie che da anni riportano sull’etichetta l’origine.  

Polli e derivati  I polli consumati in Italia e tutte le preparazioni correlate (cotolette, arrotolati,  crocchette …) provengono  da allevamenti nazionali in cui gli animali nascono, crescono e vengono macellati. Questo marchio “Made in Italy”  non è certo una garanzia di qualità . Le cose importanti da sapere sono altre come ad esempio  la modalità di crescita (se il pollo è stato allevato a terra in capannoni chiusi o all’aperto e se è stato macellato dopo 45 o 80 giorni). Sono questi gli elementi insieme al tipo di alimetnazione  che determinano la qualità.  I migliori polli crescono in capannoni aperti da dove possono uscire e razzolare in ampi spazi  ombreggiati (almeno 1 metro quadrato a testa). Gli altri vivono in capannoni chiusi:  per loro lo spazio è minore visto che se ne contano  da 15 a 25  in un metro quadrato!  Queste sono le differenze determinano il gusto e  la consistenza della carne e le diversità di prezzo non certo l’origine.  Anche l’indicazione del tipo di allevamento  è importante,   visto che molti consumatori immaginano  i  polli allevati in batteria. Non è così!  Da anni, in tutti paesi dell’Unione europea i polli da carne sono tutti allevati a terra.

Le uova  La produzione è totalmente Made in Italy, ma si tratta di un’informazione secondaria. Quello che conta è capire se l’uovo  proviene da un allevamento dove le galline vivono in batteria, oppure da allevamenti dove gli animali sono liberi nei capannoni o possono razzolare all’aperto. In prezzo delle uova di galline in batteria è infatti la metà rispetto a quelle dei capannoni e un terzo rispetto a quelle ottenute da galline libere,  mentre  a livello nutrizionale le differenze sono minime. In questo caso è il  benessere animale che fa la differenze, e molti consumatori  sono disposti a spendere pur di sapere che le galline sono felici.

 Pesce  L’origine del pesce è indicata sulle etichette, ma è un elemento secondario per la maggior parte degli  italiani,  che prediligono  il pescato di pregio venduto  nei supermercati e nelle pescherie  proveniente  dall’estero. Chi legge  le etichette  sa che  il pesce italiano è scarso  e anche poco pregiato, mentre  l’unica  specie abbondante ma non valorizzata è  il pesce azzurro purtroppo poco richiesto.  Il pesce fresco migliore e i crostacei provengono dal Nord Africa, dal Nord Europa e persino dall’Australia.  Siamo di fronte al tipico caso in cui il Made in Italy  non interessa nessuno tranne gli  intenditori che acquistano pesce  di allevamento  italiano (orate e spigole) considerato  di qualità superiore rispetto a quello greco. In questo caso il  motivo non è da ricercare nell’origine, ma nel  sistema di allevamento. In Grecia i pesci ingrassano velocemente per via di mangimi ipercalorici , mentre da noi impiegano molto di più a crescere e costano anche il doppio, ma alla fine quando le orate arrivano a tavola  il gusto non è mortificato.

Roberto La Pira

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