Basta con gli allarmismi di Coldiretti. I problemi non sono il peperoncino vietnamita o le lenticchie turche, ma i frutti di bosco con l’epatite, il mercurio nel pesce e la listeria nel formaggio. Più informazione dal Ministro Lorenzin
Basta con gli allarmismi di Coldiretti. I problemi non sono il peperoncino vietnamita o le lenticchie turche, ma i frutti di bosco con l’epatite, il mercurio nel pesce e la listeria nel formaggio. Più informazione dal Ministro Lorenzin
Roberto La Pira 5 Giugno 2014Nell’ambito del piano sulla sicurezza alimentare, la settimana scorsa il Ministero della salute ha inviato al Sistema di allerta europeo (Rasff) tre segnalazioni, riguardanti ritiri dal mercato di verdesca con un eccesso di mercurio (si tratta del 49° caso negli ultimi sei mesi di pesce contaminato da questo metallo pesante). In aggiunta c’è anche un lotto di salmone affumicato contaminato da Listeria monocytogenes. Sui giornali però si è parlato con un certo allarmismo del peperoncino rosso vietnamita che secondo Coldiretti, con il 61,5 per cento dei campioni risultati irregolari per la presenza di residui chimici, rappresenta il pericolo alimentare principale del 2013! Al secondo posto le lenticchie turche!
Il paradosso è che la notizia del peperoncino, assolutamente irrilevante nel panorama dei problemi alimentari italiani, buca i telegiornali e i siti internet con 60 rilanci e rischia di diventare un vero caso di allerta. La realtà per quanto riguarda la sicurezza alimentare è un pochino diversa. Giornalisti e consumatori non sanno che in Italia è in corso un’epidemia di epatite A causata da frutti di bosco surgelati che nell’ultimo anno ha colpito oltre 1.000 persone, senza considerare quelle non censite dalle Asl. La gente ignora questo problema e continua a mangiare macedonie, torte o pasticcini con frutti di bosco in pizzeria e nei ristoranti e i casi aumentano.
Quanti parlano delle decine di casi di Listeria monocytogenes nei formaggi crudi italiani e nei salmoni affumicati importati da Polonia e Norvegia? Si tratta di un problema serio per anziani e bambini. Purtroppo in Italia molti media, “consigliati” dai comunicati stampa di Coldiretti, macinano notizie ad effetto, come quella del peperoncino e delle lenticchie che il più delle volte rappresentano un problema di natura secondaria per la salute della maggior parte delle persone.
Basta ricordare altre storie come quella del concentrato di pomodoro cinese utilizzato per alcune lavorazioni italiane destinate al mercato estero. Questo prodotto è stato presentato da Coldiretti, e di seguito dai giornali, come una minaccia alimentare. Il clamore è del tutto ingiustificato visto che il concentrato di pomodoro cinese è un prodotto segnalato raramente nel sistema di allerta europeo e comunque non utilizzato per i prodotti venduti nei supermercati.
Siamo un popolo strano. La sicurezza alimentare viene posta al centro dei discorsi dei politici e delle associazioni di categoria, ma nella realtà si fa poco per informare correttamente l’opinione pubblica sui reali pericoli. Si preferiscono allarmi come il pomodoro cinese, il peperoncino e le lenticchie tralasciando le questioni veramente importanti. In questa situazione una grossa responsabilità spetta al Ministro della salute Beatrice Lorenzin che, come molti altri suoi ex colleghi, gestisce male le informazioni sulle vere allerta alimentari e sulle crisi in corso. Basta vedere come è stata gestita l’epidemia di epatite A causata dai frutti di bosco surgelati per capire che serve un riordino generale del sistema di infomazione rivolto ai cittadini.
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Coldiretti spesso mischia le carte scambiando la qualità degli alimenti con l’origine degli stessi ed infatti quando si parla di sicurezza alimentare leggo spesso commenti del tipo “io mangio italiano e non rischio niente”.
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Ritengo tuttavia che vi siano anche grosse colpe dell’Informazione che con la pubblicazione di notizie inesatte se non bufale vere e proprie, altro non fanno che creare allarmismo e Disinformazione. Manca la qualità, anche per colpa, ritengo, degli editori/direttori che puntano a riempire le pagine in modo da giustificare l’inserto pubblicitario, piuttosto che il contrario ovvero di attirare lettori (e pubblicità) con la qualità dell’informazione.
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Mi è capitato di interagire, tramite il Blog, con un giornalista d’inchiesta, e grande è la differenza tra la pubblicazione di una velina in pieno stile Copia & Incolla (senza neanche verificare) rispetto ad un articolo dove si cercano informazioni, si intervistano persone e si scava nella notizia sino a far apparire la realtà delle cose.
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Infine c’è anche da parlare della superficialità (e pigrizia) di molti lettori che si fanno un’opinione leggendo il titolone del giornale, senza mai farsi delle domande.
Concordo con quanto scritto nell’articolo, volevo fare solo una segnalazione, il gorgonzola non è un formaggio a latte crudo, ma a latte pastorizzato. Il rischio Listeria M. che è effettivamente correlato a questo prodotto deriva dalla lavorazione che il prodotto subisce durante la stagionatura e dalle conseguenti caratteristiche del prodotto in crosta.
Grazie
Grazie , corretto.
Anni fa presso la “Scuola S.Anna di Pisa” un gruppo di cui facevo parte si occupava della “Qualità dell’informazione”, col titolo “Ascoltare la salute” coinvolgendo pure la “scuola di giornalismo”. Si parlava di deontologia , presa di responsabilità del giornalista, obbligo della verifica di attendibilità delle fonti, di analisi e gestione del rischio di divulgazione di notizie non adeguatamente controllate e pesate (alimentare, Salute, viaggi della speranza etc.) Non un direttore responsabile di giornale che vi abbia aderito.
Oggi sui giornali si cita spesso l’ HACCP, senza averne la minima idea , della sostanza e della metodologia che per esempio ha permesso di minimizzare, se non quasi annullare gli errori nelle missioni spaziali, ed è la base della metodologia scientifica della sicurezza alimentare e di tante altre discipline. Purtroppo non solo Coldiretti, che fa solo vergognosa confusione per fini politici e cercare visibilità, ma ciò riguarda anche chi ne straparla in ambito di responsabilità di controllo, e , a quanto sembrerebbe , anche ai vertici ministeriali. Propongo uno dei diversi corsi seri (e ce ne sono) anche per il Ministro della Salute e per i suoi collaboratori. Se poi verranno anche i Direttori dei giornali, colpevoli di non controllare il rischio delle notizie avallate con la loro firma, tanto meglio.