Fare colazione prima di andare a scuola è importante da diversi punti di vista, non ultimo quello del rendimento scolastico e del coinvolgimento nelle lezioni. Ma anche la qualità di ciò che si mangia e si beve gioca un ruolo di primaria importanza: se è troppo scadente, il risultato finale non è molto diverso da quello che si ottiene quando si salta del tutto il primo pasto della gionata.
A mettere in evidenza la centralità di una prima colazione completa e sana è uno studio pubblicato sul Journal of School Psychology, e illustrato dagli autori, psicologi dell’età evolutiva delle Università del Nuovo Galles del Sud e di Sidney, in Australia, su The Conversation.
Lo studio sulla colazione
Nello studio, circa 650 studenti di 13-14 anni, che frequentavano una tra cinque scuole private, hanno riferito cosa avevano mangiato a colazione. Negli stessi giorni, i ricercatori hanno controllato la loro motivazione a seguire le lezioni e, contemporaneamente, i risultati scolastici ottenuti (in particolare relativi all’insegnamento delle scienze).
Per quanto riguarda la prima colazione, i ricercatori, dopo aver distinto chi non era abituato a farla da chi, invece, mangiava prima di andare a scuola, hanno definito un punteggio. In questo modo, in base all’adesione a quanto previsto dalle linee guida nutrizionali australiane, hanno classificato alimenti e bevande come più o meno sani in modo omogeneo. Per esempio, frutta e verdura, cereali integrali, latte e derivati e acqua erano tra i virtuosi, mentre insaccati, bevande zuccherate, cibo pronto e snack o merendine industriali no.
Il risultato è stato chiaro e non del tutto scontato. Infatti, chi aveva ottenuto i punteggi migliori a tavola, aveva avuto anche i risultati migliori a scuola, sia per quanto riguarda la partecipazione alle lezioni, che per i voti delle verifiche. Tuttavia, le altre due ‘popolazioni’, ossia tanto gli studenti che non facevano colazione quanto quelli che mangiavano male, erano arrivati a risultati simili, in entrambi i parametri (coinvolgimento e resa). Inoltre, anche se il rendimento e l’attenzione risultavano soddisfacenti in settimane in cui i ragazzi facevano una prima colazione di qualità, tutte le volte che cambiavano abitudini e optavano per alimenti peggiori, le conseguenze erano visibili e gli indici peggioravano.
Cosa fare
I risultati confermano quindi quanto sia importante che i ragazzi mangino, prima di andare a scuola, e scelgano cibi e bevande validi dal punto di vista nutrizionale. Secondo gli autori, per stimolarli a mangiare bene, le scuole, qualora possano, dovrebbero offrire colazioni gratuite e sane o, almeno, snack salutari per gli intervalli. Contemporaneamente dovrebbero educare i più giovani ai principi fondamentali di un’alimentazione equilibrata, e aiutare anche i genitori a fare le scelte giuste e a fornire ai figli le motivazioni necessarie.
Questo genere di intervento, comunque, deve tenere conto dell’età degli studenti, molto delicata. Può accadere, soprattutto in scuole private come quelle nelle quali i ricercatori hanno condotto il test, che qualcuno si vergogni di far colazione a scuola, soprattutto se gratuita, così come che qualcun altro non voglia mostrarsi mentre mangia, magari per un rapporto con il proprio corpo ancora irrisolto. Inoltre, bisogna sempre tenere conto delle abitudini culturali e religiose. Con le dovute cautele, però, aiutare i più giovani a comprendere il ruolo di una prima colazione corretta non solo è possibile, ma è anche doveroso.
Intanto, negli Stati Uniti, per proteggere di più e meglio i ragazzi dai rischi del junk food (dal quale, secondo le stime, ottengono ormai più della metà delle calorie giornaliere), l’associazione American College of Lifestyle Medicine (ACLM), che riunisce oltre 11mila professionisti, ha aderito alla proposta di legge del senatore democratico Bernie Sanders intitolata Childhood Diabetes Reduction Act of 2024, che prevede una stretta decisiva per tutto il marketing rivolto a bambini e ragazzi con meno di 12 anni, bollini su junk food e bevande zuccherate, divieto di pubblicità e diversi altri provvedimenti. Secondo gli ultimi dati, un ragazzo americano su tre è in sovrappeso o già obeso.
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Giornalista scientifica