Rai 3, ore 20 del 1 febbraio 2013, va in onda l’ennesima pubblicità della Coca-Cola, con il cuoco Simone Rugiati (ormai famoso per essere diventato lo chef delle bollicine) che invita a pasteggiare con la bibita zuccherata più famosa del mondo. È solo uno dei tanti spot che in questi giorni hanno invaso le radio e i canali tv. Qualcosa però non quadra. Due mesi fa uno spot dello chef Rugiati era stato censurato su nostra richiesta dal Comitato di controllo dell’Istituto dell’Autodisciplina pubblicitaria.

Nella comunicazione, l’Istituto invitava Coca-Cola a ripensare lo spot, evitando di suggerire ai consumatori di bere tutti i giorni la bibita, perché è sbagliato “proporre modelli di consumo e stili di vita non improntati alla massima correttezza, in termini di educazione alimentare”.coca-cola rugiati

Il concetto di pranzare con Coca-Cola è un motivo centrale delle campagne pubblicitarie realizzate negli ultimi anni dalla multinazionale, che non sembra voglia rinunciare a dispetto delle vicissitudini e delle tre censure arrivate in due anni*.

Le campagne di Coca-Cola continuano

L’ultima raccomandazione dello IAP di non invitare le persone a consumare tutti i giorni la bibita a tavola forse è stata presa alla lettera dalla multinazionale che continua a proporre la saga di Rugiati mentre scodella decine di ricette e invita a bere Coca-Cola a mezzo mondo non proprio tutti i giorni.coca cola,pranziamo insieme

Si tratta di sfumature, o meglio di furberie per eludere le contestazioni e continuare a trasmette messaggi che propongono la pessima abitudine americana di bere bibite al posto di acqua.

Invieremo una nuova richiesta di censura allo IAP e aspetteremo fiduciosi una risposta, anche se Coca-Cola continuerà imperterrita la sua devastante campagna di informazione alimentare. Forse arriverà anche un quarto richiamo ma tutto continuerà come prima.

Forse lo IAP dovrebbe avviare qualche riflessione sulla sua autorevolezza se vuole mantenere il ruolo di arbitro. In questa situazione brilla l’assenza dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato che, pur potendo agire di ufficio contro campagne di questo tipo, non ha mai preso in considerazione la questione.

(*) Nota: i precedenti

Non è la prima volta che Coca-Cola viene censurata: nel 2011 la pubblicità “La formula della felicità” invitava le mamme a fare pasteggiare i bambini con la bibita. Allora lo IAP censurò il messaggio e l’azienda si era prontamente impegnata a non ripetere l’errore. Nei mesi successivi la società venne censurata una seconda volta per una pubblicità mascherata apparsa sulla rivista Donna Moderna (un finto articolo con le foto di Lorella Cuccarini in cucina alle prese piatti imbanditi e bottiglie di Coca-Cola protagoniste delle immagini). La terza volta è stata nel novembre 2012 con uno spot dello chef Simone Rugiati.

© Riproduzione riservata Foto: Coca-cola.it

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roberto giomi
roberto giomi
2 Febbraio 2013 12:23

Poi c’è qualcuno che scrive al FATTO ALIMENTARE, lamentandosi che vengono messe in cattiva luce sempre le stesse aziende, spesso multinazionali …..
La salute dei consumatori dovrebbe venire prima di tutto. Invece gli interessi commerciali stritolano tutto e tutti. Comunque basta saper scegliere, ricordando quanto zucchero contiene una bottiglia di bibita ………

viv
viv
4 Febbraio 2013 21:18

Volevo segnalare qualora non lo aveste già fatto che la nuova pubblicità dei flauti ‘mulino bianco’ persevera nel ritenere ‘sani’ i flauti.
Ma lo spot precedente non era stato censurato proprio per questo motivo?

giunela
giunela
10 Febbraio 2013 16:41

Non pasteggerei a Coca Cola neppure se mi ricoprissero d’oro !