Con il 2015, Coca-Cola entra nel mercato statunitense del latte con “Fairlife”, un latte ultra filtrato, senza lattosio, con il 50% in più di proteine, 30% in più calcio e il 50% di zucchero in meno del latte normale. Il filtraggio di Fairlife consiste nel filtrare il latte nei suoi componenti fondamentali (acqua, materia grassa butirrica, proteine, vitamine e minerali, lattosio), che vengono poi ricombinati in proporzioni diverse. Quindi, assicura il produttore, non ci sono proteine e calcio aggiunti, perché sono già nel latte. Quello che è stato soprannominato “Milka Cola”, proviene da aziende definite sostenibili, perché, come quelle biologiche, non utilizzano l’ormone della crescita sulle mucche, che, in aggiunta, sono sempre riparate e protette dagli elementi naturali, un lusso che, afferma il produttore, non è sempre garantito alle mucche da latte biologico.
Fairlife si propone come un latte di qualità, in un paese dove la metà della popolazione non beve latte e dove le vendite sono in calo da decenni. Secondo i recenti dati della società di ricerche di mercato Euromonitor, le vendite di latte negli Usa sono diminuite del 2% nel 2013 e del 3% nel 2014, in cui si è registrato un forte aumento dei prezzi, e si prevede un’ulteriore diminuzione nel prossimo quinquennio. Il latte Fairlife è stato testato nella prima metà del 2014 a Denver e Minneapolis, con una pubblicità caratterizzata da pin-up. Ora, con il lancio a livello nazionale, il packaging e la pubblicità saranno totalmente rinnovati. Il prezzo sarà circa il doppio di quello normale e simile a quello del latte a valore aggiunto, come quello biologico o senza lattosio.
Beniamino Bonardi
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Spaventa il fatto che per un adulto il latte non è poi cosí necessario, ma soprattutto spaventa l’idea che con una composizione cosí alterata possano insorgere squilibri …