È stato condotto un sondaggio tra i cittadini di diversi paesi europei sulle minacce di epidemie e pandemie

In caso di epidemia sarebbe giusto rendere obbligatoria la vaccinazione? Quali informazioni dovrebbero essere date e quali misure di emergenza sarebbe giusto adottare? Su questi temi è stato condotto un sondaggio in otto paesi europei, in ognuno dei quali sono stati radunati contemporaneamente una cinquantina di cittadini rappresentativi delle varie fasce di popolazione, consultati sui problemi che si pongono di fronte alle crisi causate dall’emergere di epidemie e pandemie: sicurezza pubblica e libertà personale, comunicazione tra società e istituzioni sanitarie, trasparenza nel settore sanitario e accesso alla conoscenza.

Oltre all’Italia, gli altri paesi coinvolti sono stati Bulgaria, Danimarca, Francia, Irlanda, Romania, Norvegia e Svizzera. I risultati delle consultazioni, condotte nell’ambito del progetto ASSET Action plan in Science in Society in Epidemics and Total pandemics, finanziato dall’Unione Europea, sono stati raccolti in un rapporto presentato il 26 aprile al Parlamento europeo e sono consultabili, paese per paese, anche in questo sito interattivo.

Secondo il 54% dei cittadini consultati negli otto paesi, in caso di rischio di pandemia o epidemia lo Stato dovrebbe rendere obbligatorio il vaccino antinfluenzale. In Italia, questa percentuale sale al 68%. L’obbligatorietà del vaccino per gli operatori sanitari viene ritenuta giusta dall’85% degli europei e dal 94% degli italiani.

Quasi il 70% degli italiani crede che, in caso di epidemia, il vaccino dovrebbe essere obbligatorio

Più dell’82% dei cittadini europei che hanno preso parte alla consultazione ritiene che i servizi pubblici come scuole e uffici dovrebbero essere chiusi in caso di epidemie come Zika o Ebola. In Italia, questa percentuale scende al 74%, mentre in Danimarca sale al 93%.

Il 69% dei partecipanti pensa che grandi eventi internazionali come le Olimpiadi dovrebbero essere cancellati in caso di pandemie come l’influenza A(H1N1) del 2009, Ebola e Zika. Su questo tema, i cittadini italiani si sono rivelati in linea con la media europea (68%).

Durante le consultazioni, ai partecipanti è stato chiesto se fossero soddisfatti delle informazioni ricevute dalle istituzioni sanitarie pubbliche. In media, solo il 29% ha risposto positivamente. Una percentuale che scende al 12% per l’Italia, la più bassa fra gli otto paesi coinvolti. I più soddisfatti si sono rivelati essere i danesi (48%) e i norvegesi (64%).

Le fonti di informazione più affidabili per i cittadini sono le autorità europee e sanitarie

Le fonti di informazioni ritenute più affidabili dai cittadini italiani in caso di pandemia sono le autorità sanitarie europee (72% di fiducia), il Sistema sanitario nazionale (63%) e i medici di base (61%). Le fonti meno affidabili, invece, sono risultate essere la televisione e la radio, al pari di amici e parenti (41%).

Secondo i partecipanti, le informazioni considerate più utili in caso di epidemie o pandemie sono le raccomandazioni sul cosa fare (67% in media, 70% per gli italiani) e sulle vie di trasmissione delle malattie (19% in media, 8% fra gli italiani).

In generale, i cittadini coinvolti ritengono che l’onestà e una comunicazione efficiente siano necessarie per aumentare la fiducia nelle istituzioni pubbliche, indipendentemente dalla gravità delle circostanze sanitarie, e che sia un loro diritto conoscere in maniera accurata la situazione.

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Cristina
Cristina
27 Aprile 2017 12:22

Perché vaccinare a tutti i costi? L’argento colloidale certificato …. combatte 650 virus e batteri. . E i costi sOno infinitamente meno onerosi….perché sempre vaccinare vaccinare e vaccinare? ???
Non è giunto invece il momento di cercare di capire perché “arrivano” virus, malattie infettive ecc.?

Franco
Franco
Reply to  Cristina
27 Aprile 2017 19:23

Hai perfettamente ragione, ma in Italia si sta diffondendo la disinformazione di scopo, che taccia di ignoranti chi effettua scelte consapevoli di rifiuto.
L’obbligo dei vaccini, vorrei dire ai corrotti funzionari burocrati, può essere conseguente solo alla possibilità di screening prevaccinali, una completa informazione su pro e contro, senza enfatizzare secondo convenienza l’uno o l’altro aspetto, e personalizzando i trattamenti a misura di storia clinica del paziente, come avviene nei paesi civili è rispettosi della libertà individuale e di scelta consapevole ed informata.
Qualcuno autorevole, spieghi a questi personaggi in perfetta malafede, che il comportamento antiscientifico è il rifiuto di un oggettivo è rigoroso dibattito.