In Cina, secondo i dati relativi al 2014, il 17% dei ragazzi e il 9% delle ragazze sono obesi. Trent’anni fa lo era meno dell’uno per cento. Le cifre emergono da uno studio, pubblicato dall’European Journal of Preventive Cardiology, basato su sei campagne di sorveglianza condotte su 27.840 ragazzi e ragazze tra i 7 e i 18 anni, dal 1985 al 2014, dal Dipartimento dell’educazione della provincia di Shandong, nella aree rurali della Cina orientale. Le percentuali più alte di sovrappeso e obesità si riscontrano nei bambini tra i 7 e i 12 anni, rispetto agli adolescenti tra i 13 e i 18. Per la diagnosi di sovrappeso e obesità, i ricercatori hanno utilizzato valori di Bmi (indice di massa corporea) più severi rispetto a quelli usati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms): 24-27,9 per il sovrappeso, contro il range di 25-29,9 indicato dall’Oms; oltre 28 per l’obesità, che per l’Oms scatta sopra 30.
Secondo il professor Joep Perk, portavoce della Società europea di cardiologia, «la Cina paga il prezzo dell’adozione di un modo di vita occidentale con un boom dell’obesità infantile. È la peggiore epidemia di obesità infantile che io abbia mai osservato». La provincia di Shandong è situata tra Pechino e Shanghai e conta circa 96 milioni di abitanti.
Secondo il dottor Zhang Yingxiu, che dirige il Centro di controllo e prevenzione delle malattie della provincia, l’aumento del numero di bambini e ragazzi obesi coincide con un aumento di reddito delle famiglie e ci si attende che questa tendenza prosegua nei prossimi decenni, non solo nello Shandong ma anche nelle altre regioni della Cina. «Oggi, i cinesi mangiano di più e fanno meno attività fisica che in passato, osserva il dottor Zhang, e la tradizionale dieta cinese è stata sostituita da una ad alto contenuto di grassi e calorie, e basso contenuto di fibre».
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