Un miliardo e mezzo di vegani? In Cina, il coronavirus spinge le vendite di prodotti vegetali: nuova consapevolezza sull’origine della carne
Un miliardo e mezzo di vegani? In Cina, il coronavirus spinge le vendite di prodotti vegetali: nuova consapevolezza sull’origine della carne
Agnese Codignola 24 Aprile 2020I cittadini cinesi, complice la paura suscitata dal Covid-19 e la nuova consapevolezza sull’importanza della provenienza delle fonti di proteine, si stanno orientando verso i sostituti vegetali della carne molto più in fretta di quanto non avvenisse prima della pandemia. Questo potrebbe avere conseguenze anche a livello globale, visto che il paese è il primo consumatore di carne al mondo, con un giro d’affari da 170 miliardi di dollari all’anno. Lo riferisce un dettagliato rapporto della Reuters, che fa il punto sul mercato interno cinese e sull’interessamento sempre più evidente dei grandi produttori globali di “carne” vegetale come Impossible Foods e Beyond Meat.
In confronto al mercato della carne, quello dei sostituti vegetali è ancora piccolo, ma già prima della pandemia le stime di Euromonitor fissavano in 10 miliardi di dollari le vendite del 2018, e in 12 quelle del 2023. Abbastanza per attirare nel paese appunto Beyond Meat e Impossible Foods, mentre Starbucks e Kentucky Fried Chicken hanno di recente annunciato il lancio di loro prodotti vegetali, anche attraverso le consegne a domicilio. Non a caso Deliveroo ha raddoppiato le ordinazioni di prodotti vegani rispetto ad altri alimenti, rimasti abbastanza stabili.
Secondo i distributori locali specializzati, come Green Monday, i prezzi sono ormai del tutto competitivi con quelli della carne, L’Asia infatti può contare su produzioni di materie prime attive da decenni per realizzare il tofu e gli altri derivati della soia, e su un’altrettanto efficiente rete di distribuzione e vendita. Il risultato è che negli ultimi due mesi le vendite online sono raddoppiate, con un prodotto leader di mercato, la finta carne di maiale chiamata Omnipork. Il prodotto viene usato per accompagnare gnocchi, noodles e riso, seguita da diversi prodotti come i Beyond Burgers, le crocchette e le bevande vegetali e da quelli della californiana JUST, che realizza “uova senza uova” partendo dai fagioli di soia verdi, le cui vendite sono cresciute del 30%.
Ma anche le vendite di altri prodotti tradizionali sono in crescita. Alla fine del mese di aprile KFC inizierà ad offrire i primi piatti a base di finto pollo fritto vegano in tre ristoranti, grazie anche al supporto del colosso americano Cargill, mentre Starbucks includerà nei menu i prodotti di Beyond Meat e ha già riaperto quasi tutti i negozi chiusi per il lockdown. Esiste poi anche un competitor locale, chiamato Zhenmeat, finora presente solo a Pechino in 50 ristoranti, ma che si sta per espandere a Shenzen e Shangai.
Qualcosa sta cambiando e, secondo gli addetti ai lavori intervistati la sensibilità dei cinesi è profondamente mutata. Ora si chiedono da dove provenga la carne e sono sempre meno inclini a consumare quella dei mega allevamenti, ma anche dagli animali selvatici un tempo molto apprezzati.
Fonte immagini: Omnipork
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Giornalista scientifica
Il problema è che, una volta che il business si fa consistente, entrano i grossi e la qualità va a farsi friggere.
Appoggio la tua idea. Ho una certa esperienza (non nel campo alimentare): quando una cosa, nel piccolo, funziona arrivano i “finanziatori”: “siete in gamba, la cosa è importante, ci interessa”… E in un batter d’occhio il senso iniziale della cosa va a spasso, e si riduce tutto ad un marketing sterile… 🙁
Quello e’ un problema differente . Ma il consumatore scegliera’ . La notizia e’ ottima !!!
Meno male che, ogni tanto, c’è anche qualche buona notizia.
Forse qualche veg mi guarderà male ma l’aspetto salubre del cibo non passa attraverso l’Impossible Food e i Beyond Burghers che considero il nuovo cibo spazzatura , spero che i cinesi si mangino tutta la produzione di questi alimenti pubblicizzati dall’articolo , ne guadagneranno loro in salute visto che con l’alimentazione carnea moderna adottata non se la stanno passando molto bene e ne rimarrà meno per il nostro mercato .