Pochi giorni dopo la segnalazione inviata all’Antitrust da Great Italian Food Trade (Gift) sulle irregolarità di diverse etichette di cibo per cani e gatti a marchio Monge, la società ha riconosciuto gli errori e ha annunciato di volere rimediare al più presto. La decisione del proprietario Domenico Monge sorprende non poco, vista l’abitudine di molte aziende italiane di rifiutare il dialogo e affidare le questioni spinose agli studi legali.
Le criticità riscontrate da Gift erano di una certa gravità visto che l’etichetta rappresenta la carta di identità di un prodotto e i problemi non erano certo legati a refusi di stampa. Come abbiamo già evidenziato in questo articolo, si trattava di diciture ingannevoli sulle confezione di alimenti per cani e gatti in relazione a immagini, testi, denominazioni e ingredienti di tre prodotti; alimento completo per cani (bocconcini, umido in busta) Linea Grill “Merluzzo”, “Manzo”, “Salmone”, “Pollo e tacchino”, “Agnello e verdure”, “Maiale”; alimento completo per cani (crocchette, “dry food”) “Bwild Cinghiale”; alimento completo per gatti (crocchette, “dry food”) “Le Chat, Pollo e riso indoor”.
Difficile pensare a una svista o a refusi in fase di stampa. «Il presidente del gruppo ha riconosciuto le proprie responsabilità – sottolinea l’avvocato Dario Dongo di Gift e collaboratore de Il Fatto Alimentare – e ci ha scritto comunicando che a seguito della nostra segnalazione il processo di revisione delle etichette “ha ricevuto un rinnovato impulso e accelerazione”. C’è di più, il gruppo aggiornerà le confezioni rispetto all’ultima versione del registro UE degli additivi per mangimi (12.3.19) e ai regolamenti che si applicheranno dall’1.1.20.
Si tratta di una risposta esemplare che riconosce e assume la responsabilità degli errori commessi, e si attiva subito non solo per rimediarvi ma anche per allineare le etichette dei prodotti in anticipo rispetto alle norme che avranno applicazione dal 2020. L’augurio e il monito – prosegue Dongo – sono ora rivolti alle aziende che continuano a negare l’evidenza dei fatti, provando a minimizzarli o addirittura a minacciare chi promuove la legalità attraverso la libera informazione. Che la lezione sia di aiuto anche alle autorità che finora hanno trascurato la vigilanza su settori cruciali, come l’alimentare e il pet food».
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Complimenti ai segnalatori. Quanto ai segnalati, bene, anche se questa sarebbe una non notizia: questa dovrebbe essere la normalità di comportarsi…