Selection of healthy food. Superfoods, various fruits and assorted berries, nuts and seeds.
Selection of healthy food. Superfoods, various fruits and assorted berries, nuts and seeds.

Rosso, viola, verde, giallo, bianco, blu, arancione. Sono tantissimi i colori della frutta e della verdura. Ma esiste un legame tra una dieta variopinta e la nostra salute? Ne parla Luciano Celi insieme a Laura Pucci, ricercatrice del Cnr di Pisa, in un articolo pubblicato su Almanacco della Scienza che riproponiamo integralmente.

Christopher Boone, protagonista del romanzo di Mark Haddon Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, dopo aver fatto un elenco dei suoi “problemi comportamentali”, scrive: “Detesto tutto ciò che è giallo o marrone e mi rifiuto di toccare cose gialle o marroni”. Questa affermazione ricompare nel romanzo molte pagine dopo come giustificazione dei cibi che non gli vanno a genio: non ama la crema pasticciera perché è gialla e tanto meno le banane che, oltre a essere gialle, se ce le dimentichiamo diventano anche marroni. Anche altri cibi marroni – il sugo d’arrosto, ma soprattutto la cioccolata – li scansa come la peste, perché gli ricordano gli escrementi. Christopher è però un personaggio particolare, giacché è affetto dalla sindrome di Asperger.

Organic vegetables healthy nutrition concept on wooden background
I diversi colori di frutta e verdura sono associati alla presenza di fitonutrienti che possono avere effetti benefici sull’organismo

Senza essere così drastici nelle nostre preferenze alimentari, è però lecito supporre che il colore nei cibi abbia una funzione. Laura Pucci dell’Istituto di biologia e biotecnologia agraria (Ibba) del Cnr di Pisa spiega quale. “Il colore è determinato da sostanze che conferiscono importanti qualità nutrizionali ai cibi e, in particolare, a frutta e verdura. Ogni colore è dato da specifici fitonutrienti, sostanze naturali che aiutano le piante a proteggersi da raggi solari, insetti e altre minacce; una volta assunti dall’uomo, rivestono un ruolo chiave nella difesa da patologie cardiometaboliche, neoplastiche e degenerative, oltre che nel rinforzare le difese immunitarie. Nell’ambito della promozione di una corretta alimentazione, sia la Fao che l’Oms hanno consigliato il consumo quotidiano di cinque porzioni di frutta e verdura che rappresentino i cinque diversi colori, così da includere nel nostro piatto un’ampia varietà di sostanze bioattive”.

È quindi chiaro che i colori nei cibi non hanno solo una funzione che potremmo definire “estetica”, ma indicano con una certa affidabilità alcune proprietà fondamentali.  “Certo: la presenza di beta-carotene è propria degli alimenti colore arancione; precursore della vitamina A, svolge un ruolo chiave nel sistema immunitario e nella salute di pelle e occhi. Peperoni, pomodori e ravanelli sono rossi perché contengono il licopene, carotenoide noto per ridurre il rischio di cancro alla prostata. Non solo, sono ricchi di flavonoidi, antiossidanti importanti per la salute dei vasi sanguigni, e tra questi le antocianine, pigmenti responsabili delle colorazioni che virano dal rosso al violaceo. Il loro contenuto è proporzionale all’intensità del colore: melanzane, prugne, frutti di bosco, caratterizzati da un color viola intenso, ne rappresentano una fonte primaria”, conclude Pucci.

“Mangiare a colori è quindi un’ottima strategia per garantire un’alimentazione varia e completa; per arricchirne i potenziali benefici, potremo spingerci ad esplorare il fantastico e colorato mondo delle spezie. E grazie alla chimica e alle accattivanti illustrazioni che Andy Brunning ha realizzato nel suo libro ‘Perché gli asparagi fanno puzzare la pipì?’ potremo approfondire le curiosità scientifiche sul colore dei gamberi, sull’acqua tonica blu posta sotto i raggi ultravioletti o sui coloranti alimentari, che simulano i colori naturali per incrementare l’appetibilità dei cibi”.

Luciano Celi – Almanacco della Scienza

Fonte: Laura Pucci, Istituto di biologia e biotecnologia agraria , email pucci@ibba.cnr.it –

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