Ristorazione scolastica: i menù vegetariani e vegani sono già una realtà in molte scuole. 10 mila diete alternative ogni giorno a Milano la metà a Torino
Ristorazione scolastica: i menù vegetariani e vegani sono già una realtà in molte scuole. 10 mila diete alternative ogni giorno a Milano la metà a Torino
Giulia Crepaldi 27 Luglio 2016Anche il quotidiano inglese The Guardian ha ripreso la notizia della nuovo sindaco di Torino Chiara Appendino, di inserire nel programma di governo la «promozione della dieta vegetariana e vegana sul territorio comunale» come «atto fondamentale per salvaguardare l’ambiente, la salute e gli animali attraverso interventi di sensibilizzazione sul territorio». Le attività promozionali coinvolgeranno con tutta probabilità anche le scuole del capoluogo piemontese, con percorsi educativi per far conoscere stili di vita alternativi. Pochi però sanno che nelle scuole pubbliche di diverse città le diete vegetariane e vegane sono da molti anni una realtà quotidiana, che interessa migliaia di bambini e educatori, dagli asili nido alle scuole medie.
Secondo il rapporto Eurispes pubblicato lo scorso anno, i vegetariani e i vegani sono rispettivamente il 7% e l’1% della popolazione italiana. Di conseguenza, molte scuole e servizi di ristorazione collettiva si sono già adeguati al crescente numero di individui e famiglie che scelgono regimi alimentari alternativi. Tra queste c’è proprio la città di Torino, che propone sia menu vegetariani (senza carne e pesce), anche senza alimenti di origine animale (vegana). Poi ci sono i menu senza carne di maiale per i bambini di religione musulmana e anche quelli con il pesce ma senza carne. Un capitolo a parte è quello delle diete speciali per ragioni mediche, che comprendono i ragazzi celiaci, quelli allergici e gli intolleranti. Il Comune di Torino fino allo scorso anno scolastico richiedeva una certificazione medica per attivare i menu “vegani”, come per le diete sanitarie, mentre dal prossimo verranno attivate automaticamente.
Nel capoluogo lombardo Milano Ristorazione , la società del comune che gestisce la ristorazione scolastica, da anni propone menu per migliaia di studenti (ed educatori) che vogliono o non possono mangiare il pasto tradizionale. La lista comprende cinque diete etico-religiose: senza carne suina, senza carne bovina e suina, senza carne (ma con pesce), senza alimenti di origine animale (vegana) e senza carne e pesce (vegetariana). Durante lo scorso anno scolastico su 75.000 pasti serviti quotidianamente nelle scuole e nei servizi per l’infanzia della città, 7.412 bambini, ragazzini, educatori e insegnanti hanno scelto queste diete: si tratta di poco meno del 10% circa. Accanto ai menu etico-religiosi, sono disponibili ben 19 diete sanitarie , che comprendono menu per celiaci, intolleranti al lattosio e allergie alimentari, come uova e crostacei. Nello scorso anno scolastico ogni giorno 2.796 al giorno bambini, ragazzi o adulti hanno usufruito di questi pranzi speciali.
Gran parte dei menu etico-religiosi sono attribuibili alla realtà multiculturale tipica del capoluogo meneghino, mentre le diete vegetariane e vegane rappresentano una minoranza, con meno di 500 richieste (rispettivamente 293 e 199 utenti al giorno). A Torino i numeri sono più modesti, con 100 menu vegetariani e 21 diete vegane attivate, su 5.188 persone richiedenti diete speciali. In entrambi i casi si registra un continuo aumento delle richieste, a dimostrazione del fatto che stili di vita “alternativi” fanno sempre maggiore presa nella società.
L’aspetto interessante, oltre ai numeri dei pasti non tradizionali serviti ogni giorno, è capire la reale quantità di carne e pesce servita nelle scuole. A Milano, su venti pasti consumati in un mese, quasi la metà ne è priva. Quella di Milano Ristorazione è una scelta precisa: alternare in maniera bilanciata i secondi, in modo da ridurre carne e pesce, in favore di altri alimenti proteici come i legumi, spesso assenti nell’alimentazione moderna, percepiti come cibo povero o che richiede troppo tempo ai fornelli. In questo modo anche i tavoli della mensa diventano un’opportunità di fare educazione alimentare.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Articolo molto interessante, grazie.
Ad oggi non vi è alcuna evidenza scientifica che la dieta vegetariana o peggio vegana siano più salubri della dieta mediterranea basata sul consumo anche di alimenti di origine animale, quindi magari prima un pochino di corretta informazione, no?
L’ignoranza regna sovrana, forse prima di parlare sarebbe meglio informarsi…
Era ora che questa testata si aggiornasse e promuovesse un informazione etica e corretta!
(Per rispondere a Francesca: aggiornati anche tu!)
Mi dispiace contraddirla Francesca ma di evidenze scientifiche e soprattutto di importanti affermazioni di specialisti, articoli su riviste specifiche o pubblicazioni di agenzie quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità che affermano che la dieta vegetariana o “meglio” quella vegana sia preferibile alle normali diete onnivore alle quali siamo abituati ce ne sono eccome. Meglio anche della cosiddetta “dieta mediterranea” per come la intendiamo ora. Ricordiamoci che la vera dieta mediterranea non ha nulla a che fare con lo stile alimentare che abbiamo oggi in Italia. Purtroppo non ho il tempo di andare ad estrapolare frasi e dichiarazioni specifiche ma vedrà che sarà sufficiente fare qualche ricerca approfondita, obiettiva ed imparziale per trovare tutta la corretta informazione di cui ha bisogno.
Le auguro buona vita.
Veramente Maurizio parlo della dieta Mediterranea promossa dall’Ifmed, di quella che è appena stata oggetto di congresso mondiale tenutosi a Milano il 7 e 8 Luglio, dieta mediterranea che è anche patrimonio dell’Unesco e non certo dello stile alimentare adottato attualmente dalla popolazione Italiana, che concordo, non ha nulla a che fare con la salubrità. L’OMS allo stato attuale delle cose non parla affatto di dieta vegana come miglior dieta legata al miglior stato di salute, eventualmente parla di drastica riduzione del consumo di carne rossa ed insaccati, ma non certo dell’eliminazione del pesce dalle nostre tavole dato che quest’ultimo è scientificamente provato essere utilissimo nella prevenzione sia primaria che secondaria delle malattie cardiovascolari.
Buona giornata.
In attesa di riscontri scientifici reali per confutare ciò che dico. I credo personali sono rispettabilissimi ma non valgono e come tali non si può pretendere debbano essere utilizzati dalla popolazione generale.
Indubbiamente, ma è anche giusto che altri abbiamo la possibilità di nutrisi diversamente e nel rispetto degli Animali e dell’Ambiente…in questo caso specifico ben vengano le mense scolastiche vegetariane e vegane. Per quanto riguarda i nutrienti essenziali alla salute Umana questi possono essere tranquillamente prelevati dai vegetali seguendo un alimentazione ricca ed equilibrata, basta documentarsi anche tramite esperti sempre più aggiornati in materia di salute ed alimentazione. Del resto la nutraceutica è la scienza del futuro in controtendenza alla medicina attuale così ricca di farmaci nocivi e deleteri. (quindi la sua tesi sul pesce è assolutamente errata)
Signor Roberto, stiamo parlando di medicina ufficiale (ISS, ministero della salute, OMS…) , sulla quale un istituto pubblico quale quello scolastico deve basarsi. Non metto in dubbio in alcun modo che l’alimentazione vegetariana o vegana siano salutari e debbano essere promosse, ma stiamo parlando di due cose completamente diverse. In una scuola il bambino onnivoro non può diventare la “dieta speciale”; la popolazione Lov e vegana in Italia è l’8 – 10% della popolazione e benchè rappresenti una fetta importante, non può influenzare il restante 90% della popolazione. Non può dire che sto sbagliando a promuovere il consumo di pesce perchè vi sono articoli che dimostrano che fa male!! Vi deve essere una valutazione globalmente a sfavore di tale alimento per aver ragione ad eliminarlo dalle tavole dei bambini. Non si può andar dietro ad ogni articolo controcorrente. Poi a casa sua, nella sua famiglia o tra i suoi amici ha il diritto di mangiare e promuovere l’alimentazione che crede, ma non sulla popolazione scolastica totale.
Bene!speriamo che i menu’veg veg. Raggiungano molte altre scuole del nostro Paese.
Cara Francesca…che siamo su due fronti opposti si capisce benissimo, ma il punto cruciale è proprio questo! Non bisogna imporre, ma offrire. Non bisogna denigrare, ma esporre opinioni altrui. Non bisogna chiudersi ottusamente dietro tradizioni, ricorrenze storiche o statuti medici, ma aprirsi a nuove opportunità e vedute di progresso diverse dall’attuale sistema. Qui non si tratta di mettere da parte la dieta tradizionale, qui si tratta di valutare accuratamente le alternative ad una alimentazione e stile di vita che in questi anni ha fatto solo danni più che benefici. Un esempio tra tutti è proprio la stupidità con cui ci si scandalizza di fronte ad una scelta più che ragionevole, una scelta verso chi desidera nutrirsi in altro modo. Non si tratta di cancellare il vecchio, ma rinnovare ed ampliare l’opportunità. I cambiamenti avvengono per per gradi e con ragionevolezza. Perchè non ci si sdegna altrettanto per i milioni di bambini obesi e malnutriti che ogni giorno affollano gli studi medici e gli ospedali? Perchè basta un solo caso di presunta malattia da dieta vegana a suscitare lo scandalo? (tra l’altro smentito) Perchè non indignarsi di fronte a migliaia e migliaia di fast-food rappresentanti l’emblema della cattiva nutrizione? La normalità acquisita è difficile da soppiantare proprio perchè rappresenta l’istituzione. Qui non si tratta di escludere il pesce dalle mense scolastiche. Qui si tratta di creare una scelta plausibile che a conti fatti escluderà autonomamente gli alimenti non idonei ad una giusta alimentazione. L’alimentazione vegetale esiste da sempre, perseguire gli eccessi da ipernutrizione proteica è un abitudine recente.
Il grosso problema è che questa mania per le diete vegetariane e vegetaliane è per lo più un intreccio tra moda, ignoranza dei principi nutrizionali e distorta etica animalista/ambientalista. Passare acriticamente da una dieta onnivora ad una vegetariana o peggio vegetaliana non insegna nulla alle persone e semplicemente cambia il tipo di rischio alimentare (ad esempio si sostituisce l’eccesso di proteine con un eccesso di carboidrati semplici). Esattamente com’era ai tempi della moda del biologico.
Caro Lorenzo complimenti per la sua disinformazione (mai sentite tante studidaggini in poche righe). A parte che dovrebbe dire in che modo e perchè ha coniato un termine (vegetaliano) che non ha nessun significato plausibile. Secondo la sua teoria quindi (a titolo di cosa?) l’alimentazione vegetariana/vegana è dannosa e non sostenibile? A suo dire allora tanti esperti di fama internazionale (uno fra tutti è Umberto Veronesi) mentono o dicono il falso? Si potrebbe elencare una miriade di testi in cui si predilige positivamente un alimentazione priva di derivati Animali piuttosto che carne o pesce (anche in minor quantità). La moda del biologico poi sinceramente non l’ho capita, in virtù del fatto che attualmente è l’unica produzione alimentare assolutamente rispettosa per le persone, gli Animali e l’ambiente. Qui non si tratta di seguire le mode (lasciamole agli stupidi), qui si tratta di vivere consapevolmente. L’attuale sistema di produzione basato prevalentemente sui derivati Animali non ha nessuna etica e salvaguardia per il pianeta. Questo va detto oltre ogni altra considerazione.