Ci scrive Valeria: oggi è martedì grasso e sto preparando la chiacchiere con mia figlia. Io le ho comprate ieri sera al supermercato ed erano proprio buone. Per curiosità ho letto l’elenco degli ingredienti e ho scoperto perchè mi sono piaciute tanto. Al primo posto della lista degli ingredienti era indicata la farina di frumento, seguita da olio di girasole e burro, poi c’era lo zucchero e le uova. La presenza di un olio di semi pregiato come il girasole o il mais per la frittura e del burro nell’impasto (8-10%) fa la differenza con altri tipi di chiacchiere.
Si tratta di due ingredienti che danno quel tocco di bontà e qualità non così banale nel prodotto indistriale. Certo anche la farina, zucchero e uova sono importanti ,ma in questo caso la qualità è abbastanza standardizzata per tutti i prodotti industriali anche perchè i costi sono trascurabili rispetto allamateria grassa. Quando per friggere si usano oli vegetali meno pregiati come il palma e il grasso dell’impasto non è burro alla fine il risultato non può essere eccellente.
L’altra nota che suggerisco è di non farsi illusioni quando sulla confezione compare la scritta “cotte al forno”. Nell’immaginario collettivo sono più leggere perchè non sono fritte, ma non è così. Tutte le chiacchiere sono fritte. Alcune dopo questa prima operazione vengono passate al forno, per conferire il gusto biscottato. Alla fine il sapore è diverso ma il contenuto di calorie è pressoché identico. Alcune confezioni indicano sull’etichetta il doppio trattamento“…prodotto dolciario fritto e poi passato al forno“.
Per Carnevale si possono mangiare modiche quantità dichiacchiere e frittelle senza sensi di colpa, ma conviene scegliere quelle fritte con olio di semi pregiati (girasole, mais o oliva) e che hanno nella lista degli ingredienti anche il burro.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Sigra Valeria, se può le prepari lei le chiacchiere, questo articolo è molto benevole… tra gli ingredienti delle chiacchiere che ho acquistato cerano molti additivi!
In quelle che abbiamo fotografato oltre agli ingredienti indiucati nell’articolo su cono agenti lievitanti, amido di frumento, sale , vino moscato e aromi
In effetti ho visto la foto e sono già meglio di quello che ho preso, però ho notato che le etichette con gli ingerdienti, sono con caratteri troppo piccoli, ma non esisteva una norma che obbliga queste aziende ad ingrandire i caratteri?
Anche la produzione se Italia o altro, pensate se ci arrivano anche le chiacchere cinesi!!!
Da qualche parte ho letto, tempo fa, che lo strutto rendeva le “chiacchiere” più buone. Sarà vero?