I ricercatori hanno diviso le partecipanti allo studio cinque gruppi, secondo i valori Ahei. Le donne del gruppo con gli indici più alti, spendono oltre il 124% in più ogni giorno in cibo da cucinare a casa propria rispetto alle donne con gli indici più bassi. Consumano più frutta fresca e succo di frutta, verdure, pollame e pesce, frutta secca, soia e fagioli, cereali integrali, e vantano un minor consumo di alcol, carni rossa e cibi pronti, formaggi grassi, cereali raffinati, snack e dolci.
Il gruppo più “virtuoso” quando fa la spesa ha anche tassi più bassi di angina, diabete di tipo 2 e ipertensione. È significativo il fatto che, oltre al diploma di infermiere, le donne di questo gruppo in genere hanno altri titoli di studio: anche un più alto livello culturale si associa a migliori scelte alimentari e quindi a una salute migliore.
Nel commentare il risultato, gli autori della ricerca sottolineano: «Anche se spendere di più per il cibo significa in generale avere una dieta più sana, è possibile migliorare l’alimentazione senza aumentare la spesa. Così, privilegiare l’acquisto di cibi di origine vegetale rappresenta il modo migliore per garantirsi la salute a tavola».
I ricercatori perciò raccomandano di “investire” di più in frutta secca, soia e legumi, cereali intergali (pasta, pane, farine) e comprare meno carni rosse e lavorate (insaccati, salumi) e formaggi grassi. A conti fatti, il modo migliore (e meno costoso) per migliorare la salute e il benessere.
Mariateresa Truncellito
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