Il Comitato di Controllo dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (IAP) ha stabilito che la pubblicità firmata da Le Bontà di Edo apparsa sul Corriere della Sera il 15 ottobre 2013 è ingannevole. La frase sotto accusa, posizionata con una certa evidenza nella parte alta del manifesto, dice “Lo sai che il glutine è dannoso per tutti?”.
La locandina, realizzata per promuovere alcune degustazione di prodotti artigianali gluten free in diverse città del Nord Italia, è stata censurata perché la frase induce i lettori a pensare al glutine come a una sostanza pericolosa.
In realtà il glutine, presente nei grano e nelle farine, rappresenta un’ottima fonte proteica, tranne che per i pazienti celiaci e i soggetti affetti dalla cosiddetta gluten sensitivity.
L’Associazione Italiana Celiachia (AIC) ritiene queste pubblicità scorrette, perché lasciano intendere che una dieta senza glutine sia più sana, più leggera e in alcuni casi anche dimagrante. In questo modo si diffonde la moda del gluten free, sponsorizzata anche da alcune aziende interessate più al business che al benessere dei cittadini. Si tratta di campagne scorrette che portano un sempre maggior numero di persone ad escludere senza motivo il glutine dalla dieta, indirizzando verso prodotti costosi e meno appetibili.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Io avrei detto “il glutine di oggi fa male”.
La percentuale di glutine assunta dagli italiani negli ultimi 20 anni è divenuta dannosa per la loro alimentazione. Difatti l’organismo degli italiani abituati da sempre a mangiare dosi massicce di alimenti contenenti glutine oggi è divenuto dannoso a causa della sostituzione della materia prima, il grano, da una qualità italiana ad una estera. Dov’è la differenza? Proprio nella composizione e nella percentuale di glutine presente, divenuta oggi il doppio (tale è il rapporto tra grano italiano ed estero) e pertanto causa del decuplicarsi di casi di intolleranze a vari livelli.
Per accertamenti in merito rivolgersi all’università delle marche
qusto è falso. Il grano maggiormente usato è la varietà Creso che è stato selezionato proprio in Italia una cinquantina di anni fa e ch effettivamente un elevato contenuto di glutine: proprio per questa qualità è stato selezionato ed ora è una delle varietà più coltivate in tutto il mondo.
Il contenuto di glutine rende più apprezzato un tipo di grano perchè più adatto alla panificazione.
Per chiarezza le faccio notare che dalla notte dei tempi al 1960 il nostro intestino digeriva grano del suo territorio poi è nato il creso dall’ibridazione ai raggi x e gamma del nostro miglior grano duro , allora si panificava con grano duro e ci si sfamava con pasta di grano duro , negli ultimi 50 anni il nostro intestino ha subito una pressione impensata consumiamo una quantità imponente di grano tenero da panificazione il quale per avere una alveolatura e fragranza commerciale ha bisogno di grande struttura il che vuole dire glutine e proteine , il primo serve per la costruzione della struttura glutinica che intrappola i gas prodotti dai lieviti e il secondo serve per dare croccantezza al prodotto , oggi la ricerca ha fatto si che nei nostri panifici si faccia il pane con grano “rinforzato” canadese avente quantità molto elevate di glutine e proteine per poi tendere ai miglioratori atti ad aumentare ancora tali valori , lei si chiedera perche? Io le risponderei se lei fosse capace di fare il pane saprebbe benissimo che con il grano duro per far uscire una buona alveolatura ci vogliono tempi lunghi perchè gli zuccheri (amidi) presenti nel grano duro sono molto piu complessi e meno raffinati del grano tenero e si metta nei panni di un panificio che avvia il ciclo di produzione alle 20 di notte con temperature basse se dovesse fare il pane di grano duro lo sfornerebbe dopo 2 giorni ed ecco che arrivano le farine tenere molto raffinate zuccheri molto semplici tali che i lieviti possono subito scinderli strutture resistentissime che non lasciano scappare nemmeno una po di gas risultato fragrante in men che non si dica risultato : mangiamo una quantità sconsiderata di grani non nostri altamente raffinati che il nostro organismo non è abituato a tollerare e questo solo per quanto riguarda la panificazione per non parlare di tutti i prodotti lievitati e iperlievitati fette biscottate biscotti pane bianco e altre porcherie del genere .
Per quanto riguarda invece la pasta di grano duro deve sapere che in italia si produce non + del 30% di grano duro utilizzato quindi senza approfondire il discorso + di tanto capisce bene che il restante 70 % da qualche parte lo devono pur prendere e qui ci aiutano i nostri cugini francesi e rumeni … con grani che hanno subito innumerevoli trattamenti casomai stipati anche in ucraina… etc etc!!
Milioni di pubblicità forniscono quotidianamente senza alcun intralcio, nè intervento delle autorità salvo casi sporadici, informazioni fasulle, tendenziose e dannose, soprattutto per i bambini e la loro salute – citiamo quella indecente di Banderas di una nota marca – e questa, che è l’unica a fornire un’informazione corretta, a dire per una volta tanto una verità, è l’unica che viene sanzionata, e non certo per ragioni di tutela della salute pubblica, ma degli interessi commerciali degli altri produttori. Complimenti, sia al sistema che a noi stessi, che continuiamo a forgiare la nostra cultura sul l’informazione pubblicitaria.
Non sono d’accordo questa pubblicità è scorretta e andava censurata . In ogni caso è vero che ci sono molte pubblicità ingannevoli noi nel nostro piccolo le segnaliamo. Aanche lei può inviare una lettera all’IAP o all’Agcm e fare un esposto, è tutto gratis. Ci faccia sapere
FINALMENTE! I cibi senza glutine vengono troppo spesso promossi come salutari per tutti, e questa strategia commerciale viene anche utilizzata da alcuni chef che propongono la loro cucina come “salutistica” solo perché non contiene glutine. Questa azienda ha tentato di spingersi ancora più in là proponendo un messaggio esplicitamente a favore del glutine “per tutti” e fortunatamente è stata sanzionata.