L’analisi delle spese della cucina è un’attività a cui chef e ristoratori si dedicano quotidianamente, ma che a causa del caro-bollette interessa sempre più anche le cucine casalinghe. Se infatti fino a qualche tempo fa le utenze domestiche non erano incluse nel calcolo del costo della spesa alimentare, oggi queste voci sono considerate sempre più rilevanti nel determinare il “food cost” di ogni pasto, il cui costo, a parità di ingredienti, dipende della quantità e dal prezzo (in costante aumento) delle materie prime necessarie per cucinarlo.
Sul Mercato libero, per effetto delle tariffe applicate alle utenze domestiche dai singoli fornitori, il prezzo finale di luce e gas si allontana molto dallo standard stabilito dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ARERA, che attualmente è di 0,975849 €/Smc (Standard metro cubo) per il gas e di 0,53451 €/kWh per l’elettricità (con aumenti rispettivamente del 16% e del 71% tra il III e il IV trimestre del 2022).
In teoria, quindi, per sapere quanto costa la preparazione di un piatto basterebbe calcolare per quanto tempo si utilizza ciascun fornello e a quale potenza, fare il rapporto rispetto al relativo consumo di gas o elettricità e moltiplicare il risultato ottenuto per il costo al metro cubo (mc) o al kWh della materia prima energetica utilizzata. Per esempio, considerando che, a seconda delle dimensioni, un fornello a gas acceso al massimo dell’intensità di fiamma sviluppa una potenza termica di 1 kW (se piccolo), 1,65 kW (se medio) e 3 kW (se grande) e consuma rispettivamente 0,06, a 0,1 e 0,18 metri cubi di metano all’ora (mc/h), se per cucinare un pasto completo si impiegano 1,5 kW/h, con un prezzo medio a metro cubo di circa 1,05 € (ma con punte che possono arrivare a 1,46-1,95 €/Smc) si spenderebbero all’incirca 0,18 € mentre lo stesso pasto cucinato sul fornello elettrico verrebbe a costare circa 0,75 €.
Tuttavia, come sottolineano alcuni siti specializzati, sul costo finale in bolletta influiscono diverse variabili, come l’efficienza degli elettrodomestici utilizzati nel trasferire calore ai cibi. Già nel 2020, l’Agenzia Enea, aveva condotto uno studio mettendo a confronto l’uso del gas piuttosto che della legna o dell’elettricità in cucina. Il risultato è stato una classifica delle tecniche di cottura più convenienti (gas, bollitore elettrico, microonde, carbone) che secondo gli esperti, è valida ancora oggi e che, grazie alla diversa tassazione di luce e gas e alle numerose offerte applicate a quest’ultimo.
Eppure, in previsione di ulteriori eventuali aumenti del costo del metano e nell’attesa che prendano piede forme di approvvigionamento energetico rinnovabile e più sostenibile, gli esperti di energia e cambiamento climatico si interrogano sulla convenienza (ecologica oltre che economica) dei metodi di cucina più all’avanguardia affermatisi negli ultimi anni. I moderni piani cottura a induzione, per esempio, consentono di controllare meglio l’energia termica erogata e la trasmettono al cibo con un’efficienza superiore del 40% rispetto ai fornelli a gas e consentono non solo di ridurre i tempi di cottura del cibo (e dunque anche la quantità di energia impiegata) ma anche la dispersione nell’ambiente di sostanze inquinanti (ossido di azoto, metano e CO2).
Lo stesso discorso vale per i forni elettrici di ultima generazione (come quelli a vapore o che consentono di cuocere più pietanze contemporaneamente a temperature differenziate) e per i cosiddetti metodi di cottura a bassa temperatura (CBT). Si tratta di termoriscaldatori ad alta precisione che, mantenendo in agitazione l’acqua, permettono di controllarne la temperatura in modo costante e di cuocere i cibi (carne, pesce, ma anche verdura e uova) lasciandoveli immersi a lungo (fino a 48 ore) all’interno di appositi sacchetti sottovuoto. Oltre al vantaggio in termini nutrizionali (dovuto alla conservazione delle sostanze termolabili e idrosolubili contenute negli alimenti), questo tipo di cottura consente di contenere i consumi energetici che solo in fase di riscaldamento vanno da 600 a 1100 W, ma una volta raggiunta la temperatura impostata si riducono molto. Con in più la possibilità di approfittare delle fasce orarie più convenienti per le preparazioni maggiormente energivore (un aspetto che non si applica, invece, al consumo di metano per il quale esiste una fascia unica).
Nell’attesa che questi e altri strumenti innovativi diventino comuni nelle cucine domestiche, diversi fornitori di materie prime (da selecta ad acea), enti istituzionali (come Enea) e Onlus (come Energoclub) hanno realizzato dei vademecum per incentivare un consumo più consapevole (e risparmioso) dell’energia, ridurre gli sprechi e i costi ai fornelli, ponendo particolare enfasi sull’utilizzo di elettrodomestici di classe energetica A o superiore (che consentono ottenere un risparmio di energia elettrica del 35-40%) ma anche sull’adozione di alcune strategie ingegnose per ridurre i consumi.
In particolare, tra le tecniche suggerite per risparmiare in cucina c’è quella di selezionare le ricette in base al tempo necessario per cucinarle. Per esempio, se un piatto di spaghetti conditi con una salsa semplice impiega 10 minuti a cuocere e comporta una spesa di 0,04-0,06 € a piatto; per gli gnocchi e la pasta fresca tempo e spesa si riducono a un terzo; per i risotti raddoppiano (0,08-0,12 €) e per le lasagne aumentano anche di 10 volte (fino a 0,85 di € tra cottura su fornello a gas e uso del forno elettrico).
Altri consigli riguardano la riduzione della quantità d’acqua impiegata per cuocere gli ingredienti (riducendo da 1 litro a 700 ml l’acqua usata per preparare 100 g di pasta, si risparmia circa ¼ di energia), il fatto di ritardare l’aggiunta del sale (per accelerare i tempi di ebollizione), il tagliare i cibi a pezzi più piccoli, la possibilità di sfruttare la “cottura passiva” a fuoco (o forno) spento. In più è utile scegliere pentole di materiali ad alta efficienza, che non necessitano di alte temperature e trattengono bene il calore, come vetro e ceramica per il forno (meglio se attivato in modalità “ventilata” e per cuocere più cibi contemporaneamente) e metallo per le padelle da utilizzare sui fornelli (rigorosamente con il coperchio).
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Utilizzare un bollitore d acqua( ne esistono diverse marche in commercio, solitamente ci si aggira su un prezzo medio che parte dai 32 euro ) ha la capacità di far risparmiare tempo e denaro. Si introduce l acqua nel bollitore.,si attende qualche minuto ,,certe volte addirittura pochissimi secondi,( questo dipende solo dalla quantità di acqua introdotta nel bollitore x essere riscaldata o bollita ) . l acqua sarà pronta quindi per essere versata in pentola x cucinare la pasta o in pochi secondi per fare una tisana o un te’… Il bollitore è una manna dal cielo in cucina.. Ne esistono alcuni con spegnimento automatico e quindi molto più sicuri .,soprattutto x le persone che hanno animali in casa ..
Personalmente ho scelto quest ‘ ultimo prototipo .Fidatevi
Ho appena ricevuto da Iren la bolletta del consumo del gas del bimestre novembre-dicembre 2022 di euri 844,10: nessun commento …
Idem (più o meno). Stesso fornitore. Praticamente bolletta raddoppiata, considerando che il riscaldamento è stato spento – delibere comunali – fino al 7 novembre, quando di solito nella mia zona lo si accendeva il 15 ottobre.
Marco Ok – hai verificato il consumo effettivo in m3 rispetto ai mesi precedenti? hai fatto un’analisi dello storico dei tuoi consumi? Il dato monetario presentato così non è molto significativo…
Pensate se le Società calcistiche tornassero in dietro a quando si giocava a ore diurne e non serali!!! 40.000 famiglie, pari allo sperpero di una sera a fari accesi, potrebbero campare meglio‼️