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Il consumo di carne rossa, soprattutto se lavorata come i salumi e gli insaccati, è associato a un aumento del rischio di andare incontro a una malattia cardiovascolare. Ma se si sostituisce qualche portata di questo tipo con una di origine vegetale questo rischio diminuisce.

L’associazione non è nuova, ma ora è confermata da un grande studio nel quale sono state monitorate le abitudini alimentari e la salute di oltre 43 mila uomini, tutti senza tumori o malattie cardiovascolari al momento dell’arruolamento, dal 1986 al 2016, con l’aggiornamento di tutti i dati ogni 4 anni. Si tratta, quindi, di una grande casistica analizzata per 30 anni, e i cui risultati possono essere considerati piuttosto affidabili.

Secondo lo studio, ogni porzione in più di proteine vegetali riduce il rischio di eventi cardiovascolari

Come riportato sul British Medical Journal dagli autori, i ricercatori della Chan School of Public Health di Harvard, nell’intervallo di tempo considerato ci sono stati 4.456 eventi cardiovascolari come gli infarti, che sono stati fatali per 1.860 persone. Controllando il consumo quotidiano delle diverse classi di alimenti, si è visto che a ogni porzione giornaliera in più di carne rossa è associato un aumento del rischio degli eventi cardiovascolari del 12% (un valore che in realtà oscilla dall’11% delle carni non lavorate al 15% di quelle lavorate). Quando però si è analizzato il peso di un piatto di proteine di origine vegetale (legumi, frutta secca e soia) in più al giorno, si è visto un effetto protettivo più marcato di quello nocivo: per ogni porzione giornaliera in più, la diminuzione del rischio di un evento cardiovascolare è stata del 14%. 

Analizzando poi i dettagli, sono emersi altri particolari interessanti. Per esempio, il confronto diretto tra piatti vegetali e carne rossa lavorata fa salire il vantaggio dei primi al 17%. I benefici, poi, si vedono anche tra gli uomini che hanno più di 65 anni (-18% di rischio). Tra i più giovani, invece, se si sostituisce una porzione di carne rossa con un uovo ogni giorno, il rischio cala del 20%.

Anche la sostituzione di carni rosse e lavorate con uova, latte e derivati è associata a un minore rischio cardiovascolare

Inoltre, vanno bene anche le sostituzioni con derivati del latte quali formaggi e yogurt, che sono anch’essi associati a un rischio cardiovascolare inferiore rispetto alle carni rosse in generale, così come lo sono le uova rispetto a quelle lavorate. Il pesce, invece, non sembra avere lo stesso effetto di legumi e verdure, ma secondo gli autori ciò probabilmente dipende dal fatto che molto spesso era cucinato in modo poco sano (per esempio panati industriali).

Va detto che si tratta comunque di uno studio osservazionale, nel quale, cioè, non c’è la prova dell’esistenza di un nesso di causa ed effetto tra dieta e malattie. Tuttavia i risultati ne confermano molti altri dello stesso tenore usciti negli ultimi anni, che mettono tutti sotto accusa il consumo eccessivo di carne rossa, soprattutto se lavorata, per l’apporto di grassi poco sani (e per quanto riguarda il rischio di tumori, per via di altre sostanze come l’emoglobina e i nitrati). In particolare, in questo caso, l’abitudine di far colazione con il bacon, tipica dei soggetti coinvolti (tutti uomini statunitensi), andrebbe abbandonata, anche perché negli altri pasti della giornata quasi sempre viene consumata altra carne in varie forme.

Il consumo di carne è eccessivo rispetto ai quantitativi consigliati dalle autorità sanitarie in moltissimi paesi sviluppati e sta salendo anche in quelli a sviluppo medio.

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Alessandra
Alessandra
9 Gennaio 2021 15:14

Posizione ufficiale dell’Academy of Nutrition and Dietetics: le diete vegetariane e vegane correttamente pianificate sono salutari, nutrizionalmente adeguate e possono apportare benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. “Vegetariani e vegani hanno un minor rischio di sviluppare determinate condizioni patologiche, tra cui malattie ischemiche cardiache, diabete di tipo 2, ipertensione, alcuni tipi di cancro, e obesità. Il ridotto apporto di grassi saturi e l’elevato consumo di verdura, frutta, cereali integrali, legumi, derivati della soia, frutta secca e semi oleaginosi (tutti alimenti ricchi di fibre e sostanze fitochimiche) rappresentano le caratteristiche delle diete vegetariane e vegane responsabili di una riduzione del colesterolo LDL e di un miglior controllo glicemico. Questi fattori contribuiscono alla riduzione del rischio di sviluppare malattie croniche”. É dunque molto più salutare eliminare del tutto la carne e i prodotti di origine animale, compresi latticini e uova. Chi volesse approfondire può visitare il sito http://www.sceinzavegetariana.it

Filippo Smriglio
Filippo Smriglio
11 Gennaio 2021 17:31

Sig.ra Alessandra, anche lei fa pubblicità alla filosofia vegana (attenzione: non ho detto vegetariana). L’argomento si è discusso ( o forse è meglio dire “chiacchierato”) nel numero de Il Fatto Alimentare del 5 gennaio u.s. Qui stiamo parlando di riduzione del consumo di “carne rossa”. Mi pare che i ricercatori del Chan School of Public Health di Harvard abbiano trovato una correlazione tra il consumo di carne rossa ed eventi cardiovascolari, precisando che può essere sostituita con latte e derivati ed anche uova e pesce. Comunque, come intelligentemente osservato dall’autrice del presente articolo, del fenomeno si dà solo un’interpretazione, ma non una spiegazione scientifica. E’ quindi necessario un approfondimento non solo di tipo statistico. Cioè, in effetti non possiamo giurare al 100% che il motivo sia in una dieta con forte consumo di carne rossa. Quanto all’eliminare il latte con tutti i suoi derivati, le uova, il miele ecc. in quanto di origine animale mi sembra una follia filosofica, che chiunque può in ogni caso seguire senza essere criticato. PS Guardi che l’indirizzo elettronico da lei proposto è inesistente.