Pezzi di carne rossa sul bancone del macellaio; concept: macelleria

Complici la pandemia, la guerra in Ucraina, la Brexit, l’inflazione e la crescente consapevolezza dei danni ambientali associati all’allevamento, nel Regno Unito si registra una tendenza nettissima: la costante diminuzione del consumo di carne. Un fenomeno descritto nelle statistiche ufficiali del Governo, che lascia intuire come probabilmente le abitudini stiano cambiando, forse in modo irreversibile.

Cala il consumo di carne nel Regno Unito

Secondo quanto riferito dal Guardian, infatti, nel 2022 il consumo medio è sceso – si fa per dire – a 854 grammi di carne a settimana. Si tratta del valore più basso da quando sono iniziate le registrazioni, nel 1974. È anche una quantità assai più bassa rispetto ai 976 grammi del 2021 e ai 949 del biennio 2019-2020, pre-pandemia. 

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Il consumo di carne nel Regno Unito nel 2022 è sceso ai minimi storici, calando di circa 120 grammi pro capite alla settimana dal 2021

Andando più indietro nel tempo, poi, si capisce ancora meglio quanto i cittadini britannici stiano modificando la propria alimentazione. Rispetto al 2012 c’è una diminuzione del 14%, che diventa 26% se si considerano solo la carne di agnello, manzo o maiale, e 11% se invece si osservano il pollo e gli altri tipi di carne. In ogni caso, il calo c’è e si riflette anche nel take away. Rispetto agli anni Ottanta, l’acquisto di tutti i prodotti considerati – burger, pasticci di carne e kebab – è in diminuzione costante. Per quanto riguarda il cibo d’asporto nel 2021-22 i consumatori ne hanno mangiati, in media, 27 grammi a settimana, cioè circa la metà di quelli del 2012. In generale il consumo di carne tritata è ai livelli più bassi dal 1999.

La riduzione, inoltre, riguarda anche il pesce. Nell’ultimo anno il consumo è stato di 135 grammi a settimana pro capite, contro i 148 del periodo prepandemico.

Brexit e inflazione aggravano la crisi 

Anche se in generale i consumi domestici sono diminuiti, tornando a livelli prepandemici, le crisi che sono arrivate negli ultimi anni, amplificate nel Regno Unito dalla Brexit e dall’elevata inflazione, hanno lasciato il segno. Lo dimostra il fatto che i consumatori si stanno orientando sempre di più verso prodotti economici. Oggi in media i cittadini britannici mangiano solo 13 grammi di tagli costosi di manzo alla settimana, mentre un anno fa erano 21. Lo stesso si vede con i tagli più economici, con i 20 grammi settimanali scesi agli attuali 12. Il motivo è chiaro: nell’ultimo anno la carne di manzo più pregiata è aumentata del 10%, quella di pollo del 9%.

Banchi frigo con carne pre-incartata o preconfezionata nel reparto macelleria del supermercato
La crisi economica innescata dalla guerra in Ucraina è stata esacerbata dall’inflazione e, nel Regno Unito, dalla Brexit

C’entra poi anche, con ogni probabilità, il fatto che sempre più persone pensano di dover diminuire il proprio consumo di carne per contribuire a ridurre l’impatto degli allevamenti e per aumentare il benessere animale, rafforzate, in questi propositi, dai numerosi studi che dimostrano come cambiamenti anche di modesta entità possano avere un impatto rilevante.

Meno carne rossa e latte vaccino abbassa l’impronta della dieta

Alla fine di ottobre, per citarne solo uno degli ultimi pubblicati, Nature Food ha reso noto quanto calcolato dai ricercatori della Tulane University School of Public Health and Tropical Medicine prendendo in considerazione un campione di 7.700 americani. Solo sostituendo, nei cibi più comuni, compresi quelli da take away, la carne di manzo con quella di pollo o tacchino, e preferendo dare ai propri figli bevande vegetali piuttosto che latte vaccino, l’impronta associata al cibo degli americani potrebbe calare del 35%. Allo stesso tempo la qualità della loro dieta potrebbe migliorare del 4-10%. Studi come questo si susseguono ormai da alcuni anni e stanno contribuendo a rendere le persone più consapevoli e più attente alle scelte quotidiane. Del resto, c’è ancora molta strada da fare: 854 grammi a testa a settimana sono una quantità certamente ancora lontana dai valori ottimali, da tutti i punti di vista.

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2 Commenti
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Gina
Gina
15 Novembre 2023 23:50

Anche in Italia il dato è calante .
il 58% della gente infatti ha ridotto il consumo della carne …… I vegetariani ringraziano..

Beti PIOTTO
Beti PIOTTO
9 Dicembre 2023 22:58

La Natura ringrazia il calo del consumo. La produzione di carne è altamente energivora.