Nel nostro futuro ci saranno arrosti e hamburger di carne ottenuta in laboratorio?

Nel nostro futuro ci saranno arrosti e hamburger preparati in laboratorio senza la necessità di macellare animali e destinare preziose risorse vegetali alla produzione di mangimi? Gli studi sulla produzione di carne artificiale stanno progredendo, e i primi prodotti cominciano a essere sottoposti al test di gradimento di cuochi e consumatori. Come mostra questo video in cui Dan Anderson, un popolare chef americano, usa il macinato prodotto dalla Memphis Meats per cucinare delle polpette all’italiana ben accolte dagli assaggiatori. «La nostra è vera carne, prodotta in laboratorio partendo da cellule estratte da un bovino vivo, fatte crescere per diventare tessuto e muscolo», ha spiegato alla rivista Food Safety News Uma Valeti, che ha abbandonato la sua attività di cardiologo per fondare Memphis Meats di cui oggi è il presidente.

L’assaggio di quella che gli addetti ai lavori definiscono “carne pulita” è un momento storico: «Stiamo trovando il modo di produrre proteine animali senza allevare nutrire e macellare esseri viventi, il che vuol dire che saremo in grado di sostenere le esigenze alimentari del pianeta nel modo migliore per l’ambiente e per noi stessi», spiega Valeti. Le cifre sembrano dargli ragione considerato che, secondo dati OCSE, tra il 2011 e il 2020 il consumo di carne in America del nord dovrebbe aumentare dell’8 %, in Europa del 7 e in Asia addirittura del 56%. Un mercato in espansione che spiega perché dal 2013, quando a Londra è stato presentato e consumato il primo hamburger realizzato in laboratorio, è partita la corsa  per trovare un modo per riprodurre l’esperienza gustativa della carne, diversi dai surrogati vegetali in commercio. «Non esistono alimenti vegani in grado di sostituire davvero bistecche e hamburger, senza contare che questi prodotti di solito hanno un prezzo elevato», spiegano i ricercatori di Super meat, la start up israeliana che finanzia attraverso Indiegogo il progetto di avviare una produzione di carne artificiale su larga scala. L’idea è creare piccoli impianti di produzione da collocare in supermercati o ristoranti, e perfino a domicilio. I primi prodotti, realizzati partendo da cellule staminali, dovrebbero essere disponibili tra cinque anni, «e in prospettiva il sistema permetterà a chiunque di produrre autonomamente la propria carne Supermeat», affermano i responsabili dell’azienda. Le polemiche non mancano, e non arrivano solo dagli allevatori perplessi di fronte ai potenziali concorrenti. Anche il popolare chef americano Anthony Bourdain ha preso posizione affermando che, prima di pensare a produrre carne artificiale, bisognerebbe fare attenzione a evitare sprechi e a consumare i tagli di carne che il mercato americano non accetta, come le interiora.

Oggi gli esperti ritengono possibile produrre carne a 36 dollari la libbra, che corrispondono a 9 dollari per il classico hamburger

In realtà, per ora l’ostacolo principale alla diffusione della carne artificiale è il prezzo, che i progressi della ricerca stanno riducendo e in prospettiva dovrebbe scendere dopo l’avvio di una produzione estensiva. Nel 2013 il primo hamburger “costruito” in laboratorio è costato  oltre 300.000 dollari, oggi gli esperti ritengono possibile produrre carne a 36 dollari la libbra, ovvero 9 dollari per il classico hamburger. E proprio gli hamburger potrebbero essere la destinazione privilegiata della carne ottenuta in laboratorio , anche se le ultime ricerche mirano a diversificare il prodotto e Supermeat sta puntando verso il petto e i fegatini di pollo: «Non è  un caso che fino a oggi gli esperimenti culinari siano stati fatti con carne macinata osserva Gianna Ferretti, docente presso la scuola di specializzazione in Scienza dell’alimentazione dell’Università delle Marche – al momento non è pensabile produrre qualcosa di simile a una bistecca artificiale, perché la struttura del muscolo e il colore dipendono anche dal tipo di vita dell’animale». D’altro canto un bovino o un suino allevato al pascolo e gli stessi polli cresciuti  in un ampio spazio di terra hanno sapore e consistenza diversi rispetto ad animali nati e vissuti al chiuso. In compenso la carne artificiale potrebbe dare maggiori garanzie di igiene rispetto a quella vera, evitando le contaminazioni batteriche che possono essere causate dai processi di macellazione, ma anche i pericoli di malattie come l’influenza aviaria o la “mucca pazza”, e la diffusione dell’antibioticoresistenza.

allevamento carne
«La carne piace, e i consumatori vogliono continuare a mangiarla. Noi gli permetteremo di farlo in tutta sicurezza, rispettando l’ambiente e il benessere animale»

Questi aspetti legati alla contaminazione batterica sono particolarmente sentiti negli Stati Uniti, dove ogni anno si registrano  oltre 70 mila casi di salmonella legati al consumo di pollo poco cotto, e i patogeni della carne sono la principale causa di decessi dovuti al consumo di alimenti infetti. «Anche in laboratorio possono esserci problemi di igiene dovuti a errori nelle procedure, ma non esiste un rischio di contaminazioni batteriche come quello potenzialmente presente in un allevamento», osserva Ferretti. Senza contare i benefici per l’ambiente e il fatto che si eviterebbe di sacrificare animali: «La carne piace, e i consumatori vogliono continuare a mangiarla. Noi gli permetteremo di farlo in tutta sicurezza, rispettando l’ambiente e il benessere animale», assicurano i responsabili di SuperMeat. Dovremo attendere ancora qualche anno, ma la profezia di Winston Churchill, che già nel 1931 si chiedeva perché non fosse possibile produrre petti o ali di pollo invece di crescere un animale per ricavarne solo le parti che preferiamo, sembra destinata ad avverarsi.

 

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ezio
ezio
1 Febbraio 2017 11:55

Pur schierandomi dalla parte degli animali, nutro molte perplessità per il procedimento di crescita artificiale indotta nelle cellule animali di partenza.
Stimolazione biologica artificiale forzata, che se per caso si dovesse trasferire nell’alimento e quindi nel consumatore finale, non oso immaginare quali conseguenza potrebbe causare in tema di proliferazione cellulare incontrollata, che sappiamo gestire solo come patologia degenerativa con chemioterapici.
La mia è solo ipotesi e prudenza, ma vista l’euforia e la fretta di creare business degli scopritori, penso si debbano tirare un po di freni, prima di accettare questi esperimenti come un novel food e propinarlo senza un adeguato periodo di osservazione.

GIGI
GIGI
6 Febbraio 2017 10:45

CI RISIAMO
SE LA CARNE NATURALE FA VENIRE IL CANCRO, COME AFFERMA L’OMS. QUESTA NON CARNE NE FARA’ VENIRE TANTI CAN CRI
SMETTIAMOLA PER FAVORE E MANGIAMO LEGUMI ANCHE SE IDROPONICHE

Lorenzo
Lorenzo
Reply to  GIGI
7 Febbraio 2017 10:34

Chiedo alla Redazione di censurare commenti come questo che affermano pericolosissime menzogne come “la carne fa venire il cancro”.

Alice
Alice
Reply to  GIGI
7 Febbraio 2017 10:59

Certo dire che la carne fa venire il cancro è un’esagerazione, ma come detto dall’OMS e riportato in questo articolo le criticità legate all’insorgenza di tumori ci sono:
“studi epidemiologici che suggerivano come un piccolo aumento del rischio di diversi tumori potesse essere associato a un elevato consumo di carne rossa o di carni lavorate. Anche se questi rischi sono piccoli, potrebbero essere importanti per la salute pubblica, perché molte persone in tutto il mondo mangiano carne e il consumo è in aumento nei paesi a basso e medio reddito.”
http://www.ilfattoalimentare.it/carni-rosse-salute-domande.html

salvo
salvo
Reply to  GIGI
9 Febbraio 2017 08:29

concordo con gigi

vito
vito
7 Febbraio 2017 10:15

Abituati a mangiare alimenti senza sapore alla fine la carne artificiale conquisterá il mercato.
Ma vuoi mettere il sapore della carne di animali allevati non in maniera intensiva e con l’uso di foraggi?

Lorenzo
Lorenzo
Reply to  vito
7 Febbraio 2017 11:12

La carne artificiale ha un senso proprio perché il grande pubblico in ogni caso consuma già carne organoletticamente molto scarsa. E quindi per l’ambiente, la salute ed il benessere animale probabilmente è meglio quella artificiale.
La carne di qualità in ogni caso, per essere sostenibile, può essere solo un bene “di lusso”, consumato per puro piacere, non può essere il pilastro proteico dell’alimentazione umana. Quindi vedo bene la carne di qualità affiancata a quella artificiale.

ezio
ezio
7 Febbraio 2017 12:44

Gentile Lorenzo non comprendo il contrasto tra la sua sensibilità molto condivisa per il benessere animale, sacrosanto traguardo da raggiungere a tutti i costi, anche per la qualità dell’alimento e l’accettazione del consumo di carne o altro cibo artificiale.
Penso che anche noi umani abbiamo diritto al rispetto della nostra salute e benessere, almeno quanto gli animali e nutrirci di cibo artificiale non credo faccia parte di questo rispetto.
Forse per i prossimi abitanti di Marte potrebbe essere una valida alternativa alle pillole, ma per chi resta con i piedi per Terra, non mi sembra una soluzione ne un’evoluzione scientifica da perseguire, in quanto con qualche cellula contenente DNA originario, potremmo produrre qualsiasi tessuto sia animale, sia vegetale e nutrirci di fagioli, polli, bisonti ed anche di noi stessi medesimi, artificialmente autoriprodotti!!

GIGI
GIGI
7 Febbraio 2017 13:03

DEDICATO AL SIGNOR LORENZO
LA CENSURA SEMMAI ANDREBBE FATTA ALL’OMS. IN OGNI MODO C’è UN PASSO DI GIACOMO LEOPARDI CHE FA PENSARE

Anche sogliono essere odiatissimi i buoni e i generosi perchè ordinariamente sono sinceri, e chiamano le cose coi loro nomi. Colpa non perdonata dal genere umano, il quale non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina.
In modo che più volte, mentre chi fa male ottiene ricchezze, onori e potenza, chi lo nomina è strascinato in sui patiboli, essendo gli uomini prontissimi a sofferire o dagli altri o dal cielo qualunque cosa, purché in parole ne sieno salvi.
Giacomo Leopardi

Roberto Contestabile
7 Febbraio 2017 21:56

Carne prodotta in laboratorio? Di male in peggio!

Davide
Davide
8 Febbraio 2017 07:54

Io non mangio carne da 5 anni e non sono mai stato così bene.
Per me gli allevamenti intensivi potrebbero chiudere immediatamente.