prima colazione con cereali e frutta su sfondo tavolo rustico

pane farina integrale semiFibre e cereali integrali sono importanti dal punto di vista fisiologico, metabolico e persino microbiotico intestinale. Mangiare cibi ricchi di fibre e cereali integrali è un chiaro vantaggio per la nostra salute riducendo l’insorgere di una gamma sorprendentemente ampia di importanti malattie.” Lo afferma Andrew Reynolds, del dipartimento di Medicina dell’Università neozelandese di Otago, principale autore di uno studio pubblicato dalla prestigiosa rivista medica The Lancet, che ha riesaminato 185 studi prospettici e 85 studi clinici che hanno coinvolto 4.635 adulti.

La conclusione, in un periodo in cui vanno di moda le diete low carb, è che non tutti i carboidrati sono uguali ma hanno qualità diverse. Si tratta di sostituire i cereali raffinati con quelli integrali, che oltre ad avere un effetto positivo sul controllo del peso hanno anche un enorme effetto protettivo: una vasta gamma di malattie, tra cui diabete, malattie cardiovascolari e cancro, beneficiano di un dieta ricca di carboidrati.

La nostra ricerca indica che dovremmo assumere almeno 25-29 grammi di fibra dagli alimenti al giorno, anche se la maggior parte di noi ne assume meno di 20”, spiega il dott. Reynolds. “I modi pratici per aumentare l’assunzione di fibre sono di basare i pasti e gli spuntini intorno a cereali integrali, verdure, legumi e frutti interi.

I risultati dello studio indicano 13 morti in meno e sei casi in meno di malattie coronariche per ogni mille persone che seguono diete ricche di fibre, rispetto a quelli che ne consumano poche. Inoltre, le persone con un alto contenuto di fibre nella loro dieta mostrano un minor peso corporeo e un livello più basso di colesterolo totale.

Lo studio è stato commissionato dall’Organizzazione mondiale della sanità in vista della formulazione di nuove raccomandazioni per l’assunzione giornaliera ottimale di fibre e per determinare quali tipi di carboidrati forniscono la migliore protezione contro le malattie non trasmissibili e l’aumento di peso.

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Osvaldo F.
Osvaldo F.
31 Gennaio 2019 16:21

Mah, se la matematica non mi inganna, abbiamo una differenza del 2‰: è statisticamente significativa? Inoltre si dice che la differenza è tra “chi ne consuma molte” e “chi ne consuma poche”, quindi la differenza diminuisce se si rapporta al consumo “medio” (dove stat virtus}. Io le fibre cerco di consumarle, ma temo ci siano problemi per le persone che soffrono di colite, giusto? Riguardo il diabete, per dire consumo il pane industriale di grano duro invece che di grano tenero, è migliore come indice glicemico, vero?

Rocco
Rocco
Reply to  Osvaldo F.
2 Febbraio 2019 06:20

Sarà anche statisticamente significativo ma non vuol dire che è un effetto importante. Al di là di questo trovo assurdo come si diffondano certi messaggi sulla base di studi epidemiologici (con così modesti risultati tra l’altro). Questo tipo di studi non possono provare nessun nesso di causa ed effetto proprio per come sono concepiti. Ci vengono però riportati come sensazionali verità. No non è così. In questo caso poi i fattori confondenti sono enormi. Prima di dire che sono le fibre contenute negli alimenti a base di carboidrati che fanno vivere più a lungo, bisognerebbe essere sicuri dI poter confrontare persone con lo stesso stile di vita, ad esempio. Questo è però impossibile. È da tenere presente poi che nessuno degli studi presi in considerazione dalla metà-analisi confronta diete low-carb con diete “non low-carb” quindi l’affermazione che si riferisce alle prime, discreditandole, è del tutto pretestuosa. A maggior ragione, se si considera che una vera alimentazione low-carb consente di raggiungere facilmente (se proprio ce ne fosse la necessità) il fabbisogno di fibre alimentari indicato nell’articolo, assumendo tra l’altro molte meno calorie e molti meno zuccheri di quelli che si assumerebbero seguendo un’alimentazione come quella qui pubblicizzata.

ezio
ezio
14 Febbraio 2019 13:19

Faccio notare che per le fibre (patologia colite a parte dove le insolubili sono da evitare), non ci sono studi scientifici ne tradizioni antiche e popolari, quindi statisticamente molto significative per l’ampiezza quantitativa e temporale dell’osservazione, che riportino controindicazioni significative.
A differenza di tutte le altre componenti degli alimenti, come i grassi vari, gli zuccheri, le carni, i cereali con glutine, i latticini, la frutta ed anche i legumi, che presentano delle criticità più o meno diffuse ed impattanti sulla salute degli esseri umani in tutto il mondo.