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Per più di 30 anni la famiglia Morettino ha cercato di produrre caffè su un piccolo appezzamento di terra in Sicilia senza grande successo. Ma la scorsa primavera 66 piantine hanno prodotto circa 30 kg di caffè, il che potrebbe trasformare l’isola italiana nella piantagione di caffè più settentrionale del mondo”. Comincia così un articolo del Guardian firmato da Lorenzo Tondo ponendo seri interrogativi sull’emergenza climatica che sta tropicalizzando l’agricoltura mediterranea della Sicilia. Va detto che nel mese di agosto l’intera isola ha registrato temperature molto al di sopra della media con picchi di  quasi 49°C nell’area sud-orientale di Siracusa, la temperatura più alta mai registrata in Europa.

Negli anni ’90, dopo tanti viaggi in giro per il mondo – scrive Tondo nell’intervista a Andrea Morettino – mio ​​padre decise di provare a piantare alcune piante di caffè nel nostro piccolo orto alle porte di Palermo, su un terreno a 350 metri sul livello del mare. Di solito, le piantagioni di caffè crescono intorno ai 1.500 metri sul livello del mare. All’inizio è stato un semplice esperimento ma dopo molti  tentativi abbiamo cominciato a notare che i chicchi di caffè stavano crescendo di numero, fino alla scorsa primavera quando senza l’ausilio di serre o pesticidi un raccolto abbondante ci ha permesso di lavorarli, essiccarli e tostarli”.

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In Sicilia l’emergenza climatica e l’aumento delle temperature hanno giocato un ruolo decisivo nella fioritura delle piante di caffè

È chiaro che l’emergenza climatica e il conseguente aumento delle temperature hanno giocato un ruolo decisivo nella fioritura delle piante di caffè, ma il problema non è il caldo eccessivo, ma bensì il freddo invernale. La questione però non è grave e potrebbe essere risolta con le serre, come si fa adesso per molti ortaggi. Gli scienziati affermano che l’emergenza climatica potrebbe spazzare via le colture agricole tradizionali del Mediterraneo, lasciando i coltivatori alla ricerca di alternative tropicali. Secondo loro l’emergenza climatica potrebbe spazzare via le colture agricole tradizionali dal Mediterraneo, lasciando i coltivatori alla ricerca di alternative tropicali. Prova ne è che negli ultimi tre anni la produzione di avocado, mango e papaya in Sicilia è raddoppiata.

Christian Mulder, professore di ecologia ed emergenza climatica all’Università di Catania intervistato dal Guardian sostiene che “C’è un rischio molto alto e imminente di desertificazione sull’isola, con molti vitigni storici destinati a scomparire. Nello scenario peggiore a lungo termine, l’intera parte sud-occidentale della Sicilia sarà climaticamente indistinguibile dalla Tunisia. Questo sta costringendo gli agricoltori ad adattarsi alle nuove colture”.

© Riproduzione riservata Foto: depositphotos.com, isotck.com

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