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Tra panini sequestrati alla frontiera e tir zeppi di pesce ritardati dalla nuova burocrazia, la Brexit sta cominciando a mostrare i suoi effetti. Nonostante sia stato raggiunto un accordo commerciale in extremis, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea comporta nuove procedure, più burocrazia e il ritorno di divieti a cui non si era più abituati, dopo anni di libera circolazione. E tutto ciò ha subito creato problemi.

Le nuove regole in vigore stabiliscono il divieto di importare in Europa, a titolo personale, carne e latticini dai Paesi extra-europei (con alcune eccezioni), perché potrebbero veicolare alcuni agenti patogeni. La conseguenza? Come riportato dal Post, gli ignari conducenti provenienti dal Regno Unito sbarcati nei Paesi Bassi nel nuovo anno si sono visti sequestrare dai funzionari doganali i cibi vietati, tra cui dei semplici panini al prosciutto.

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In Scozia si sono registrati grossi problemi e ritardi nelle esportazioni di pesce verso l’Europa

Se i sandwich confiscati possono far sorridere, la Brexit sta causando problemi seri e ritardi alle esportazioni alimentari britanniche verso l’Europa. Tra le più colpite dal nuovo impianto burocratico figurano le esportazioni di pesce dalla Scozia, che, secondo quanto riferisce Euronews, a valanga hanno causato un calo dei prezzi sui mercati locali. Le principali associazioni di categoria scozzesi – Scotland food and drink, la Scottish salmon producers organisation e Seafood Scotland – hanno denunciato che “dozzine di camion carichi di pesce non sono riusciti a lasciare la Scozia in orario da quando la Brexit è entrata pienamente a regime il primo gennaio di quest’anno. – aggiungendo che – La confusione legata alla burocrazia, alla documentazione aggiuntiva necessaria e problemi informatici hanno contribuito a ritardi e intoppi.

Non è solo l’industria ittica scozzese a lamentare problemi e ritardi nelle esportazioni. Anche le aziende di altre zone del Regno Unito hanno denunciato gravi complicazioni dovute a problemi burocratici. I trasportatori britannici, invece, memori del recente blocco di migliaia di tir e furgoni nel Sud dell’Inghilterra, hanno fatto appello alle autorità francesi, chiedendo un “approccio pragmatico” nel timore che il transito attraverso la Manica possa subire forti rallentamenti dovuti ai controlli più stringenti.

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Ai problemi ha contribuito l’impreparazione dovuta al raggiungimento dell’accordo solo pochi giorni prima dell’entrata in vigore della Brexit

Non ha giovato, sicuramente, il fatto che l’accordo commerciale tra Unione Europea e Regno Unito sia stato raggiunto all’ultimo secondo: il governo britannico ha pubblicato le linee guida aggiornate per l’import/export (lunghe oltre 300 pagine) solo poche ore prima dell’entrata a regime della Brexit. Di conseguenza aziende ed trasportatori sono arrivati al primo gennaio largamente impreparati. “Se l’accordo fosse stato concluso anche solo un paio di mesi fa, – dichiara Tavish Scott della Scottish salmon producers organisation – avrebbe dato ai nostri produttori e trasportatori il tempo di testare i nuovi sistemi, la documentazione e mettere tutto a posto.

Sul fronte delle importazioni, si sono registrati problemi di approvvigionamento, con tanto di spazi vuoti sugli scaffali in qualche supermercato, in Irlanda e Irlanda del Nord, che pur essendo parte del Regno Unito resta soggetta alle norme europee per il commercio per mantenere aperta la frontiera con con la vicina Repubblica. Nonostante questo, la Brexit è riuscita comunque a creare problemi: i beni prodotti nel continente europeo che arrivano in Irlanda attraverso il Regno Unito sono ora soggetti a nuove tariffe di ri-esportazione.

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