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Il 10-11 maggio a San Paolo si terrà SEMEAR 2011 il primo summit brasiliano su Prodotti e sementi non-OGM. Non l’ennesima manifestazione eco-ambientalista, ma una vera fiera agro-industriale.

Quasi dappertutto si legge che gli OGM sarebbero la migliore soluzione per proteggere le piante e aumentare le rese, e invece il secondo produttore mondiale di soia e di mais (con 68 milioni di tonnellate e 24 milioni di ettari di piantagioni nel 2010 per la sola soia) si appresta a lanciare una nuova era. Il mercato di sementi e prodotti “OGM-free” per la comunità globale.

Visionari o profetici? Già un quarto di secolo fa il 95% delle automobili prodotte in Brasile viaggiava con bio-combustibile auto-prodotto: il popolo della samba e della bossa-nova ha sempre molto da insegnarci sulla rivoluzione verde, non solo in fatto di musica e di gioia di vivere.

Parteciperanno a SEMEAR 2011 esperti internazionali di agronomica e agro-industria. Gli obiettivi: promuovere lo sviluppo del mercato di materia prima agricola non-OGM presso produttori, esportatori e importatori di sementi; incentivare la ricerca applicata a nuove varietà di sementi non-OGM per il mercato globale; stimolare la creazione di nuovi modelli e strumenti per commercializzare sementi non-OGM e prodotti alimentari “OGM-free”, favorendoli così nella programmazione stagionale delle semine da parte degli agricoltori; scambiare informazioni tecniche, dati di mercato ed esperienze tra i partecipanti al simposio: mostrare il potenziale brasiliana nella produzione di sementi non-OGM.

Strano ma vero, il principale sostegno alla soia non-OGM proviene dalla Brazilian Agricultural Research Corporation Embrapa, che a ottobre 2010 ha lanciato un programma per incentivarne la produzione, come reazione al sopravvento delle varietà geneticamente modificate che i colossi del biotech stanno realizzando.

Il programma è focalizzato sulla produzione nel Mato Grosso: i coltivatori di soia lamentano difficoltà nel procacciare sementi non-OGM in quantità idonea a soddisfare le richieste del mercato, che continua a riconoscere plus-valore al prodotto tradizionale.

«In un paio d’anni rischiamo di trovarci nelle mani delle multinazionali che lavorano con le biotecnologie», ha preconizzato l’ex governatore del Mato Grosso. È pur vero che la soia OGM ha un ruolo significativo nelle produzioni (il 65% circa, nella regione), ma le varietà naturali non devono comunque venire abbandonate.

Perciò Embrapa, istituzione pubblica legata al Ministero dell’Agricoltura brasiliana, «sta sviluppando diversi tipi di sementi convenzionali, da adattare alle più diverse condizioni geo-atmosferiche, e ne aumenterà la produzione con l’aiuto di società partner», ha spiegatto Alexander Cattelan, il direttore del settore soia. La sua ambizione è offrire un’alternativa adeguata – per quantità, qualità e rese – alle dirompenti offerte GM di Monsanto, Bayer CropScience e BASF. Tenendo a mente che tali società ricevono royalties per l’utilizzo delle loro tecnologie, e che gli agricoltori potrebbero volentieri fare a meno di questa gabella.

foto: Photos.com

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