L’Istituto di autodisciplina pubblicitaria, con la pronuncia del Comitato di controllo n. 48/19 del 30/08/2019, ha censurato la pubblicità dell’amaro Brancamenta di Fratelli Branca Distillerie diffusa sul social Instagram da un influencer lo scorso 29 agosto 2019 perché viola l’articolo 7 del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale: la natura pubblicitaria del post non era immediatamente riconoscibile come previsto dalle norme e dalla Digital Chart.
La pubblicità di Brancamenta
La pubblicità censurata era composta da due foto nelle quali l’influencer, di cui lo Iap non rivela il nome, racconta le sue vacanze ponendo in primo piano una bottiglia di amaro Brancamenta. Il post era accompagnato dalla didascalia “…un’estate calda, molto calda. Ma grazie a @brancamenta_it ho potuto rinfrescare la mente ed il palato…”: secondo il Comitato di controllo, il contenuto pubblicitario delle immagini è stato presentato al pubblico come descrizione della vita privata dell’influencer, come spesso accade, ma senza segnalare che in realtà si trattava di un’inserzione.
Secondo lo Iap, la natura commerciale del post non risulta immediatamente riconoscibile dai consumatori, perché non era presente né l’indicazione di post ‘sponsorizzato’ rilasciata da Instagram (vedi foto sopra), né gli accorgimenti previsti dalla Digital Chart per segnalare i contenuti pubblicitari: ad esempio l’uso degli hashtag come #ad o #adv, oppure quelli riferiti alla campagna in corso. L’unica indicazione presente è il tag al brand (@brancamenta_it), che però l’Istituto non considera sufficiente a identificare in maniera inequivocabile il post come una pubblicità.
Gli influencer sono personalità della rete che hanno il potere di influenzare – appunto – i consumatori nella scelta di un prodotto, solitamente (ma non sempre) perché hanno acquisito una certa autorevolezza in un certo settore, ad esempio in quello del cibo, dei cosmetici o della moda. La pubblicità veicolata attraverso gli influencer è definita endorsement e, se non adeguatamente segnalata, c’è il rischio che il consumatore la percepisca come un semplice consiglio: per questo motivo le regole stabilite dallo Iap prescrivono che quando un post su un prodotto o su un marchio è stato realizzato sulla base di un contratto commerciale, questo deve essere segnalato in modo visibile e inequivocabile.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.