Le persone obese hanno concentrazioni più alte di bisfenolo A nel corpo. Secondo uno studio appena pubblicato su JAMA e firmato da Leonardo Trasande, della New York University School of Medicine, questa sostanza (plastificante bandito dai biberon e dalle stoviglie per bambini e in alcuni paesi da tutto ciò che entra in contatto con il cibo perché considerato responsabile di squilibri ormonali e di effetti dannosi per la salute) potrebbe essere all’origine anche di un aumento di rischio di sviluppare obesità.

 

L’autore ha messo in relazione il contenuto di bisfenolo A (BPA) nelle urine con l’incremento del peso su 3.000 bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 e i 19 anni (il 18% dei quali obesi e il 30% in sovrappeso) e ha visto che i ragazzi avevano una concentrazione media di 3 nanogrammi di BPA per millilitro di urina. Facendo una correlazione tra peso corporeo e BPA, ha notato che solo un ragazzo su dieci tra quelli con i valori più bassi era obeso, contro il 22% di quelli con un quantitativo maggiore nelle urine.

 

Trasande, afferma di essere stupito dell’entità della differenza precisando di non essere sicuro del  nesso causa-effetto. Esistono spiegazioni alternative come per esempio l’ipotesi dei ragazzi obesi che tendono a mangiare più alimenti in scatola o conservati (il BPA si trova nella plastica utilizzata per sigillare le lattine e le scatole in metallo), accumulando così nelle cellule adipose più bisfenolo rispetto ai ragazzi magri. Quale che sia l’ordine dei fatti – sottolinea il ricercatore – siamo in presenza dell’ennesimo dato preoccupante sul BPA e in generale sui cosiddetti intereferenti endocrini e tutto lascia credere che anche questi agenti abbiano un ruolo nell’aumento vertiginoso dell’obesità infantile e non solo.

 

Del resto – ha ricordato Karin Michels, epidemiologa della Harvard School of Public Health di Boston e autrice lei stessa di uno studio in cui emerge un nesso tra concentrazione di BPA e peso negli adulti – la mole di dati che collegano il BPA all’obesità e alle malattie come il diabete di tipo 2 è in costante aumento, anche se per ora si tratta di risultati ottenuti sugli animali. In realtà – ha concluso – ancora oggi non siamo in grado di dire quanto il BPA sia sicuro ma in attesa di risultati definitivi possiamo ricorrere al principio di precauzione, evitando di consumare alimenti conservati in lattine, in bottiglie in policarbonato e in generale nella plastica, a meno che non sia esplicitamente indicato che si tratta di plastiche BPA-free.

 

Agnese Codignola

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