La questione “Bisfenolo A” riappare sul tavolo di discussione della Commissione Europea. 
A 5 anni di distanza dall’ultima decisione che il braccio esecutivo dell’Unione Europea aveva preso per limitare l’esposizione dei consumatori alla sostanza, una nuova misura si affaccia sul panorama legislativo europeo, allo scopo di proteggere la popolazione da un “rischio per la salute accertato”.
 Tra giravolte, opinioni contrastanti e studi controversi sembra che, finalmente, verrà messo un punto definitivo all’impiego (intenzionale) del noto interferente endocrino in tutti gli imballaggi e materiali destinati al contatto con alimenti. 
Se ad oggi non esistono dati certi su quale sarà la portata della disposizione legislativa (visto che si tratta di un’iniziativa), dettagli interessanti trapelano dalla presentazione del webinar ospitato dalla Direzione Generale per la salute e la sicurezza alimentare dell’UE (DG Sante) cui ha fatto seguito un documento contenente domande e risposte sul tema.

Il campo di applicazione, per esempio, che dovrebbe includere gran parte dei materiali usati in ambito food contact (materie plastiche, rivestimenti, adesivi, inchiostri da stampa e gomme), sia in ambito domestico che industriale.
 Altrettanto interessante sapere, secondo i documenti diffusi, che la misura non potrà garantire l’assenza totale di BPA in materiali come carta e plastica riciclata usati in ambito alimentare, a causa della potenziale contaminazione dei flussi di riciclaggio, il cui input può contenere materiali non precedentemente idonei al contatto con alimenti.
 E ancora che la misura potrà interessare anche altre classi di bisfenoli con proprietà di interferenza endocrina e tossicità riproduttiva del tutto simili a quelle del più noto Bisfenolo A.

bambù, bicchieri colorati bisfenolo
Nel nuovo parere, la dose di bisfenolo giornaliera tollerabile è stata abbassata di circa 20mila volte rispetto alla precedente

A tal proposito rilevante evidenziare che recentemente l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) e gli Stati membri hanno valutato un gruppo di 148 bisfenoli e hanno raccomandato di limitare l’uso di più di 30  a causa dei loro potenziali effetti ormonali o tossici per la riproduzione.
L’ultima valutazione del rischio inerente al BPA condotta dall’EFSA risale a qualche mese fa: nel nuovo parere, la dose giornaliera tollerabile (DGT, ovvero la quantità che può essere ingerita quotidianamente per tutta la vita senza rischi sensibili per la salute) è stata abbassata di circa 20mila volte rispetto alla valutazione precedente rilasciata nel 2015, passando da 4 microgrammi (4 milionesimi di grammo) per chilogrammo di peso corporeo al giorno a 0,2 nanogrammi (0,2 miliardesimi di grammo).

Proprio sulla base di questi dati ha lavorato, ad inizio luglio, la rivista tedesca Oko-Test indagando sulla presenza di BPA in confezioni di pomodori pelati prelevati dal mercato tedesco. Tra i campioni analizzati ci sono molte marche che hanno mercato solo in Germania ma anche nomi che in Italia sono assai conosciuti. 
E i risultati non sono rassicuranti. 
Su 20 confezioni sottoposte a prova, di marche note e provenienti da discount, ben 18 (tutti quelli confezionati in lattina) mostrano livelli di BPA superiori alla DGT stabilita da EFSA (il calcolo è stato effettuato ipotizzando che una persona che pesa 60 chilogrammi mangi 50 grammi di pomodori in scatola al giorno, ovvero 350 grammi a settimana). Risultati variabili che arrivano, per talune marche, fino a valori di assunzione di BPA 28 volte più alti di quanto l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) consideri sicuro secondo le più recenti stime. 
La cosa che più stupisce, però, risiede nel fatto che a superare questi limiti sono anche i pomodori pelati in lattine “BPA free”, ovvero nel cui rivestimento interno non viene deliberatamente utilizzato bisfenolo A.

passata di pomodoro fatta in casa
Quelli confezionati in imballaggi in vetro sono risultati esenti da contaminazioni da parte del BPA

Alcuni produttori hanno persino fornito certificati per provarlo.
 Potrebbe trattarsi quindi di contaminazione ambientale?
 Si potrebbe supporre che la sostanza chimica si stia diffondendo ovunque nell’ambiente e non provenga dal barattolo ma dai pomodori stessi? 
Anche questa ipotesi sembra crollare visto che quelli confezionati in imballaggi in vetro analizzati da Oko-Test sono risultati esenti da contaminazioni da parte del BPA.

Non esistono risposte certe e la questione è senz’altro complessa: ciò che è sicuro è che il BPA può influenzare il nostro sistema ormonale ed è ufficialmente classificato come “tossico per la riproduzione nell’uomo” nel regolamento CLP,
nonché sospettato di promuovere il cancro al seno, l’obesità e problemi comportamentali nei bambini.
 E che un bando totale, a questo punto, non può che essere benvenuto.

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Marco
Marco
24 Agosto 2023 21:23

Un articolo interessante e ben documentato

Antonio
25 Agosto 2023 05:38

Tanti paesi da tanti anni l’hanno vietato, le mie etichette citano il BPA FREE (in realtà bpa n.i.) dei contenitori ma l’Italia preferisce come sempre non fare leggi scomode per i grandi poteri produttivi.

Rossella Fornaro
Rossella Fornaro
25 Agosto 2023 10:22

Buongiorno,
mi dispiace ma questo articolo lo trovo superficiale ed allarmista.
Cercherò, secondo la mia esperienza in materia , di fare un po’ di chiarezza.
Il bisfenolo A (BPA) è una sostanza chimica usata prevalentemente in associazione con altre sostanze per produrre alcune plastiche e resine. Il BPA è utilizzato ad esempio nel policarbonato, un tipo di plastica trasparente e rigida utilizzata per la realizzazione di erogatori di acqua, contenitori di stoccaggio e bottiglie riutilizzabili per bevande. La sostanza viene utilizzata anche per produrre resine epossidiche usate in pellicole e rivestimenti per lattine e contenitori per bibite e alimenti. È utilizzata per dispositivi medici, odontoiatrici, lenti per occhiali, otturazioni dentarie, ovunque siano necessarie caratteristiche di durezza e resistenza.
Il ritrovamento del BPA nei barattoli non deriva da un’aggiunta intenzionale della sostanza. La contaminazione può avvenire sia durante i processi di produzione, in ambienti in cui avviene la produzione di scatole con BPA e scatole senza, sia perché l’assenza di BPA è relativa alla vernice interna bianca, mentre è presente nella vernice esterna dorata di natura epossidica. È importante quindi specificare che la presenza in tracce del BPA è assolutamente normale.
Per le scatole che riportano in etichetta un claim BPA free è obbligatorio che le scatole utilizzate siano effettivamente esenti da BPA.
Quanto detto sopra vuol dire che vengono utilizzate scatole BPA NI acronimo di Bisfenolo A intentionally added, conformi al contatto con gli alimenti poiché prodotte nel rispetto del Regolamento (EU) 2018/213. In tale regolamento vengono specificati LMS (limiti di migrazione specifica) in base alla t-DGT (dose giornaliera tollerabile). Ciò garantisce che le scatole usate non costituiscano un pericolo per la salute umana.
Ad avvalorare quanto ho scritto c’è anche la mia partecipazione all’indagine condotta dalla rivista ÖKO-TEST, che sottolineo essere una rivista e non un’ente di controllo. Tale rivista ha contestato anche la presenza in tracce del BPA in alcuni prodotti, nonostante quest’ultimi fossero conformi secondo il regolamento europeo.
ÖKO-TEST per dare il suo parere si è avvalsa dell’ultimo parere dell’EFSA che vorrebbe abbassare i limiti. Allo stato attuale però non c’è stato alcun nuovo Regolamento Europeo che definisca nuovi limiti, quindi nel frattempo sarebbe più corretto non screditare prodotti che invece sono conformi al regolamento in vigore attualmente.
Quanto scritto sopra, ci tengo a precisare, non vuol dire che non sarei in accordo con chi vuole eliminare totalmente questa componente, ma deve essere eliminata ovunque è presente, dalle lattine alle bottiglie di plastica, dai dispositivi medici alle protesi odontoiatriche, etc.

gianni
gianni
27 Agosto 2023 11:54

Signora Rossella la sua affermazione sul presunto allarmismo finisce per essere da lei stessa smentita nel finale del commento, diventando un atto di accusa verso chi delimita il campo del lecito.

Rossella Fornaro
Rossella Fornaro
Reply to  gianni
29 Agosto 2023 15:42

Buongiorno Signor Gianni, il mio commento finale è stato male interpretato. Ritengo che venga fatto allarmismo quando si punta il dito verso un unico prodotto e non si fa chiarezza in generale sulla presenza di questo componente in tutto il mondo che ci circonda. Gli effetti collaterali derivanti dall’assunzione di questo componente non possono essere imputabili al consumo di questi o quei pomodori in lattina, perché per avere quegli effetti bisognerebbe farne un consumo sconsiderato, non sto qui a definirle i quantitativi, ma alla presenza in generale del BPA in molti più oggetti di quelli che sono stati menzionati nell’articolo.
Inoltre ribadisco che ÖKO-TEST non può discriminare un prodotto rispetto ad un altro sulla base di uno studio e non sulla base di un Regolamento Europeo sminuendo in tal modo la conformità di questi prodotti.

gianni
gianni
30 Agosto 2023 22:20

https://www.oekotest.de/essen-trinken/Geschaelte-Tomaten-im-Test-In-fast-allen-steckt-Hormongift-BPA-_13872_1.html
Cronistoria politicamente corretta.
Tenedo ben presente un fatto accertato………………….
Influenza del bisfenolo A sul sistema immunitario
Il fattore decisivo per questa autocorrezione da parte dell’EFSA sono stati i nuovi dati sul fatto che il bisfenolo A potrebbe influenzare il nostro sistema immunitario anche in quantità molto inferiori a quanto precedentemente ipotizzato.
Quindi ne discende che………………..
La dose giornaliera sicura di BPA è ora significativamente inferiore ( EFSA )
Logica conseguenza………………..
Il bisfenolo A (BPA) diventa un problema nelle verdure in scatola: tutti i pomodori pelati in scatola nel nostro test superano la dose giornaliera, che secondo gli ultimi risultati è considerata non critica. D’altra parte, solo due prodotti dal vetro sono puliti.
Chi scrive le regole però è in ritardo e non ha recepito…………………..
Manca ancora un nuovo limite legale per il BPA
Intendiamoci: una TDI non è ancora un valore limite giuridicamente vincolante. I livelli di BPA rilevati rientrano tutti nel limite di migrazione attualmente applicabile , che stabilisce la quantità massima di sostanza chimica che può migrare dall’imballaggio al cibo. Questo valore limite deriva anche dal precedente TDI, che è 20.000 volte superiore.

Il parere scientifico di allerta è leggibile da tutti, ma dovrebbero tutti starsene quieti e zitti?
Curioso modo di intendere la sicurezza, secondo lei quanto tempo ci vorrà per poterne parlare apertamente e correttamente?
Oppure aspettiamo che prima qualche realistico difensore d’ufficio giochi con i limiti sicuri? ammesso che limiti esistano, perchè al prossimo calo di questo passo si andrà in territorio negativo…….
O ancora, quando si indicherà un rischio si dovranno elencare tutte le altre possibili fonti di provenienza……….gli articoli diventeranno veri e propri elenchi telefonici essendo innumerevoli queste fonti, alla faccia della dose che fa il veleno anche avendo ben presente i metodi astrusi per calcolare tali dosi.
Più che mal interpretare mi rifiuto di capire.

Rossella Fornaro
Rossella Fornaro
Reply to  gianni
21 Settembre 2023 16:20

mi scusi ma sono stata impegnata, comunque se si rifiuta di capire è inutile che io e continui a spiegare quanto sia sbagliato anche il metodo di valutazione che viene fatto da parte di questa rivista, iniziando dall’assegnazione dei punteggi per arrivare a discorsi più tecnici da laboratorio.
le auguro perciò buona giornata
non mi sembra più opportuno perder tempo con questa interazione tra me e lei considerando il muro che ha alzato

Giuseppe
Giuseppe
2 Settembre 2023 10:16

Purtroppo ci rendiamo conto che la ricerca e le legislazioni nel mondo sono ancora indietro rispetto alla chimica che spesso troviamo nel piatto e che ci trova indifesi. Il business alimentare doveva procedere di pari passo con le informazioni al popolo !!! Invece si cerca dopo di correre ai ripari complicando il tutto

franco
franco
12 Settembre 2023 09:12

raccogliamo cio’ che seminiamo , banale e preoccupante ! ovunque inquinanti e ce li abbiamo messi noi nell’ambiente !