È allerta birra all’antigelo in Brasile, dove sono stati registrati 22 casi di sospetto avvelenamento, di cui quattro fatali, dopo aver consumato birra contaminata da glicole dietilenico, scrive Food Safety News. La sostanza chimica, trasparente, inodore e tossica per gli esseri umani, è stata identificata in 32 lotti di 10 diverse birre a marchio Backer: Belorizontina, Capixaba, Capitão Senra, Pele Vermelha, Fargo 46, Backer Pilsen, Brown, Backer D2, Corleone e Backer Trigo. In alcuni lotti di Blorizontina è stata accertata anche la presenza di glicole etilenico.
Le 22 persone coinvolte finora – 19 uomini e tre donne – vivono nello stato del Minas Gerais, a Sud-Est della capitale Brasilia. Per ora, solo quattro casi sono stati confermati, mentre gli altri 18 restano sotto indagine, perché presentano sintomi compatibili con un avvelenamento da glicole dietilenico e i riscontri indicano il consumo di alcune birre incriminate. Analogamente, solo per una delle quattro persone decedute è stata accertata la presenza della sostanza tossica nel sangue.
Il primo caso si è verificato il 30 dicembre scorso, quando un paziente è stato ricoverato in ospedale in stato di insufficienza renale e con disturbi neurologici. Si trattava dei primi sintomi di avvelenamento da glicole dietilenico che appaiono dopo 72 ore dall’ingestione e comprendono nausea, vomito e dolore addominale, seguiti da insufficienza renale e disturbi neurologici, offuscamento visivo, alterazioni sensoriali e convulsioni.
I test eseguiti dal ministero dell’Agricoltura hanno confermato la contaminazione dell’acqua usata nella produzione della birra, che si sarebbe verificata tra la metà di novembre 2019 e l’inizio di dicembre. Le indagini stanno prendendo in considerazione sia l’ipotesi di una contaminazione accidentale, sia una possibile adulterazione volontaria da parte di un ex-dipendente. In via precauzionale, l’Agenzia brasiliana di vigilanza sanitaria ha disposto lo stop alla vendita in tutto il paese di tutte le birre Backer con scadenza da agosto 2020 in poi e la chiusura dello stabilimento di produzione, fino a che l’azienda non sarà in grado di garantire l’assenza di contaminanti.
Le autorità sanitarie del Minas Gerais raccomandano ai cittadini di non consumare nessuna birra a marchio Backer, di non gettare le bottiglie vuote nella spazzatura e di non versare il contenuto negli scarichi domestici. Le birre in questione devono essere contrassegnate con l’avviso di pericolo “Non ingerire. Prodotto inadatto al consumo”, tenute separate dagli altri alimenti e conferite nei punti di raccolta indicati dalle autorità.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Consiglio la lettura di pagina 8 e 9 del testo “Residui, additivi e contaminanti degli alimenti” di Giuseppe Cerutti (docente Universitario alla Statale di Milano) sulla questione nota già negli anni 80.
Alle dosi ipotizzabili dall’articolo l’allarmismo è un eufemismo.