libro Biologico pinton assobio
Diffondere studi che di solito restano circoscritti nell’ambito scientifico

“Biologico, la parola alla scienza” è il nuovo libro firmato da Roberto Pinton, segretario di AssoBìo (l’associazione delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici), che raccoglie più di 70 ricerche pubblicate dalle riviste scientifiche più accreditate. Nell’anno dell’Expo, l’autore vuole dare uno spunto di riflessione sul mondo del biologico, smentendo qualche falsa credenza e fornendo una solida base scientifica agli aspetti salienti di questo tipo di proposta alimentare. «Non vogliamo che l’Expo si riduca a una visita turistico-gastronomica tra il padiglione della Cina e quello degli Stati Uniti – spiega Pinton – ma che si fermi un attimo a pensare sull’origine e sulla composizione del cibo che mette in tavola. Per questo abbiamo voluto rendere accessibili al pubblico studi che di solito restano circoscritti nell’ambito strettamente scientifico, fornendo una raccolta di dati sicuri e attendibili».

Gli studi, effettuati in università europee e oltreoceano, sono sintetizzati e raccolti per argomento. Si parla di nutrizione, del periodo prenatale e infanzia, dell’impatto dei pesticidi sulla salute, di micotossine e di ambiente.

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Spesso l’agricoltura biologica è illustrata come un mondo bucolico

«Il libro è pensato per tre categorie di lettori. In primis, le persone che dovrebbero avere un buon livello di cultura alimentare, come i medici e in particolare i pediatri, la cui informazione, purtroppo, non è sempre aggiornata. Si dice sempre che ai bambini dovrebbe essere proposta una dieta variegata, che basta mangiare un po’ di tutto, ma si dovrebbe fare attenzione alla qualità della materia prima. E qui si arriva all’agricoltura biologica, un mondo dove sono assenti i pesticidi e molte altre sostanze chimiche di sintesi dannose per la salute.

Un altro gruppo è quello delle soubrette del mondo scientifico, cioè quegli studiosi che non conoscono l’argomento oppure l’hanno orecchiato in maniera distratta, quando non mentono sapendo di mentire. Sto parlando di chi sostiene che l’agricoltura biologica sia contaminata da micotossine cancerogene, argomentazione risibile per gli esperti e non a caso abbondantemente smentita dagli studi da noi pubblicati. Infine, ci rivolgiamo ai media, che illustrano l’agricoltura biologica come un mondo bucolico popolato da Nonne Papere e figli dei fiori. La comunità biologica è in realtà all’avanguardia e in Italia è il settore più avanzato del sistema agroalimentare».

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La comunità biologica è all’avanguardia e in Italia è il settore più avanzato dell’agroalimentare

Il volume è utile e prezioso per tutti gli operatori che vogliono tenersi aggiornati. Per chi desidera degli approfondimenti, entro la fine del mese verranno pubblicati sul sito di Assobìo i lavori completi da cui sono stati tratti i riassunti presenti nel libro. “Biologico, la parola alla scienza” è solo alla prima edizione. Verrà infatti rivisto e integrato con nuovi studi non appena verranno pubblicati. Il testo è in italiano e inglese, perché intende fornire un contributo alla conoscenza del fenomeno agricoltura biologica non solo a livello nazionale.

Biologico, la parola alla scienza, di Roberto Pinton, 128 pagine, Editore AssoBìo, 2015, in vendita online a 9,80€ e dai prossimi giorni nei punti vendita di prodotti biologici e nelle librerie.

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PIO
PIO
12 Giugno 2015 15:18

Cultura alimentare ?
Nella facoltà di medicina, alimentazione è una materia facoltativa.

Pasquale
Pasquale
Reply to  PIO
22 Giugno 2015 20:58

Eh si, e questo e’ gravissimo. La cosa che incide di piu’ sullla salute (nel bene e nel male) relegata a corso opzionale. In effetti da’ da pensare sul valore che diamo alla nutrizione.

Fiippo
Fiippo
Reply to  PIO
23 Giugno 2015 16:46

E’ vero è facoltativa, ma il buffo è che i medici vogliono che la prescrizione della dieta sia un atto medico.

Orazio
Orazio
14 Giugno 2015 14:46

Affidare la difesa d’ufficio del biologico al…presidente di AssoBio. Un’operazione che emana l’effluvio del conflitto di interesse. “un mondo dove sono assenti i pesticidi”…e si parte senza pudore con la prima grande inesattezza.
Per il resto:
1) Comparison of composition (nutrients and other substances) of organically and conventionally produced foodstuffs: a systematic review of the available literature
Report for the Food Standards Agency
http://multimedia.food.gov.uk/multimedia/pdfs/organicreviewappendices.pdf

2) Comparison of putative health effects of organically and conventionally produced foodstuffs: a systematic reviewReport for the Food Standards Agency
http://www.synabio.com/doc/synabio-doc-208.pdf

Roberto Pinton
Roberto Pinton
Reply to  Orazio
16 Giugno 2015 19:08

Non presidente, grazie, semplicemente segretario.

La “difesa d’ufficio”, come la chiama Lei, non è mia, ma del qualche centinaio di scienziati impegnati nelle ricerche i cui risultati sono stati pubblicati da Advances in Agronomy , Agricultural Systems, Agriculture, Ecosystems & Environment, Archives of Animal Nutrition, Australian Family Physician, Biology letters, BioScience, British Medical Journal, British Journal of Nutrition, Critical Reviews in Plant Sciences, Environmental Health Perspectives, Environmental Management, Food Additives & Contaminants, Human Reproduction, International Journal of Environmental Research and Public Health, Journal of agricultural and food chemistry, Journal of Epidemiology & Community Health, Journal of the Science of Food and Agriculture, Meat science, Molecular Nutrition & Food Research , NJAS Wageningen Journal of Life Sciences, Pediatrics, PLoS ONE, Proceedings B Royal Society, Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA, Science, Toxicology and Applied Pharmacology, eccetera.

Umilmente mi son limitato a leggere gli articoli, cosa che non han ritenuto di fare (o, se lo han fatto, se ne son dimenticati) personaggi che pure han terrorizzato gli italiani con le fole della polenta e/o del pesto cancerogeni o con la frottola (virgolettata) «I dati di analisi rivelano infatti nelle coltivazioni biologiche il record della presenza di micotossine cancerogene», quando da tutti i lavori scientifici pubblicati risulta che nei vegetali biologici la presenza di micotossine è significativamente inferiore (secondo un lavoro, di ben cinque volte rispetto ai campioni convenzionali).

La “difesa d’ufficio”, come la chiama lei, è firmata con assoluta trasparenza, senza nascondersi dietro a più o meno probabili “Centri studi” o a pseudonimi.

Un caro saluto alla signora Clarabella.

MAurizio
MAurizio
14 Giugno 2015 17:59

Oddio. I pedatri ricevono una specifica formazione in alimentazione del bambino, partendo dal latte materno, svezzamento, primi anni e fino alle esigenze nutrizionali degli adolescenti.
Non so se ci sia qualche scuola di specializzazione in cui viene sottolineata l’importanza della qualità della materia prima, e il volume potrebbe rappresentare un ottimo ausilio didattico.
Ma gli stessi pediatri sono già dei formidabili prescrittori di vitamine, integratori alimentari, ricostituenti, fermenti lattici e via via medicalizzando. Un po’ anche su richiesta delle famiglie a sostegno del pupo inappetente o sciupato (anche se con BMI da obeso)
Se a questi aggiungiamo la prescrizione medica per il tipo di uovo (senza arrivare a quelli di Parisi) sarà un bene ? Sarà un male ? E, soprattutto, a chi farà più bene ?

Orazio
Orazio
17 Giugno 2015 12:57

Gentile Sig Pinton,
La sua è stata una risposta evasiva.
1) Presidente o Segretario, il fatto di mettere la firma non emenda il conflitto di interessi
2) Non mi ha risposto sull’uso dei pesticidi in agricoltura biologica
3) Citare in modo generico le riviste e non i singoli studi (meglio metanalisi o revisioni di studi) vale come il due di picche

Con biologico rispetto
Orazio

roberto pinton
roberto pinton
23 Giugno 2015 16:37

Mi sfugge perchè, per documentarsi seriamente sul biologico, sia necessario riferirsi al buon Bressanini, docente di termodinamica chimica contraddistinto da elogiabile curiosità intellettuale in ambito alimentare e non si possa documentarsi su ricerche di specialisti, quali:

Higher antioxidant and lower cadmium concentrations and lower incidence of pesticide residues in organically grown crops: a systematic literature review and meta-analyses (British Journal of Nutrition)
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24968103

Agroecosystem management and nutritional quality of plant foods: The case of organic fruits and vegetables (Critical Reviews in Plant Sciences)
http://eprint.ncl.ac.uk/pub_details2.aspx?pub_id=168871

Nutritional quality and safety of organic food. A review (Agron. Sustain. Dev. )
http://www.agronomy-journal.org/articles/agro/abs/2010/01/a8202/a8202.html

Contribution of organically grown crops to human health (Int J Environ Res Public Health)
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24717360

Comparison of nutritional quality between conventional and organic dairy products: a meta-analysis (J Sci Food Agric.)
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22430502

A comparison of chemical composition and nutritional value of organically and conventionally grown plant derived foods (Orv Hetil)
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17297755

fermandomi qui per non tediare: son tutte revisioni sistematiche e meta-analisi che hanno elaborato i risultati di centinaia di ricerche pubblicate.

Si può anche dare un occhio al filmato a pagina http://www.coop.se/Vart–ansvar/Ekoeffekten/The-Organic-Effect/
che rende in forma piacevolmente descrittiva quanto numerose ricerche han provato, per esempio:
Organic diets significantly lower children’s dietary exposure to organophosphorus pesticides (Environ Health Perspect.)
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16451864

Sempre che si desideri saperne di più e vedere a che punto è la scienza sull’argomento, naturalmente; chi è così fortunato di saper già tutto di default, invece, può tranquillamente fare a meno di dare un’occhiata alle ricerche.

Nel libro, comunque, non sono pubblicati soltanto abstarct sugli aspetti nutrizionali, ma anche sulla sicurezza alimentare, sulla biodiversità, sui contaminanti organici (in particolare micotossine).

ezio
ezio
23 Giugno 2015 19:08

L’alimentazione umana è stata “biologica” dal big-bang fino a pochi decenni fa e contrapporre dati scintifici sull’uso di qualsivoglia moderno trattamento chimico, è giocare al risico sulla salute degli esseri umani.
Prudenza, umiltà, lungimiranza quanto basta, dovrebbe indirizzarci verso il rispetto della natura umana ed il nostro DNA formatosi in millenni di evoluzione, senza forzature chimiche ed esperimenti genetici di salti di specie, se non per naturale e lento adattamento all’ambiente.
Certo che chi vive in ambienti ipercondizionati, tende ad alterare l’ambiente che lo circonda, piuttosto che adattasi ad esso e così pretende di stravolgere anche l’agricoltura ed il cibo.

Andrea Poli
29 Giugno 2015 16:42

Avete considerato nel libro l’articolo del Million Women Study, pubblicato sul British Journal of Cancer nel 2014 (Bradbury KE et al, Br J Cancer 2014 ;110:2321-6), che conclude, sulla base di numero ben poco opinabili, che le donne che consumano con regolarità cibi di origine biologica, rispetto a chi non ne consuma mai, hanno un rischio di tumori identico (o lievissimamente aumentato)? Qualche linfoma in meno, nello specifico, e qualche cancro della mammella in più?

Roberto Pinton
Roberto Pinton
Reply to  Andrea Poli
1 Luglio 2015 12:23

Almeno che le le citazioni si faccian giuste:
“In this large prospective study of middle-aged women in the United Kingdom followed for 9.3 years with just over 50 000 incident cancers, we found little evidence for a decrease in the incidence of all cancers associated with usually or always consuming organic food, except perhaps for non-Hodgkin lymphoma”.

“Our results showed no significant association between organic food consumption and risk of soft tissue sarcoma. However, only 213 cases of soft tissue sarcoma accrued during follow-up and we had limited power to detect an association with organic food consumption”.

“Women who reported consuming organic food were of a higher socioeconomic status, consumed more alcohol, and on average had slightly lower parity than women who never ate organic food, and these factors are associated with an increased risk of breast cancer. Although we adjusted for nine potential confounding factors including alcohol and socioeconomic status, the relative risk of 1.09 could well be because of residual confounding. It is also possible that women who reported frequently consuming organic food are more likely to attend breast cancer screening and therefore are more likely to be diagnosed with screen-detected breast cancer, which could account for the slightly higher risk of breast cancer in those that reported usually or always consuming organic food”

“In summary, we did not find a reduced risk of cancer overall, or for 16 specific cancer sites or types among women who usually or always consume organic food. However, we did find a reduced risk of non-Hodgkin lymphoma. Replication of this result is needed but future prospective studies would need to be extremely large and to follow participants for long periods (e.g., a cohort of 500 000 people followed for a decade) to have sufficient power to examine the association between organic food consumption and non-Hodgkin lymphoma”.
(http://www.nature.com/bjc/journal/v110/n9/full/bjc2014148a.html)

Il che sta a dire che l’alimentazione biologica nelle donne non sembra ridurre i casi di cancro, salvo che per i linfomi non-Hodgkin (con un pizzico di fantasia qualche giornalista ardito potrebbe titolare: “Una ricerca inglese avverte: meno linfomi grazie alla dieta biologica”).
In ogni caso, dato che mai nessuna impresa si è sognata di sostenere nell’etichetta o nella pubblicità che una dieta biologica riduca il rischio di cancro (se una l’avesse fatto, andrebbe bastonata) la segnalazione è di poca pertinenza.
Il libro che ho scritto presenta rassegne sistematiche, meta-analisi e ricerche in più ambiti, consentendo al lettore di trarre considerazioni dal complesso delle caratteristiche nutrizionali, di sicurezza alimentare ed epidemiologiche degli alimenti e di quelle ambientali ed energetiche della produzione; un approccio riduzionistico, che consideri un solo aspetto, rischia di essere un esercizio intellettuale.
Mi spiego meglio: anche un’alimentazione strettamente biologica che presenti uno squilibrio energetico tra calorie introdotte e calorie consumate può costituire un co-fattore dell’obesità. Una volta detto che nessuno, d’altra parte, ritiene che il burro biologico sia “dietetico” o “dimagrante”, la conclusione “L’alimentazione biologica aumenta il rischio di obesità” sarebbe manifestamente illogica.
Che il burro biologico contenga non meno dell’80% di materia grassa (come imposto dalla legge per tutto il burro) è un fatto, un altro fatto è che le ricerche individuino nel burro biologico livelli più elevati di acidi grassi omega-3 e di acido linoleico coniugato (nessun miracolo, dipende dall’erba sui cui pascolano le vacche), che nelle granaglie che integrano i foraggi si misurano meno micotossine, che è misurabile un maggior benessere degli animali, che c’è un minor carico di azoto per ettaro e quindi minori lisciviazioni nel suolo e nelle falde, che nei prati polifiti destinati a pascolo è misurabile una maggior biodiversità, che i consumi energetici e il contributo all’emissione di gas serra sono minori…
Anche se ogni singola componente funzionale ha un suo valore (relativo), la valutazione delle prestazioni di un sistema dev’essere necessariamente complessiva.

Andrea Poli
1 Luglio 2015 13:48

Non ho capito in cosa stesse l’errore della citazione.
Se lei ha letto l’articolo (e non solo l’abstract) dovrebbe aver osservato (figura 2, pag. 2324) che l’incidenza di tumori totali nelle 16 sedi rilevate era aumentata del 6% (IC 95%: 1,00-1,06) tra le donne con consumo regolere di alimenti biologici rispetto a chi non ne consuma mai. Il tumore della mammella aumenta del 9% (statisticamente significativo). Quindi la citazione ERA GIUSTA.
Sul fatto che il dato sia di poca pertinenza, mi permetterei di dissentire, ma ciascuno è libero di pensarla come crede.

ezio
ezio
1 Luglio 2015 17:10

Veramente incomprensibile il sofismo di alcune argomentazioni che si concentrano su proporzioni paragonabili ad un granello di sabbia del deserto, senza vedere il panorama spazio-temporale del contesto.
Osservando il panorama, fino ad un secolo fa l’agricoltura mondiale era praticamente tutta biologica e l’incidenza delle malattie tumorali era bassissima, mentre oggi è tra le prime cause di morte in tutto il mondo industrializzato ed in continuo aumento.
Naturalmente secondo alcuni chimici, questo dipende dallo Spirito Santo che vuole sfoltire un poco la razza umana, estinguere le razze animali selvatiche e desertificare il Paradiso terrestre.