Aggiornamento del 26 luglio 2013
SimplyMarket ci comunica che da metà agosto il sito internet www.simplymarket.it avrà uno spazio dedicato al richiamo dei prodotti.
Aumentano le catene di supermercati che hanno deciso di pubblicare sul loro sito le fotografie del Pesto di Prà confezionato dalla ditta Bruzzone & Ferrari ritirato dagli scaffali perchè sospettato di essere contaminato da Clostridium botulinum.
Il richiamo del pesto di Prà sui siti dei supermercati
Billa ha posizionato nel sito uno spazio in alto a destra con le fotografie dei vasetti coinvolti e dice di avere ritirato dagli scaffali in via precauzionale tutta la produzione della Bruzzone & Ferrari, non solo quelli con la data di scadenza e il lotto segnalati.
Anche Iper ha deciso di pubblicare un annuncio analogo online dando un forte risalto alla notizia e indicando l’elenco dei punti vendita dove è stato venduto il pesto. Un’iniziativa simile è firmata dalla catena di supermercati liguri Basko che riporta un grande avviso sul proprio sito.
Dopo Conad e SoGegross, altre tre catene rompono gli schemi e utilizzano anche la rete per allertare i consumatori. Speriamo che queste iniziative non siano occasionali, ma che diventino un’abitudine come si fa in tutti i Paesi europei. Si tratta di una decisione di trasparenza e di maturità che tutte le catene hanno il dovere morale di onorare, oltre all’obbligo di legge di informare con tutti i mezzi a disposizione i consumatori (1).
La comunicazione dei richiami
Da quando, un mese fa, Il Fatto Alimentare ha invitato le catene a usare la rete come sistema di comunicazione, la situazione è molto cambiata. Carrefour ha riaperto lo spazio sul sito dove pubblica l’elenco di tutti i prodotti richiamati. Auchan ha promesso di pubblicare, a partire da settembre, l’elenco di tutti i prodotti ritirati.
Coop che attualmente si affida alle email, agli sms e ai cartelli nei punti vendita per avvisare i consumatori ci ha scritto dicendo di “avere nella sua mission la tutela della salute dei soci e consumatori e come impegno la corretta informazione e la trasparenza […] Collaboriamo alle campagne di richiamo che i fornitori o le autorità pubbliche ci richiedono, come ad esempio quella recente dei frutti di bosco surgelati o del pesto, esponendo sistematicamente cartelli nei nostri punti vendita, appunto per informare i clienti di non consumare il prodotto e riportarlo a punto vendita […] Il sito è predisposto per pubblicare i richiami del nostro prodotto a marchio e stiamo valutando come può essere impiegato per quelli non marchio Coop, con possibilità eventuale di linkare altri siti di informazione.”
Il botulino nel pesto spinge le catene a comunicare le allerte
Anche Esselunga ci ha scritto dicendo che per avvisare i consumatori utilizza cartelli, sms e mail. Nell’era di internet rifiutarsi di usare la rete per comunicare con i propri clienti è una scelta inaccettabile. Rinnoviamo l’invito alle catene di supermercati di usare i loro siti e di inviarci le comunicazioni in redazione. Mettere l’avviso on line serve perchè in questo modo la gente si abitua e in caso di allerta sa dove trovare tutte le informazioni. C’è un altro aspetto da valutare, la notizia on line non costa e viene ripresa su altri sui social network diffondendosi in modo capillare. Pensare che un cartello sia più efficace della rete non ci sembra realistico.
Purtroppo la decisione delle catene di supermercati di essere più trasparenti non è frutto di una scelta deliberata ma è stata indotta da un batterio chiamato Clostridium botulinum disperso in qualche vasetto di pesto, che ha creato problemi a migliaia di famiglie. Ci auguriamo che questa situazione di crisi sia servita a fare capire che non si può andare avanti come prima. Aspettiamo fiduciosi che anche le due catene di supermercati italiane leader di mercato colgano al volo questa occasione.
Vi terremo aggiornati.
Nota
Informare i consumatori è un dovere delle imprese e delle catene distributrici previsto dall’art. 19 del reg. 178/2002 che così recita:
“Se un operatore del settore alimentare ritiene o ha motivo di ritenere che un alimento da lui importato, prodotto, trasformato, lavorato o distribuito non sia conforme ai requisiti di sicurezza degli alimenti, e l’alimento non si trova più sotto il controllo immediato di tale operatore del settore alimentare, esso deve avviare immediatamente procedure per ritirarlo e informarne le autorità competenti.”
C’è di più, se il prodotto è gia stato acquistato dai consumatori, l’operatore deve informare gli acquirenti in maniera efficace e accurata, specificando i motivi del ritiro e, se necessario, richiamare i prodotti già venduti per tutelare la salute. È quindi necessario appendere dei manifesti all’interno del punto vendita per avvisare i clienti che un prodotto è stato ritirato e non va consumato.
Vale la pena riproporre l’articolo 52
1. Di regola, le informazioni a disposizione dei membri della rete e riguardanti un rischio per la salute umana provocato da alimenti e mangimi sono messe a disposizione dei cittadini in conformità del principio dell’informazione di cui all’art. 10 […nel caso in cui vi siano ragionevoli motivi per sospettare che un alimento o mangime possa comportare un rischio per la salute umana o animale, in funzione della natura, della gravità e dell’entità del rischio le autorità pubbliche adottano provvedimenti opportuni per informare i cittadini della natura del rischio per la salute, identificando nel modo più esauriente l’alimento o mangime o il tipo di alimento o di mangime, il rischio che può comportare e le misure adottate o in procinto di essere adottate per prevenire, contenere o eliminare tale rischio.].
Il ministero ha anche redatto un documento dal titolo Piano di emergenza per la sicurezza degli alimenti e dei mangimi dove si legge
«L’Unità di Crisi Nazionale…nel rispetto del principio di trasparenza richiamato dagli art. 9 e 10 del Reg. CE 178/02, assicura una corretta informazione dei cittadini sui rischi in corso e sulle misure adottate o in procinto di essere adottate per prevenire, contenere o eliminare tale rischio.
© Riproduzione riservata Foto: Conad.it, Photos.com, Billa.it, Basko.it, Iper.it
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Come spesso, purtroppo troppo spesso, accade, serve un “incidente” perchè si mettano in atto le opportune azioni preventive che tanto si chiedeva di applicare per evitare il problema.
Grazie mille per l’impegno che mettete e sono fiduciosa che i vostri sforzi e continui solleciti portino a un risultato positivo per tutti: produttori, distributori e consumatori, anche se in fondo in fondo si potrebbe dire che tutti siamo consumatori.