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Nell’88% dei casi la quantità di zucchero nelle lattine è superiore alla dose giornaliera raccomandata dall’OMS

Il network britannico Action on Sugar ha analizzato nelle lattine da 330 ml di bibite zuccherate il contenuto di saccarosio, rilevando che nell’88% dei casi è superiore alla dose giornaliera raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità (25 grammi, pari a sei cucchiaini da tè). C’è di più, la quantità di zucchero della stessa bibita varia considerevolmente da paese a paese.

Ad esempio, per la Coca-Cola la quantità più alta è stata registrata in Canada (39 g), quella più bassa in Thailandia (32 g), mentre in Italia è a metà strada: 35 g. Per l’aranciata Fanta, il livello più alto è in India (43 g), quello più basso in Gran Bretagna (23 g), mentre in Italia è pari a 39 g. La Pepsi va dai 39 g del Giappone ai 35 g della Serbia, con l’Italia che ne ha 36.

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Action on sugar chiede di ridurre la quantità di zucchero nelle bibite

La quantità di polverina bianca non varia in base ai gusti prevalenti in ogni nazione. La Thailandia, ad esempio, risulta ultima per lo zucchero nella Coca-Cola, ma è  prima per la Sprite con un record assoluto di 47 g, più del doppio rispetto alla stessa bibita venduta in Austria e in Polonia (19 g), mentre in Italia ne ha 30. La maggior differenza si riscontra nell’acqua tonica Schweppes, che negli Usa registra 45 grammi mentre in Argentina 16 (in Italia 29).

Action on Sugar chiede a tutti i produttori di queste bevande di fissare obiettivi globali per ridurre le quantità, ponendo  fine alle diversità tra i vari paesi, contribuendo così a contrastare l’epidemia di obesità e le malattie  collegate.