Non solo diabete di tipo 2, obesità e patologie metaboliche. Il consumo regolare di quantità equivalenti a una lattina grande (circa 350 ml) al giorno, o due litri a settimana, di bevande dolcificate, danneggia il cuore. Aumenta il rischio di sviluppare una fibrillazione atriale, cioè le irregolarità del battito che, a loro volta, fanno aumentare di cinque volte quello di ictus. Non va molto meglio con le bevande zuccherate, mentre i succhi naturali, senza zuccheri aggiunti, sembrano esercitare un effetto protettivo.
Dopo numerosi studi sul legame tra bibite a calorie zero (dolcificate con sostanze quali aspartame, sucralosio, acesulfame, saccarina e altri) e obesità e malattie metaboliche, è ora la volta del cuore. Secondo uno studio appena pubblicato su Circulation Arrhythmia and Electrophysiology dai cardiologi ed epidemiologi della JiaoTong University di Shangai, in Cina, anche se non è possibile dimostrare l’esistenza di un rapporto di causa ed effetto, gli indizi vanno in quella direzione.
Lo studio sulle bevande dolci
Per verificare l’effetto dei dolcificanti e dello zucchero aggiunti alle bevande sul ritmo cardiaco, i ricercatori hanno lavorato sui dati del grande archivio UK Biobank, che contiene le informazioni genetiche, mediche e sullo stile di vita di circa 500.000 inglesi arruolati tra il 2006 e il 2010, e seguiti poi por almeno dieci anni. In particolare, hanno selezionato poco più di 200.000 partecipanti, sia uomini che donne, di età compresa tra i 37 e i 73 anni, e hanno verificato consumi e situazione cardiaca, tenendo conto anche degli eventuali geni che predispongono alla fibrillazione atriale. Di costoro erano disponibili le risposte a specifici questionari sulle abitudini alimentari somministrati cinque volte, tra il 2009 e il 2012, e campioni di sangue.
Il risultato è stato che, rispetto a chi non beveva se non sporadicamente bevande dolcificate, chi ne beveva una media due litri a settimana aveva un aumento del rischio di fibrillazione atriale del 20% Se invece i drink erano zuccherati, l’incremento era del 10%. Al contrario, chi era solito consumare un litro di succhi di frutta senza zuccheri aggiunti alla settimana aveva una diminuzione del rischio dell’8%.
In generale, poi, le donne erano più propense a scegliere bibite dolcificate quando erano in sovrappeso o avevano il diabete 2, mentre gli uomini preferivano bevande zuccherate quando erano anch’essi in sovrappeso, e soprattutto se avevano un basso stato socioeconomico.
I consigli dell’American Heart Association
Lo studio è anche la risposta a un appello specifico lanciato nel 2018 dall’American Heart Association, nel quale l’associazione dei cardiologi americani sottolineava come mancassero studi di grandi dimensioni e condotti in modo rigoroso sul ruolo dei dolcificanti sintetici sulla funzionalità cardiaca.
Due anni prima, nel 2016, erano state rese note le linee guida dedicate, nella quali era scritto che era opportuno ridurre al minimo l’assunzione di bibite zuccherate, e che per quanto riguardava quelle dolcificate la situazione era poco chiara, e andava approfondita. Ma anche per queste (in particolare per i soft drink, gli energy e gli sport drink, i succhi di frutta, i tè freddi e le bevande a base di caffè), il consiglio era: meglio evitare, o consumarle sporadicamente. Erano invece state promosse, oltre all’acqua, le bevande a base di latte magro e i succhi di frutta freschi, surgelati o confezionati ma senza aggiunte, ricordando che mezzo bicchiere (circa 120 ml) di un succo come quello d’arancia equivale a una porzione di frutta.
Dal momento che anche altri studi recenti hanno fatto emergere un legame tra bevande dolci e danni al cuore, il consiglio, anche in attesa di approfondimenti ulteriori sui dolcificanti sintetici, è sempre lo stesso: la bevanda migliore, in ogni situazione, è l’acqua, e i soft drink dolci dovrebbero essere consumati del tutto saltuariamente.
© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora
Giornalista scientifica