Una famiglia con bambini fa colazione a tavola; concept: genitori, madre, padre

mensa scolastica bambina studente mela frutta Depositphotos_207648764_l-2015Il rendimento scolastico e il benessere psicologico di bambini e ragazzi dipendono dall’alimentazione in misura significativa. In particolare, dalla quantità di alimenti sani presenti nella dieta, e dalle corrette abitudini, come fare una prima colazione nutriente. Lo dimostra, con numeri imponenti, uno studio pubblicato sul BMJ Nutrition Prevention & Health dagli scienziati dell’Università britannica dell’East Anglia che hanno analizzato la situazione di 50 scuole della contea inglese di Norfolk, frequentate da più di 9 mila tra bambini e ragazzi di età compresa tra i 9 e i 18 anni, inseriti nel Norfolk Children and Young People Health and Wellbeing Survey nel 2017.

I ricercatori hanno analizzato i dati sulla dieta, lo stato di salute e il benessere psicologico degli alunni, includendo anche parametri quali il consumo di alcol, la violenza domestica, la disponibilità di una stanza e di un letto per sé, e la sensazione di sicurezza in casa o a scuola, per giungere a una valutazione il più possibile esaustiva delle condizioni generali dei ragazzi. Come valori di partenza per il benessere mentale, gli studenti delle superiori (pari al 22% del campione) hanno raggiunto un punteggio di 46,6 su 70, mentre quelli più piccoli uno di 46 su 60.

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Nel Regno Unito n bambino su 10 e un ragazzo su cinque non fa colazione o consuma solo una bevanda

Per quanto riguarda la dieta, solo un quarto dei ragazzi e il 28,5% dei bambini mangiava le cinque porzioni di frutta e verdura consigliate dalle linee guida, e rispettivamente il 10 e il 9% non ne mangiava neppure una. La situazione è apparsa simile quando è stata controllata la prima colazione: uno su cinque tra i liceali e uno su 10 tra i bambini ha ammesso di consumare solo una bevanda oppure di non bere né mangiare nulla, mentre un ragazzo su 10 ha confessato di non pranzare.

Quando sono andati a verificare se e come ciò si ripercuotesse sul benessere mentale, la situazione è risultata chiara: c’era sempre una relazione lineare tra chi mangiava frutta e verdura e uno stato mentale migliore. Tradotto in numeri, tra i più grandi mangiare una o più porzioni al giorni ha significato guadagnare 1,42 punti, mentre se le porzioni erano tre o quattro i punti in più diventavano 2,34, e se erano cinque 3,73.

Gruppe Kinder in der Kantine beim Mittagessen
Bambini e ragazzi che saltano il pranzo hanno un livello di benessere mentale inferiore ai loro compagni che invece lo fanno

Per quanto riguarda la prima colazione, chi la faceva in modo tradizionale, per esempio con porridge, yogurt, cereali, toast, frutta o uova cotte aveva un punteggio di benessere mentale superiore, in media, di 1,15 punti rispetto a chi pensava di sostituirla con uno snack o una barretta energetica. Inoltre, i ragazzi ‘più pigri’ raggiungevano punteggi inferiori ai primi in media di 3.14 punti se comunque bevevano solo un energy drink, e di 2,73 se andavano a scuola digiuni. Analogamente, saltare del tutto il pranzo equivaleva a una diminuzione media di 2,95 del benessere mentale. La stessa tendenza si è riscontrata in tutte le età, con un marcato -5,5 punti tra i bambini più piccoli che a colazione mangiavano solo una barretta e un -6 tra coloro che saltavano il pranzo, anche se tra gli alunni delle elementari si era trattato di casi rari.

In generale, comunque, ciò che emerge è la necessità, se si vogliono avere buone prestazioni scolastiche e, insieme, preservare l’equilibrio psichico degli alunni, di avere pasti regolari e nutrienti, ricchi di frutta e verdura. Il messaggio è tanto più significativo se si pensa che i dati risalgono al 2017 e, di conseguenza, non risentono del trauma della pandemia e dei lockdown, dopo i quali la situazione psicologica, nutrizionale e scolastica di milioni di ragazzi del mondo è peggiorata. Di questo si dovrebbe sempre tenere conto sia in famiglia che a scuola, nella formulazione dei menu, a maggior ragione quando si trona a scuola dopo mesi di isolamento.

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