La pasta “Piccolini” Barilla non è un prodotto per la prima infanzia ma solo per bambini con più di tre anni. Lo ha denunciato nel maggio 2010 la rivista Il Salvagente con un servizio di copertina, ma la notizia ha assunto rilievo solo il 30 novembre 2011, quando Plasmon ha proposto sulle principali testate una pubblicità comparativa, tra le sue Pennette e le penne rigate Barilla Mini (vedi foto).
Plasmon contro Barilla
Nella tabella si evidenzia come le Mini penne rigate Piccolini Barilla hanno un contenuto di residui di antiparassitari e di micotossine non compatibili con gli stringenti requisiti dettati dalla normativa sugli alimenti per l’infanzia (0-3 anni). Proprio come segnalato oltre un anno fa da Il Salvagente, che puntava il dito anche contro le paste GS “Topolino and friends“, Rummo Mezze penne rigate, Carrefour anellini, Coop lumachine e ditalini (alcune non più in commercio).
La legge prevede restrizioni severe per il cibo destinato alla prima infanzia, e molte paste (tra cui i Piccolini Barilla) contengono troppi residui e micotossine per essere classificate come tali. Dopo il servizio de Il Salvagente Barilla era subito corsa ai ripari, inserendo sulle confezioni di sughi per bambini della linea Piccolini la scritta “Per consumatori sopra i tre anni”. La dicitura però non è stata inserita nelle confezioni della pasta e per questo motivo si è scatenata la reazione della Plasmon.
La pubblicità dei “Piccolini” di Barilla sarà sottoposta alle valutazioni dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap) e/o dell’Autorità garante della concorrenza del mercato (Antitrust). Lo Iap e l’Antitrust valuteranno se le etichette e la pubblicità dei “Piccolini” sono state sufficientemente chiare nel comunicare ai consumatori che si tratta di paste destinate esclusivamente ai bambini più grandi. Valuteranno anche la correttezza delle informazioni commerciali fornite sulla pagina Facebook dove le mamme dibattono su quale pasta dare ai propri bambini.
La reazione di Barilla
Barilla ha reagito con durezza alle accuse di Plasmon, pubblicando il giorno dopo un annuncio sui quotidiani dicendo che non si possono fare confronti tra prodotti destinati a fasce diverse di consumatori. Ma è proprio così, la differenza tra le due diverse categorie di prodotti è realmente così chiara? Secondo una ricerca di mercato eseguita da Plasmon no, visto che l’80% delle mamme utilizzerebbe le paste della linea “Piccolini” anche nella prima infanzia, come pure biscotti del Mulino Bianco – come Le macine – da sciogliere nel biberon.
Il problema è proprio questo: è corretto proporre un prodotto come destinato ai bambini, con un nome o con disegni e fotografie suggestivi in tal senso, senza precisare che il loro impiego non è adatto per l’alimentazione della prima infanzia?
Le due aziende si confronteranno nelle sedi legali, ma una cosa è certa, i “Piccolini” Barilla, come le altre paste e prodotti non identificati tra gli “alimenti per l’infanzia”, non sono adatti ai bambini di età inferiore ai 3 anni. Si tratterà pure di prodotti ottimi e sicuri, ma non rispondono ai rigorosi criteri definiti dal legislatore per i bimbi più piccoli, ai quali sono riservati alimenti pressoché privi di micotossine e contaminanti.
La questione del baby food
Speriamo che operatori seri come Barilla e le altre aziende interessate, abbiano il buon senso di chiarire a chi sono rivolti i loro prodotti. Una soluzione potrebbe essere di riportare sull’etichetta la frase “non adatto ai bambini al di sotto dei 36 mesi”, in posizione e caratteri visibili al pari del nome del prodotto. E di ribadire il concetto, con altrettanta chiarezza, nella pubblicità e nei “social network”.
Plasmon ha usato la pubblicità comparativa per evidenziare un problema evidentemente noto a tutti gli operatori del settore. Qualcuno afferma che i toni utilizzati siano stati eccessivi, ma quante mamme sanno che quelle paste non sono adatte ai loro piccoli? E se i concetti non sono chiari ai genitori, chi ha favorito l’incomprensione, magari con l’aiuto della “leva-prezzo” (visto che gli alimenti per la prima infanzia costano il doppio).
Barilla ha realizzato numerose iniziative interessanti, che in questo sito abbiamo più volte evidenziato e commentato positivamente, e proprio per questo saremmo lieti di assistere a un gesto responsabile, magari anche un passo indietro, nella linea della trasparenza e dell’attenzione verso tutti i consumatori fedeli al suo storico marchio.
Note:
- I lettori che vogliono capire qualcosa di più sui pesticidi che Plasmon ha riscontrato nella pasta Barilla, possono leggere il post di Gianna Ferretti autore del sito Trashfood.com che descrive con la solita precisione la funzione dei vari residui.
- La nostra lettrice Valentina ricorda che su YouTube c’è il filmato di uno spot Barilla che pubblicizza i biscotti Le macine del Mulino Bianco. L’aspetto interessante è che le immagini ritraggono anche un bambino di un anno e il suo biberon con i biscotti a fianco.
Aggiornamento mercoledì 7 dicembre ore 17,00
Barilla ha deciso di cambiare le etichette della pasta i Piccolini. Abbiamo ricevuto una comunicazione della società in cui dichiara che in primavera le etichette dei prodotti riporteranno la frase “Per consumatori sopra i 3 anni” mentre già adesso la frase è stata inserita negli spot televisivi.
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Nella campagna pubblicitaria della macine di Barilla http://www.youtube.com/watch?v=DhptXkHCfiE
si vede una bambina piccola e un biberon fatto con le macine… direi che è piuttosto ingannevole!
Plasmon ha colpito dove fa più male. La Barilla al pari della Coop, ha dato una svolta decisa con un richiamo verso una tipologia di prodotti più o meno salutistici, questo spiega la reazione piccata.
va beh mica la bimba piccola si mangia le macine, è un gioco simpatico, non esageriamo!
La Barilla ha scritto sulle confezioni incriminate: "Specifico per i bambini da 0 a 36 mesi"?
Non mi risulta.
Neppure sulle bottiglie di vino o dei superalcolici è scritto "Non adatto al consumo sotto i 36 mesi d’età ".
Per questo la campagna della Plasmon è molto sospetta.
Siamo alle solite…il vostro sito non si smentisce mai! La barilla e’ un’azienda seria che fa qualita’ e che opera in perfetta trasparenza, altro che ingannare il consumatore! Barilla e’ un’esempio di serieta’ e garanzia in tutto il mondo, con certi pincipi, non una multinazionale qualsiasi.
quando siamo in pubblicità bisogna stare attenti anche ai messaggi non espliciti. é un far vedere un "giochetto" che richiama un "pensiero" e questo è ingannevole.
Gentile Redazione e lettori,
Barilla è a disposizione per rispondere ad eventuali dubbi suscitati dalle recenti comunicazioni sugli alimenti per bambini. A questo link: http://www.barillagroup.it/corporate/it/home/quick-answers/prodotti/caso-plasmon/contaminanti.html potete trovare risposte utili per una migliore comprensione su temi complessi che riguardano i prodotti ad uso corrente e i prodotti per lâ
Le grandi aziende hanno sempre influenzato le scelte dei consumatori in modo più o meno lecito. Il problema è tutto nella leva prezzo (che Barilla ha sfruttato) che ha influenzato i consumatori portandoli ad una scelta non proprio consapevole. La reazione di Plasmon è più che giustificata.
Ospitiamo volentieri questo intervento dell’Ufficio relazioni esterne Barilla, ma ci piacerebbe molto che Barilla spiegasse ai nostri lettori perchè non ha inserito nella pasta "Piccolini" la scritta non adatto a bambini al di sotto di 36 mesi come aveva promesso alla rivista il Salvagente un anno fa
Più che un commento mi permetto di segnalarvi un mio aricolo in proposito pubblicato sul sito della TP Professionisti della Pubblicità .
http://www.tpblog.it/quando-davide-affronta-golia-dovrebbe-almeno-assicurarsi-che-la-fionda-sia-carica
Diego, "al pari della Coop" assolutamente no.
Gli alimenti a marchio Crescendo Coop, sono alimenti per l’infanzia interamente biologici a prezzo equo.
Coop è stata la prima a togliere zucchero e sale dagli omo, è grazie a Coop se il latte in polvere ora ha prezzi iù moderati in tutta italia, è stata ala prima a fare prodotti a marchio interamente bio. Non paragoniamo le pere con le mele. I prodotti a marchio Coop tra l’altro subiscono 3milioni di analisi all’anno. Non si possono nemmeno paragonare queste due aziende.
vi invito a visitare il link che segue e leggere la petizione al parlamento europeo, che potete anche sottoscrive,
http://www.petizionionline.it/petizione/petizione-antimicotossina-don-deossinivalenolo-nei-prodotti-a-base-di-cereali/4434
mi chiedo perchè e chi definisce bambino un minore di anni 3, a 4,5,6ecc. anni cosa sono?
per saperne di più potete visitare anche il sito
http://www.sologranoitaliano.wordpress.it