Barilla, dal prossimo 1° gennaio 2024, garantirà un congedo di maternità e paternità di 12 settimane, retribuito al 100%. Lo ha annunciato l’azienda di Parma, che impiega oltre 8.700 persone in tutto il mondo, precisando come negli stabilimenti situati in Paesi dove gli standard legislativi sono più vantaggiosi della nuova politica dell’azienda, verranno applicate le normative locali. In Italia, dunque, il congedo di maternità resterà quello attuale previsto dalla legislazione, mentre quello di paternità sarà esteso dai soli 10 giorni garantiti dallo stato a 12 settimane. Il congedo, inoltre, sarà concesso indipendentemente dal genere, dallo stato maritale e dall’orientamento sessuale dei dipendenti.
La nuova politica genitoriale di Barilla
“La nuova politica genitoriale – si legge nel comunicato di Barilla – nasce da un processo pluriennale intrapreso per garantire ai dipendenti un migliore equilibrio tra vita e lavoro. Vogliamo garantire loro il tempo necessario per stare al fianco dei propri figli, ma anche un benessere tale da permettere un ritorno al lavoro sereno.” L’iniziativa di Barilla si inserisce nel grande dibattito pubblico sulla questione della denatalità e sulle strategie da attuare per invertire questa tendenza, anche migliorando l’equilibrio tra vita privata e lavoro dei genitori.
L’Italia, spiega Barilla, è sempre più caratterizzata da un forte ‘child penalty gap’ nel mercato del lavoro, cioè una penalizzazione dei lavoratori e, soprattutto, delle lavoratrici con figli. Secondo l’ultimo rapporto di Save the Children Le Equilibriste: la maternità in Italia 2023, il divario lavorativo tra uomini e donne è del 17,5%, ma è ben più ampio in presenza di bambini: nella fascia di età 25-54 anni se c’è un figlio minore, il tasso di occupazione per le madri si ferma al 63% contro il 90,4% di quello dei padri. Con due figli minori l’occupazione delle madri scende fino al 56,1%, mentre quella dei padri non cambia molto (90,8%). L’iniziativa di Barilla è volta proprio a cancellare questa penalizzazione delle madri nel mondo di lavoro, garantendo un lungo congedo anche ai padri.
Le politiche di Kellogg’s
Barilla non è l’unica azienda attenta a tematiche sociali e al benessere dei suoi dipendenti. Lo scorso marzo Kellogg’s Italia ha annunciato l’introduzione di politiche per il sostegno di lavoratori e lavoratrici che affrontano trattamenti per la fertilità, transizioni di genere, interruzioni di gravidanza e problematiche legate alla menopausa, senza bisogno di presentare un certificato medico. Il programma si declina attraverso permessi retribuiti, validi anche per i partner, orari di lavoro flessibili, l’accesso a consulenze psicologiche e l’accesso a spazi dedicati. “Temi come l’interruzione di gravidanza, la fertilità, la menopausa e la gender transition sono ancora considerati tabù in molti ambienti di lavoro nonostante il loro impatto sul benessere fisico e psicologico dei dipendenti” ha commentato Giuseppe Riccardi di Kellogg Italia.
Le iniziative di Barilla e Kellogg’s sono certamente lodevoli, ma riguardano esclusivamente i dipendenti e le dipendenti di due grandi aziende: non dobbiamo dimenticare che dovrebbe essere le istituzioni italiane a garantire un congedo di paternità parificato a quello di maternità e tutele maggiori ai cittadini e alle cittadine che stanno affrontando momenti delicati della loro vita.
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