Troppi genitori disattenti e troppi messaggi sul cibo scorretti nei programmi televisivi. Ecco cosa influenza le scelte alimentari dei bambini. I risultati di tre studi americani
Troppi genitori disattenti e troppi messaggi sul cibo scorretti nei programmi televisivi. Ecco cosa influenza le scelte alimentari dei bambini. I risultati di tre studi americani
Agnese Codignola 22 Maggio 2017Che cosa orienta le scelte alimentari dei bambini? Se lo sono chiesti i pediatri del Cohen Children’s Medical Center di New Hyde Park coordinati da Ruth Milanaik, in tre diversi studi presentati al recente congresso delle Pediatric Academic Societies svoltosi a San Francisco.
Nel primo lavoro, al centro dell’attenzione c’erano i genitori, vittime del cosiddetto effetto halo, ovvero quella suggestione per cui si tende a vedere un risultato positivo anche quando non c’è perché lo si vuole vedere (problema molto noto tra chi fa ricerca). L’effetto si verifica anche quando i genitori considerano un cibo sano per i figli, lo acquistano senza porsi tante domande e magari pensa che sia anche capace di esercitare un effetto positivo. Nello specifico, oltre mille tra madri e padri sono stati invitati a scegliere tra alimenti che avevano caratteristiche compositive praticamente identiche ma packaging diversi. In un caso la confezione enfatizzava le qualità nutrizionali e la naturalità del contenuto, mentre l’altra confezione era simile a quella del junk food. Il risultato è stato che quasi tre quarti hanno optato per i primi e il 77% dei partecipanti ha affermato di voler leggere le etichette in un secondo tempo. La forma sembra dunque avere più importanza del valore alimentare.
Nel secondo studio i genitori di circa 1.800 bambini di età compresa tra i 3 e i 10 anni sono stati invitati a indicare il comportamento alimentare dei protagonisti televisivi preferiti dai figli in 60 diversi programmi. È emerso è che il 92% dei personaggi mangia o comunque compie scelte alimentari, il 59% orientate verso un junk food, per lo più al di fuori di un pasto. Tutto ciò, fanno notare gli autori, è altamente diseducativo, e i genitori dovrebbero scoraggiare la visione alcuni programmi, o almeno sottolineare che si tratta di un atteggiamento negativo.
Anche il terzo studio ha fatto un confronto tra peso corporeo e tipo di programma preferito. Se il 43% dei bambini normopeso o sottopeso guarda programmi con protagonisti che mangiano in modo poco sano, la percentuale sale al 54,5% tra quelli in sovrappeso e al 49,8% tra i piccoli obesi. Un riscontro ulteriore arriva anche dalla capacità dei bambini di ricordare quali personaggi mangiano poco sano: ci riesce il 22% dei bambini normopeso, il 28,4% di quelli in sovrappeso e il 30,3% di quelli obesi. Evidentemente, il fatto di amare una certa figura di fantasia spinge i piccoli a imitarne i comportamenti, anche quando sono scorretti.
Su questo si basa anche il commento finale degli autori: si è fatto molto per limitare l’esposizione dei piccoli spettatori alla violenza o al sesso, ma molto poco per fare lo stesso con il cibo. Al contrario, questo potrebbe essere un veicolo importante per trasmettere un messaggio diverso, in grado di influenzare tutto il rapporto con il cibo fino dalla più tenera età.
© Riproduzione riservata
Le donazioni si possono fare:
* Con Carta di credito (attraverso PayPal). Clicca qui
* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264
indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare. Clicca qui
Giornalista scientifica
Non si può trasmettere la cultura e l’educazione che non sia ha.
Istituzioni sonnolente o peggio, nutrizionisti in palese conflitto d’interesse, produttori dediti al business senza etica ne lungimiranza, genitori distratti disinteressati e cibo dipendenti, nell’insieme, più che costruire distruggono il futuro della società e della propria famiglia.
Inconsapevolmente? Non credo.
Prima di tutto non è vero che si è fatto molto per limitare l’esposizione di bimbi al sesso ed alla violenza, ma sicuramente si sono buttati tanti soldi per finanziare campagne di educazione alimentare lasciando intoccate
le pubblicità che spingono i bambini verso comportamenti alimentari scorretti e soprattutto permettendo
macchinette distributrici di cibo spazzatura anche nelle scuole elementari.
Finanziamenti a pioggia mentre i dati sul sovrappeso e sull’obesità infantile continuavano ad aumentare.
Qualcuno avrà “incassato” non fregandosene per niente della salute dei bambini.
Come tutte le cose italiane!!!!!!!!
Sacrosante parole Paola. Il nostro Ministero della “malattia” è impegnato in altre beghe politiche e quindi non può occuparsi della salute degli italiani e tanto meno dei bambini fonte di interessi economici di grande spessore. Nell’uso delle macchinette includerei anche quelle del gioco. Gli italiani non hanno mai avuto un ministro della salute capace di salvaguardare la SALUTE della propria gente. Guarda quante persone devono ricorrere alla sanità estera anche se meno scientificamente preparata ma più organizzata e meno cara. Alla classe medica italiana viene riconosciuta universalmente l’eccellenza ma la cattiva organizzazione non riesce a metterla a disposizione degli aventi bisogno. Costosissime apparecchiature giacciono ancora imballate negli scantinati degli ospedali o in strutture pronte ma inutilizzate per mancanza di personale e/o tecnico professionale perché i politici interessati ancora non si sono messi d’accordo sulla spartizione del potere …..ed è meglio fermarsi qui.