Pochi giorni fa abbiamo contattato le più importanti catene di supermercati italiani (Esselunga, Auchan, Carrefour, Conad, Coop, Lidl, Pam, NaturaSì…) invitandole a collaborare per la realizzazione, all’interno del sito, di una pagina destinata a raccogliere le schede dei prodotti in fase di richiamo o di ritiro dagli scaffali.
I motivi per cui un alimento non può più essere venduto sono diversi e il più delle volte il ritiro non riguarda aspetti sanitari che possono nuocere alla salute dei consumatori. Spesso si tratta di difetti della confezione o di altri motivi per cui il prodotto non è adatto alla vendita al dettaglio (etichette scorrette, imprecisioni di packaging…). Il problema non è marginale visto che ogni catena ritira all’anno almeno 2-300 prodotti dagli scaffali e in decine di casi il problema coinvolge la salute dei consumatori.
L’obbligo di legge
La nostra richiesta di collaborazione è del tutto legittima visto che informare i consumatori è un dovere delle imprese e delle catene distributrici previsto dall’art. 19 del reg. 178/2002 che così recita:
“Se un operatore del settore alimentare ritiene o ha motivo di ritenere che un alimento da lui importato, prodotto, trasformato, lavorato o distribuito non sia conforme ai requisiti di sicurezza degli alimenti, e l’alimento non si trova più sotto il controllo immediato di tale operatore del settore alimentare, esso deve avviare immediatamente procedure per ritirarlo e informarne le autorità competenti.”
C’è di più, se il prodotto è già stato acquistato dai consumatori, l’operatore deve informare gli acquirenti in maniera efficace e accurata, specificando i motivi del ritiro e, se necessario, richiamare i prodotti già venduti per tutelare la salute. Avvisare i consumatori è complicato ma oggi basterebbe pubblicare on line gli avvisi dei prodotti ritirati o richiamati per rendere accessibili le informazioni a un vasto numero di cittadini e alle persone che non tornano nello stesso punto vendita dove, eventualmente, viene affisso un cartello.
Chi segnala il ritiro ai consumatori?
Diciamo che dovrebbe essere obbligatorio appendere dei manifesti all’interno del punto vendita per avvisare i clienti che un prodotto è stato ritirato e non va consumato. Tutto ciò avviene raramente. Ci piacerebbe sapere quali insegne e in quali punti vendita sono stati appesi i manifesti che invitano a non consumare frutti di bosco surgelati contaminati dal virus dell’epatite A. Quali supermercati abitualmente utilizzano questi mezzi, chiari e ben visibili, per informare i clienti?
Abbiamo già ricevuto delle risposte dalla grande distribuzione, alcuni si sono detti interessati, altri hanno riferito che ci stanno pensando, altri ancora hanno assicurato che le loro procedure prevedono la valutazione di specifiche modalità di avviso al consumatore senza però precisare quali e in che termini siano avviate. Ci sono catene di supermercati che all’estero avvisano i consumatori mentre in Italia, le stesse, non lo fanno.
Questa settimana il Ministero della Salute ha segnalato al Sistema di allerta europeo che in Italia sono stati ritirati dal mercato una decina di prodotti tra cui: un lotto di pesce spinarolo contaminato da policlorobifenili, pasta cinese con elevato contenuto di alluminio, arance egiziane con troppi insetticidi… C’è anche una nuova allerta per il virus dell’epatite A presente in altre confezioni di frutti di bosco: qualcuno ha trovato dei cartelli al supermercato? Invitiamo i lettori a collaborare con noi in attesa delle risposte.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Nel settore caseario in particolare per le paste filate fresche e stagionate nel ultimi periodo vengono ottenute da cagliate congelate e per il nome che si freghiano non possono essere usate, e nessuno fa niente basta andare nelle pizzerie o mercati ambulanti e rendersi conto di che prodotti…..
Qualche hanno fa avevo visto un sito di una catena di supermercati della Val D’Aosta (non mi ricordo più il nome) che pubblicava l’evento del ritiro con dovizia di particolari MARCA PRODOTTO MOTIVO del Richiamo ecc.
Mi pareva una buona fonte di informazioni , che ne dite ?
Giorgio
Giorgio, è l’unico supermercato d’Italia che lo fa si chiama Gross Cidac market
Forse nella prima riga del testo di legge andrebbe sostituito il condizionale in imperativo per far sì che le grandi catene ritengano opportuno informare i consumatori dei prodotti con problemi per la salute.
È SUPER CONSTATATO che in Italia per farci fare qualcosa ci voglia un valido detterente oppure un obbligo; fa parte del nostro DNA, O SBAGLIO….
Complimenti a voi!!! Perche’ non lo fanno ? Perche’ il ministero della salute ha comportamenti socialmente pericolosi poi scendendo man mano si arriva alle aziende e ai supermercati . Saluti e congratulazioni per quello che fate
Riguardo l’obbligo di INFORMARE il consumatore, il produttore, il confezionatore, il detentore, il distributore e quant’altro deve essere portato a conoscenza che tale negligenza è soggetta alla sanzione amministrativa prevista dall’ art. 4 del decreto Legislativo 190/2006-
Ma esistera’ un metodo per interrompere questo comportamento scorretto per non dire altro…
possibile che tutti se ne lavano le mani e che la responsabilita’ grazie a leggi fatte a puntino non sia mai di nessuno VERAMENTE BASTA!!!!!
Non sono le leggi ad essere sbagliate (sono Regolamenti Europei: quindi come sono efficaci all’estero allo stesso modo lo dovrebbero essere anche qui). Sono i controlli che non sono efficaci.
Sono perfettamente d’accordo con te. Sono addetto ai controlli e devo dire che i Sistemi d’Allerta purtroppo arrivano all’ Autorità Competente( ASL) con notevole ritardo per un intervento efficace (le merci sono già state vendute al cliente o già ritirate dal commercio.