Austria: glifosato addio. È il primo paese europeo a bandire totalmente il controverso erbicida. Ma manca ancora l’approvazione definitiva
Austria: glifosato addio. È il primo paese europeo a bandire totalmente il controverso erbicida. Ma manca ancora l’approvazione definitiva
Agnese Codignola 5 Agosto 2019Con una decisione senza precedenti, l’Austria dichiara guerra al glifosato attraverso una legge che prevede il bando totale dell’erbicida. La norma è già stata approvata dalla Camera Bassa del Parlamento ed è in attesa della conferma definitiva e della successiva firma del Presidente della Repubblica Alexander Van der Belle, ex leader dei Verdi.
La scelta dell’Austria è dunque quella di anticipare eventuali provvedimenti dell’Unione Europea, che per il momento ha deciso per una moratoria fino al 2022, e di indicare la via agli altri paesi, dimostrando anche che è possibile rinunciare a un prodotto utile, ma sul quale gravano sospetti e accuse così pesanti.
Altri paesi, come ad esempio la Francia, hanno intrapreso strade che vanno nella stessa direzione, ma finora si è sempre trattato di bandi parziali. Ciò è dovuto all’oggettiva scarsità di sostituti validi, al continuo alternarsi di studi e perizie contraddittorie che hanno fornito, di volta in volta, argomenti ai sostenitori e ai detrattori e, ancora, alla difficoltà di prendere iniziative apertamente in conflitto con le decisioni europee, che in materie come questa dovrebbero essere vincolanti. Ma l’Austria si è schierata in maniera netta, anche a costo di essere poi costretta a tornare sui suoi passi.
Come Il Fatto Alimentare ha raccontato più volte, già dal 2015 lo IARC di Lione, l’agenzia delle Nazioni Unite per la ricerca sul cancro, ha affermato che il glifosato è un probabile cancerogeno e aumenta il rischio di sviluppare varie tipologie di tumori, in primo luogo, dei linfomi non-Hodgkin. Nel 2017, però, l’EFSA, così come poco dopo le autorità elvetiche, ha sostenuto tra mille polemiche che non ci sarebbero prove definitive. Altri enti di ricerca, come l’Istituto Ramazzini di Bologna, hanno nel frattempo messo in luce ulteriori possibili rischi come quelli sul sistema neuroendocrino e immunitario. Negli Stati Uniti, intanto, l’azienda che ha rilevato il primo produttore Monsanto, ovvero la Bayer, sta fronteggiando migliaia di cause per danni.
Accanto a tutto ciò il mercato segue le sue dinamiche, e poiché il brevetto del glifosato è scaduto, da qualche tempo si assiste una moltiplicazione di prodotti che lo contengono in varie forme e percentuali, oltre al celeberrimo Roundup, con ulteriore aumento della sua diffusione. Probabilmente anche per questo il Parlamento austriaco, paese che detiene il più alto numero di fattorie biologiche (il 23% del totale, contro una media europea del 7%) e che punta molto sul turismo verde, ha rotto gli indugi e deciso di dire basta.
Resta da capire se si tratterà di una scelta isolata o se la nuova Unione Europea, nella quale i Verdi hanno acquistato un peso decisamente superiore rispetto al passato, prenderà quella decisione a modello e si muoverà verso un’agricoltura priva di glifosato o se continuerà a permetterne l’uso, almeno fino a quando non saranno disponibili prodotti altrettanto efficaci e molto più sicuri.
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[sostieni]
Giornalista scientifica
Occorre che il governo tolga tutti gli Erbicidi bisogna tornare alla zappa così si trova l’occupazione per gli italiani e i migranti. Il governo deve togliere tutti quei Pesticidi che lasciano residui che noi mangiamo e poi moriamo di cancro. È ora di darsi una mossa, di invertire la rotta, altrimenti siamo spacciati. Poi bisogna dare una controllata anche ai farmaci perché anche fra di loro ce ne sono dei pericolosi. Alcuni anni fa a mio padre fu sospeso un farmaco perché era ” sospetto cancerogeno” ed erano diversi anni che lo assumeva. Non siamo messi bene speriamo che il governo faccia qualcosa, se no possiamo chiudere bottega.
Tanti Saluti Luigi
Mi viene da dire che fortuna che in Italia abbiamo tuttologi come lei, con soluzioni semplici, immediate e soprattutto… sostenibili (tornare alla zappa..) ad ogni problema.
Si presenti alle elezioni, minimo il 99% lo prende di sicuro.
Il glifosato vive grazie alla fama di scarsa tossicita’ , almeno rispetto ad altri prodotti precedenti e sulla certezza che i microorganismi del terreno lo attaccano e lo degradano facilmente e in tempi brevi, utilizzato da diversi decenni ha invaso quasi tutto il pianeta e altri mercati ancora spera di occupare.
Inoltre costituisce una delle pietre angolari della coltivazione delle piante geneticamente modificate e coinvolge per questo i bisogni alimentari e non solo di grandi porzioni di popolazione mondiale; tutto questo costrutto oltre a rendere montagne di denaro ha impegnato nelle ricerche una altrettanto grande montagna di denaro che gli investitori logicamente sperano rendera’ altrettanto guadagno.
Ora però il palazzone così costruito mostra qualche crepa molto preoccupante , il glifosato viene rilevato nei prodotti di cui ci nutriamo , nei terreni e nelle acque , come la mettiamo con l’assunto che si degrada facilmente?
Recentemente noti istituti scientifici coinvolgono glifosato e prodotti che lo accompagnano nelle formulazioni d’uso a genotossicita’ , celiachia , danni al sistema immunitaro ecc. ecc. ,
cosa dovremmo pensare,che non e’ niente di importante ?
Benvenuta la decisione senza precedenti dell’Austria e spero che diventi un coro , la scienza e’ uno strumento importantissimo e forse non sara’ democratica ma e’ uno strumento , l’uso che ne viene fatto è il punto fondamentale , dipende da noi e il futuro non è una esclusiva di qualche azienda importante , dobbiamo spingere gli scienziati a indagare sui problemi , qualcuno realizzera’ minori guadagni ma e’ l’unica strada per andare veramente avanti.
Veramente la “scienza” si sta orientando a che la Celiachia sia scatenata da un virus in età neonatale nei soggetti geneticamente predisposti.
Forse a qualche talksciò hanno fatto un po’ di confusione, ma tanto chi se ne accorge , basta qualche slogan ben orecchiabile.
Comunque benissimo unendoci al bel coro sostenibile, aboliamo tutti i diserbanti e i fitofarmaci e poi vediamo che succede. alla restante, tanta, tantissima umanità non ricca e snob
fabrizio, esiste almeno uno studio che in effetti afferma quanto scritto da gianni. Prima di intervenire volevo approfondire, ne ha parlato anche Il Salvagente se ben ricordo a novembre, volevo dare una ripassata. Compresa la questione della persistenza nel terreno. Anche lì ho trovato uno studio che dice “è stato visto che persiste fino ad un anno” è una ricerca finanziata dalla UE. Certo, anche qui ho già trovato i consueti blog che da un anno sono già passati a “persiste per diversi anni”… 🙂 già visto… Come la barzelletta dei pescatori che via via allungavano il pesce 🙂
Bravissimi Austriaci , infatti producono tanto biologico.Peccato per la nube di cernobil :europei prendete esempio da loro.
Gli Austriaci come gli Italiani e tante altre popolazioni “Occidentali” mangiano bene e tanto (tanto da buttarne tanto) perché importano oltre il 50% del loro fabbisogno alimentare…
Benissimo spendere di più e meglio per nutrirsi meglio, ma non creiamo nuovi talebanesimi fideisticamente intolleranti in nome del pensiero (-ops slogan-) unico, e, come spesso accaduto e accade nella Storia, tanto più aggressivi e persecutori quanto più ignoranti e avidi di neopotere
Il ribaltamento delle accuse di conflitto di interessi fa ridere : uno stuolo di consumatori accusati di conflitto di interessi da multinazionali ultramiliardarie che per ingrassare i loro soci regalano centinaia di pagine di scienza agli enti di controllo.
Io non voglio essere costretto a mangiare veleno se posso evitarlo , non posso credere che le buone pratiche agronomiche sappiano solo mettere i consumatori spalle al muro dicendo che se vogliamo mangiare qualche veleno ce lo dobbiamo sorbire.
Vorrei scendere da questo treno che ci portera’ presto a desiderare di andare su un altro pianeta perche’ questo ce lo stiamo giocando e perdendo.
In quanto al cibo buttato ogniuno di noi guardi nella sua dispensa e ne faccia buon uso , lo spreco è un peccato personale e una profonda ingiustizia sociale.
Tre osservazioni. Il “principio di precauzione” è ragionevole, purché non si traduca in un totale immobilismo. E rifiuto della scienza.
I parlamenti a volte ragionano “di pancia” e vanno incontro ai desideri di chi li vota, o comunque di gruppi di pressione bene organizzati. In Italia ad es. abbiamo avuto il caso della sperimentazione del metodo stamina. In Francia i consumatori hanno ottenuto una legge contro la obsolescenza programmata. Non posso qui dilungarmi, ma con un ragionamento logico potrei dimostrare che è una invenzione, e comunque in tribunale di difficile dimostrazione.
Infine. Se effettivamente venisse fuori che il Gliphosato persiste nel terreno, certo ci sarebbe da ragionare sul metodo attuale in cui le prove le fornisce il produttore (a proposito, non è più la Monsanto: lo so che quella è il male assoluto e fa più gioco citarla, ma è stata inglobata dalla Bayer). Ma ancora di più sarei basito dai controlli: in decenni che lo si usa, nessun ente pubblico ha fatto qualche verifica su questo aspetto? Certo, dopo il caso Pfas in Veneto, tutto può succedere, ahimè
Concordo pienamente che l’agricoltura debba essere il meno impattante possibile e che adeguate ricerche negli anni possono portare anche a buoni risultati. Non ho competenze adeguate per stabilire quanto sia realmente pericoloso per la salute umana il glifosato, vi sono tanti pareri e discordanti, sicuramente non è salutare ma non lo sarebbero neanche analoghi prodotti che subentrerebbero. Un’agricoltura totalmente biologica che molto mitizzano non è a impatto zero e dà produzioni inferiori del 40-60% rispetto al metodo “chimico”. Quelli che si riempiono la bocca parlando di biologico sono tutti disposti a pagare il doppio o a consumare metà e a dare una mano economicamente a chi non ha la possibilità di acquistare biologico?