Uomo sovrappeso sudato steso su un tappetino da ginnastica; concept: sport, attività fisica

braccialetti fitness tracker smartwatch correre sport attività fisicaHo fatto ginnastica, ora posso mangiare senza paura di ingrassare.” Capita a tutti di pensare che se ingeriamo le stesse calorie bruciate, il nostro peso dovrebbe rimanere uguale: se abbiamo consumato, poniamo, 500 kcal sul tapis roulant o in bicicletta, un lauto piatto di pastasciutta o un ricco gelato non dovrebbero essere più uno stravizio. E invece sembra che le cose vadano diversamente: uno studio internazionale da poco apparso sulla rivista Current Biology mostra come le calorie effettivamente consumate con l’attività fisica siano in media il 72% di quelle che ci aspettiamo. Il nostro organismo sembra in grado di compensare in qualche modo l’energia bruciata, e questo avviene soprattutto quando si tratta di soggetti in sovrappeso, col risultato che proprio chi ne ha più bisogno fa più fatica a dimagrire. 

Il dato non è una novità assoluta: il New York Times, che all’argomento ha dedicato un lungo articolo, ricorda come già nel 2012 uno studio metteva in relazione il dispendio calorico di una comunità africana di cacciatori-raccoglitori con quella di un gruppo di occidentali, evidenziando come i primi, pur muovendosi molto di più, non consumassero più calorie. Successivamente questo dato è stato confermato da altre ricerche, da cui sembra emergere che il nostro organismo potrebbe essere in grado di riequilibrare il consumo energetico limitando la nostra possibilità di bruciare calorie: un meccanismo certamente utile in passato quando il cibo era scarso, ma deleterio oggi che la nostra preoccupazione principale è quella di non accumulare troppo peso in eccesso. 

Secondo lo studio, durante l’attività fisica intensa il nostro organismo compensa il dispendio energetico, rendendo più difficile la perdita di peso

Gli ultimi dati sono stati raccolti utilizzando anche metodi sofisticati come quello dell’acqua doppiamente marcata, in cui gli atomi di idrogeno e di ossigeno sono parzialmente sostituiti con isotopi poco comuni di questi elementi, in modo da poterla usare come tracciante per misurare con cura l’attività metabolica e il consumo calorico. E i risultati sembrano confermare che il vantaggio dell’attività fisica è limitato, anche se non ne conosciamo ancora le cause: forse, ipotizzano i ricercatori guidati da Vincent Careau dell’Università di Ottawa, quando è sottoposto a uno sforzo fisico il nostro organismo potrebbe ad esempio rallentare l’attività del sistema immunitario, o più semplicemente potremmo essere inconsciamente portati a muoverci meno risparmiando energia.

Come comportarsi allora? “Consideriamo intanto che oggi gli strumenti che ci permettono di calcolare con esattezza le calorie consumate sono alla portata di tutti: basta uno smartphone settato correttamente”, spiega Livio Luzi, ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Milano e direttore del dipartimento di Endocrinologia, nutrizione e malattie metaboliche del Gruppo Multimedica. Bisogna però distinguere tra attività fisica strutturata, l’allenamento in palestra o una pratica sportiva, e attività fisica non strutturata, quella che facciamo durante la giornata andando al lavoro a piedi o rinunciando all’ascensore: “Quest’ultima è più utile alla nostra salute rispetto all’ora di palestra, ma è anche più difficile quantificarla, così come è difficile valutare il dispendio energetico di alcune attività, come i lavori di casa”, spiega Luzi. Dobbiamo poi tenere conto di come è svolta l’attività  fisica: “Intanto bisognerebbe mangiare prima di fare attività fisica, in modo proporzionale al livello di attività che ci si aspetta di fare, e non il contrario, abbuffandoci dopo la palestra perché tanto abbiamo bruciato”, ricorda lo specialista. Tenendo conto del fatto che le calorie ingerite la sera sono più difficili da bruciare, perché di notte il metabolismo rallenta: “per questo a cena bisognerebbe mangiare meno”. Senza contare che per attivare il metabolismo in modo continuativo bisognerebbe portare il battito cardiaco intorno al 40/50% della propria frequenza cardiaca massima teorica (che corrisponde a 220 battiti al minuto, meno la propria età in anni).  

Oltre a incoraggiare la gente ad andare in palestra occorre spingerla ad adottare uno stile di vita più attivo

In ogni caso, concludono i ricercatori, fare attività fisica è comunque meglio che non farla. “Ma soprattutto, – osserva Luzi – importante muoversi regolarmente, se possibile facendo un’attività fisica programmata a giorni alterni così da mantenere più attivo il metabolismo attivando un circolo virtuoso, invece di fare una scorpacciata di sport un giorno alla settimana – che aumenta anche il rischio di traumi – per poi non muoversi per giorni”. E soprattutto, è importante aumentare l’attività fisica non strutturata, in modo da consolidare i risultati ottenuti: “Oltre che incoraggiare la gente ad andare in palestra, dobbiamo spingerla ad adottare uno stile di vita più attivo, – conclude lo specialista – che soprattutto a una certa età è fondamentale per mantenersi in salute”.

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Roberto Stanzani
Roberto Stanzani
23 Ottobre 2021 09:28

“Quest’ultima è più utile alla nostra salute rispetto all’ora di palestra”

Questa frase non ha alcun senso.

Un allenamento ben strutturato apporta benefici:

– all’apparato cardiocircolatorio
– al sistema ormonale
– alle articolazioni e ai muscoli

che qualunque tipo di attività fisica non sportiva non potrà mai compensare, ma nemmeno lontanamente.

ADRIANO BORELLI
ADRIANO BORELLI
24 Ottobre 2021 08:48

Buongiorno

Un articolo che definirei… BIZZARRO, con affermazioni scientifiche, non ancor meglio capite dai ricercatori, e consigli da circolo delle bocce. NON HANNO MAI SENTITO PARLARE DI SARCOPENIA e OSTEOPOROSI? Risolviamo queste due drammatiche problematiche che portano a patologie GRAVI con una semplice camminata? Al parco? E si CREDE di ridurre con questi consigli la più GRANDE PANDEMIA DEL MONDO OCCIDENTALE, OBESITA E SOVRAPPESO?