pomodoro sfruttamento azienda

origine, pomodoro passata salsaUno studio sul pomodoro condotto dall’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del Cnr di Lecce, in collaborazione con il John Innes Centre di Norwich nel Regno Unito e pubblicato sulla rivista Nature Plants, descrive la messa a punto di una nuova varietà di pomodoro in grado di contrastare la carenza di vitamina D. Secondo alcune stime, circa il 40% della popolazione europea, il 26% di quella americana e il 20% degli orientali sarebbe a rischio di carenza di vitamina D. Nel resto del mondo, in molti paesi, le cose vanno anche peggio: sono almeno un miliardo le persone che non ne assumono abbastanza. Per questo aumentano le supplementazioni di alimenti e bevande ma, contemporaneamente, le difficoltà di reperimento di una sostanza che viene ottenuta soprattutto dal pesce, dalle uova e dal latte, con impatti ambientali crescenti.

La nuova linea è in grado di accumulare in tutti gli stadi di maturazione pro-vitamina D3, ovvero il precursore della Vitamina D. Il pomodoro è frutto di editing genetico (e non, quindi, geneticamente modificato), e potrebbe cambiare radicalmente la situazione, almeno nei paesi al di fuori dell’Unione Europea, che non hanno legislazioni così restrittive sui vegetali oggetto di editing. I ricercatori del centro hanno ottenuto risultati più che incoraggianti esaminando il pomodoro nato sfruttando la tecnica CRISPR per potenziare l’espressione del precursore della vitamina D, la D3.

pomodoro
Il 40% della popolazione europea, il 26% di quella americana e il 20% degli orientali  sarebbe a rischio di carenza di vitamina D

“L’assunzione quotidiana di questa importantissima vitamina può avvenire prevalentemente da fonti animali come latte, uova, olio di fegato di merluzzo e salmone. Gli alimenti di origine vegetale invece non ne contengono, tranne alcuni funghi. La conversione da pro-vitamina D2 o D3 a vitamina D avviene esponendo la pelle alle radiazioni UV, che però in maniera prolungata e inadeguata può comportare rischi anche gravi alla pelle. Inoltre, le persone anziane hanno spesso bassi livelli di assorbimento e di traslocazione di pro-vitamina D3/D2 a livello epidermico”, spiega Angelo Santino del Cnr-Ispa.

“Il nuovo pomodoro biofortificato – spiega Aurelia Scarano del Cnr-Ispa – rappresenta un’importante alternativa. Dai calcoli effettuati, il consumo di un paio di pomodori freschi al giorno di questa nuova linea potrebbe soddisfare in buona parte la dose giornaliera raccomandata di vitamina D. Questa nuova linea di pomodoro è stata ottenuta grazie alle emergenti tecnologie di editing del genoma che si stanno imponendo in molti dei campi delle scienze, da quelle biomediche a quelle agroalimentari. Grazie a queste tecnologie, e più precisamente all’utilizzo del sistema CRISPR/Cas9, è stato possibile introdurre in maniera estremamente specifica una piccola modifica in un gene di pomodoro, senza intaccare in alcun modo altre regioni del genoma. Dopo due generazioni successive, si sono ottenute piante che presentano solo una piccola mutazione stabile e prive di alcun tipo di transgene. Con questa tecnologia abbiamo ottenuto importanti quantitativi di pro-vitamina D3 nelle nuove linee di pomodoro. Inoltre il trattamento dei pomodori con luce UV è stato in grado di convertire la pro-vitamina D3 in vitamina D, aprendo nuove prospettive per la produzione di pomodori in grado di fornire direttamente la vitamina attiva”.

pomodoro
I controlli hanno confermato che non ci sono effetti sulla resa, sul gusto o su altre caratteristiche macroscopiche del nuovo pomodoro

I controlli hanno poi confermato che non ci sono effetti sulla resa, sul gusto o su altre caratteristiche macroscopiche, mentre alcuni test hanno suggerito che la stessa tecnologia potrebbe essere applicata anche ad altre solanacee quali le melanzane, patate e peperoni, che sfruttano le stesse vie metaboliche per la sintesi di D3. Supplementi ed estratti di questo tipo potrebbero incontrare il favore di vegani e vegetariani, ed essere molto più sostenibili rispetto a quelli presenti oggi sul mercato.

Il Regno Unito, paese dove è stato creato il pomodoro alla vitamina D, e dove il problema della carenza è molto sentito, potrebbe autorizzare presto la vendita, secondo un lungo articolo della BBC, perché è svincolata dai limiti della legislazione europea: se così fosse, sarebbe il primo caso di un vegetale frutto di CRISPR introdotto in commercio. Non ci sono, a riguardo, particolari preoccupazioni, come conferma l’intenzione di approvare, nei prossimi giorni, una nuova legge decisamente più permissiva rispetto a quelle europee, che il Governo ritiene indispensabile per accelerare la lotta alle conseguenze del cambiamento climatico.

© Riproduzione riservata; Foto: Fotolia, AdobeStock

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora

0 0 voti
Vota
10 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Fabio D'Orso
Fabio D'Orso
26 Maggio 2022 23:55

Salve, segnalo che il CNR non è l’unico ente italiano ad aver partecipato. C’è il contributo altrettanto importante del CREA-Genomica e Bioinformatica.
Fabio D’Orso

Roberto Pinton
Roberto Pinton
27 Maggio 2022 07:42

” Il pomodoro è frutto di editing genetico (e non, quindi, geneticamente modificato)” è ahimè inesatto.

La sentenza della Corte di Giustizia Europea del 25 luglio 2018 (si può leggere qui: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:62016CJ0528&from=it), infatti, stabilisce che le varietà ottenute per mutagenesi costituiscono varietà geneticamente modificate (OGM) e non sono esentate dagli obblighi previsti dalla direttiva 2002/53.

Tant’è che anche il pezzo indica che il nuovo pomodoro OGM “potrebbe cambiare radicalmente la situazione, almeno nei paesi al di fuori dell’Unione Europea, che non hanno legislazioni così restrittive sui vegetali oggetto di editing”.

La vitamina D può essere assunta con gli alimenti di origine animale (fegato, pesce, uova, latte…) sotto forma di ergocalciferolo, ma in massima parte è sintetizzata dal nostro corpo attraverso l’esposizione ai raggi solari (colecalciferolo).

Non ha senso ingegnerizzare un pomodoro per garantire l’apporto di vitamina D, come non ha senso ingegnerizzare i tonni per trasformarli in una fonte di vitamina C o una banana per renderla fonte di vitamina B3.

A meno che non si sia nostalgici degli swinging anni ’60 della corsa allo spazio, in cui si favoleggiava della “pillola dell’astronauta”: una semplice compressa avrebbe dovuto apportare il valore energetico, i grassi, i carboidrati, le proteine, i sali minerali e le vitamine necessari agli ospiti delle navicelle spaziali.
60 anni dopo, alla compressa si vuole sostituire un magico pomodoro OGM…

Giorgio D.A.
Giorgio D.A.
Reply to  Roberto Pinton
29 Maggio 2022 04:32

Considerazioni di assoluto buon senso quelle sull’opportunità di far produrre vitamina D a un vegetale che non la prevede in nessuno modo, che condivido assolutamente. Non mi troverei d’accordo neanche con l’opzione di un aumento di produzione del principio attivo con una metodologia cosí invasiva.
Trovo poi aberrante che si vada a spaccare il capello in 4 per sdoganare organismi geneticamente modificati, cercando di far passare impropriamente il principio che “editare” un gene non comporti il modificarlo, anche a rigor di logica.
Sarebbe anche interessante sapere a cosa il gene “editato” presiedeva, la natura non mette mai lí cose a caso.
Grazie per la precisazione normativa che chiarisce bene il punto.
Imbarazzante che l’articolo la ignori completamente e porti avanti invece la narrativa rassicurante che è “frutto di editing genetico (e non, quindi, geneticamente modificato)”.
Ma gli ultimi due anni la letteratura scientifica ha fatto passi da gigante verso il glorioso futuro orwelliano che quasi non mi meraviglio più.

Osvaldo F.
Osvaldo F.
Reply to  Roberto Pinton
29 Maggio 2022 14:58

Ho tanta stima del dottor Pinton. Scritto questo, non comprendo in questo caso il suo atteggiamento. Si nota subito che gli alimenti citati sono di origine animale e quindi possiamo già indicare un perché di questo tipo di interventi nei consumatori vegetariani e vegani. Altri tipi di indicazioni riguardano vegetali (ma anche animali) opportunamente modificati in quanto essendo gli unici prodotti di certe zone del mondo si cerca di renderli più ricchi di nutrienti vari (vado a memoria: un riso è stato reso più ricco di una vitamina che adesso non ricordo). A me non paiono obiettivi trascurabili, specie in certe zone del mondo dove non hanno la nostra ricchezza alimentare, dieta varia e quantitativamente adeguata. La domanda quindi per me è molto semplice: perché no?
Riguardo il sig. Giorgio, sintetizzo due pagine di riflessioni… La natura non mette mai le cose a caso. Visione bucolica sballata. In natura invece ciò che governa è proprio il caso. Le giraffe non hanno allungato il collo perché dovevano mangiare in alto. Succede all’inverso: si hanno casualmente errori genetici che modificano piante ed animali, alcune di queste modifiche sono vantaggiose per quell’ambiente e proseguono, altre no e scompaiono. E’ successo così anche con le varianti del covid. Il caso, solo il caso, non c’è un progetto nella natura (escludendo Dio che è un altro discorso).
Riguardo il gene che è della fragola, dopo 40 anni di manipolazione genetica credo sia chiara una cosa: non esistono geni della fragola o dell’uomo, i geni possono essere trasferiti senza particolari problemi, ovviamente va visto cosa ne esce fuori, ma un gene è un gene, non è della fragola

gianni
gianni
29 Maggio 2022 22:20

Per la vitamina/ormone D da cui partono le riflessioni l’essere umano non avrebbe bisogno assolutamente ne di prodotti animali ne di integratori ne di sforzi scientifici per aggiungerla in prodotti dove la selezione non-GMO ha fatto in modo che non ci fosse.
È un componente talmente importante che il corpo umano non-malato la produce da normalissimi cibi, i più svariati, con una banalissima esposizione al sole per breve tempo in qualsiasi stagione, ben al di sotto del punto di arrossamento.
La produce in quantità tale ( 70/90 percento ) da coprire la quasi totalità del fabbisogno e l’alimentazione è solo un tappabuchi in particolari periodi e condizioni estreme.
Cosa assai importante e rivelatrice l’eccesso di D è nocivo e il corpo umano diminuisce la produzione se per ipotesi l’individuo esagera nell’assunzione alimentare, perchè troppo è troppo di qualsiasi cosa, ma ovviamente dato che non andiamo per il sottile con gli eccessi allora si verificano vagonate di patologie …………

Allora mi domanderete scandalizzati ” se così è perchè una maggioritaria fetta di popolazione soffre per carenza di D ?????? ”

I casi di fattispecie sono diversi,…malattia, vecchiaia molto avanzata,alcuni cibi e medicinali che vanno per la maggiore, cattive abitudini, uso improprio di creme solari, molte delle quali assai problematiche ma guai esserne sprovvisti.
Mi indicherete alcune categorie umane = i malati allettati, i cosmonauti ecc …va bene in una discussione ci stanno ma non credo sia questo il punto, ci sarebbero soluzioni banalissime a disposizione.
Ecco spiegato una parte dell’arcano….una serie di fraintendimenti stanno demonizzando per la quasi totalità della gente molto più l’esposizione al sole che è la principale fonte della nostra vita nella forma attuale piuttosto che un fascio di pessime abitudini di vita.

Roberto Pinton
Roberto Pinton
30 Maggio 2022 13:18

@Osvaldo F.

La ringrazio per l’espressione di stima.
Il mio atteggiamento è presto spiegato.
La Corte di giustizia europea ha sancito inequivocabilmente che “Gli organismi ottenuti mediante tecniche o metodi di mutagenesi devono essere considerati come OGM”.
Se fai un prodotto che il quadro normativo vigente classifica inequivocabilmente come OGM non puoi dichiarare che non è geneticamente modificato: la normativa in materia d’informazioni sugli alimenti proibisce l’utilizzo d’informazioni che possono indurre in errore il consumatore circa le caratteristiche dell’alimento, la sua natura, l’identità, il metodo di produzione eccetera.
Leggere dichiarazioni ingannevoli a me dà un forte fastidio a livello fisico, è una deformazione professionale.
Ed è la prima questione.

La seconda è che, come la stessa prof.ssa Cathie Martin, che ha guidato la ricerca presso il John Innes Centre ha dichiarato alla BBC (https://www.bbc.com/news/science-environment-61537610https://www.bbc.com/news/science-environment-61537610) “Per gli esseri umani, mezz’ora al sole ogni giorno è sufficiente per produrre abbastanza vitamina D”, aggiungendo “Ma molte persone non hanno quel tempo all’aperto ed è per questo che hanno bisogno di integratori”.
Il sole c’è già ed è gratis per tutti, anche d’inverno in Lapponia; è scarsamente accessibile solo a minatori e speleologi, ai quali comunque far arrivare i nuovi pomodori OGM potrebbe non essere così agevole.
In un’ottica di problem solving, modificare geneticamente pomodori o melanzane per fornire la vitamina D alle “molte persone non hanno tempo per stare mezz’ora all’aperto” non è la miglior azione correttiva.

La situazione critica si risolve assai più facilmente, in modo economico (non servono integratori, nè brevetti nè conseguenti royalties) ed elegante facendo saltar fuori questa mezz’ora…

agnese codignola
agnese codignola
31 Maggio 2022 15:16

Mi limito a dire che la comunità scientifica internazionale ritiene scientificamente scorretta, per non dire assurda, la presa di posizione dell’EU, e lo aveva detto a voce più che alta ai tempi della normativa, che ha di fatto stroncato qualunque tipo di studi, in Europa, mentre in tutto il resto del mondo si cercano soluzioni ai problemi che abbiamo davanti. Non a caso quest’ultima sta cercando precipitosamente di tornare indietro, almeno sull’editing, ora che è pressata dai problemi legati alla guerra e dalle conseguenze del cambiamento climatico.
Un conto è inserire un gene in un genoma che non lo possiede, e quindi creare un OGM (che, peraltro, non è necessariamente l’incarnazione del male assoluto: dipende da cosa si fa e per quali scopi e qual è il risultato), un conto è aiutare la pianta a esprimere o non esprimere geni che già sono nel suo genoma. Le leggi della genetica non le stabiliscono i tribunali.

gianni
gianni
31 Maggio 2022 17:30

A me non sembra intelligente il sistema di fare modifiche e poi vedere cosa succede………….userei ben altri aggettivi per la definizione.
Senza scomodarmi a cercare articoli più datati ne cito uno del 30 maggio 2022
https://gmwatch.org/en/106-news/latest-news/20043-changes-in-single-genes-may-threaten-whole-ecosystems
con studi allegati
https://www.science.org/doi/10.1126/science.abf2232
https://www.testbiotech.org/en/news/changes-single-genes-may-threaten-whole-ecosystems
Sul fatto che le basi della vita siano comuni nel mondo degli esseri viventi sono d’accordo ma il principio che organizza la materia, comunque venga chiamato, attraverso la selezione naturale sistema i mattoni in una certa maniera. Ogni giorno si verificano difformità genetiche che noi impropriamente definiamo “errori”, teorie ragionevoli sul perchè ce ne sono in ogni caso nel tempo sopravvivono le costruzioni migliori per un dato ambiente.
Senza volerci imbrogliare sulle definizioni i genetisti cercano di fare le stesse cose ma molto ( forse troppo ) in fretta e per scopi di umana utilità , poco a che vedere con il sistema mondo nel suo complesso, vecchia storia pelosa difficile da digerire, e quando c’è di mezzo l’ostinazione umana non è dato sapere se una variazione complessivamente debole ma economicamente vantaggiosa verrà sostenuta e tenuta in vita oltre il lecito……………
Se non sono i tribunali chi esattamente dovrebbe decidere?

gianni
gianni
1 Giugno 2022 12:51

Se ancora esiste la possibilità di esprimere obiezioni…..

Nucleosomi, tipi di RNA, trascrizioni, enhancers, gene reporter, esoni e introni, splicing, controllo post-trascrizione, regolazione della stabilità, fissione asintetica, barcoding multicolor e molto altro ancora rintracciabile per esempio nel sito “CRISPeR MANIA”.
Ecco l’esempio di alcuni termini che circolano nell’ambiente e che ci riempiono di orgoglio…..con il nostro sapere risolveremo i problemi del mondo, guerre carestie virus e chissà cosa altro verrà ( è una minaccia reale non una semplice ipotesi ).

Tutto affascinante e rassicurante ma non vi sfiora nemmeno per un istante il dubbio di sbagliare facendo cose di cui non si può valutare l’effetto a lungo termine, pensando che i problemi saranno corretti in tempo, e trascurando che alcuni dei problemi che siamo chiamati a riparare vengano proprio da tentativi dello stesso stampo fatti in precedenza sia pure anch’essi per nobili scopi.

Non agitiamo bandiere nere per guerre/fame/malattie per favore…..studiando la storia e osservando attentamente il presente mi viene da pensare che avesse ragione quel tale filosofo austriaco, che in diverse frasi espone questo pensiero:
“Le possibili domande scientifiche hanno avuto una risposta, ma i nostri problemi vitali non sono ancora neppure stati toccati.” Ludwig Wittgenstein

Capisco che la filosofia è sempre meno quotata ma considerando che le risposte mancanti sono ancora molte rispetto alle domande questa considerazione è enormemente più valida.

Giorgio D.A.
Giorgio D.A.
1 Giugno 2022 15:43

Per quanto mi sia sforzato di trovarla attraverso tutti i motori di ricerca in rete _LA_ Comunità Scientifica Internazionale, parrebbe non esistere.
Ho trovato invece ricercatori che lavorano e campano grazie a finanziamenti di grandi corporation, portatrici di enormi interessi economici che investono in studi, pubblicazioni e divulgatori dei loro interessi commerciali.
Ma si tratta di entità che, fino a prova contraria, si trovano in chiaro conflitto di interesse.
Le leggi fortunatamente, per il momento, non le stabiliscono le corporation ma i parlamenti che rappresentano cittadini, non azionisti.