C’è chi se ne sta accorgendo in tempo reale e chi invece non ci fa caso finché non vede assottigliarsi i propri risparmi. È però impossibile ignorare la questione: i prezzi di molti beni di prima necessità stanno aumentando vertiginosamente. La tensione economica è tale che i due principali operatori del settore lattiero caseario che operano nel nostro paese, Granarolo e Lactalis Italia, hanno messo da parte la competizione e si sono uniti in un appello congiunto, prendendo le mosse da un prodotto simbolo: il latte. Dalla scorsa primavera il prezzo al consumo ha subito un incremento del listino intorno al 25%, raggiungendo così una media di 1,75/1,80 euro al litro e ci sono forti probabilità che si verifichino ulteriori aumenti entro la fine del 2022.
Nel frattempo le due aziende leader sottolineano che hanno assorbito e stanno ancora assorbendo aumenti ben superiori registrati nell’intera filiera in relazione agli aumenti dei costi dall’alimentazione degli animali e del packaging. A incidere più di tutto sono però le spese relative all’energia. Per queste si registra un aumento superiore al 200% nel 2022 rispetto al 2021 e si prevede un ulteriore incremento intorno al 100% nel prossimo anno. Con crescite di questo genere, i produttori denunciano che sarà impossibile continuare a contenere il prezzo del latte ai livelli attuali e ipotizzano di raggiungere e superare i 2 euro al litro. Per non essere costretti a riversare gli aumenti sul consumatore, i due colossi chiedono al Governo di mettere in atto rapidamente un provvedimento transitorio per contenere l’inflazione, che ritengono dovuta principalmente a questioni geopolitiche e a fenomeni speculativi.
Già lo scorso marzo l’associazione del settore Assolatte aveva lanciato un appello al Governo denunciando il rischio di un tracollo dell’intera filiera che non si può fermare, indipendentemente dai costi, visto che gli animali e vanno munti, nutriti e mantenuti nelle medesime condizioni tutti i giorni. Ora si uniscono a Granarolo e Lactalis anche altre associazioni che rappresentano il mondo produttivo alimentare, come Confagricoltura. Al di là dei provvedimenti da mettere in atto per tamponare l’emergenza, però, è importante guardare a questa situazione come a un momento di svolta, in cui ripensare il sistema produttivo e dei consumi alla luce delle necessità dettate dall’agenda della crisi climatica, come evidenzia una recente riflessione di Leo Bertozzi su Teseo News by Clal, che abbiamo ripreso.
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