Un uomo e una donna anziani in cucina con frutta sul bancone

La dieta mediterranea può davvero aiutare a vivere una vecchiaia più sana, se praticata tutti i giorni, perché assicura la selezione di ceppi del microbiota intestinale che proteggono dalle infiammazioni, preservano i processi metabolici e si traducono in uno stato di salute generalmente migliore. Lo si sostiene da tempo, ma ora a certificarlo è un grande studio europeo pubblicato su Gut, che ha coinvolto anche diverse università italiane tra le quali quella di Bologna con Claudio Franceschi, che da anni studia l’invecchiamento, e poi i colleghi di Francia, Paesi Bassi, Russia, Finlandia, Irlanda, Regno Unito e Polonia.

Lo schema è stato relativamente semplice: oltre 600 anziani sani o in condizioni meno ideali ma non gravi (pre-fragilità) sono stati suddivisi in due gruppi. Per un anno, a uno dei due è stata data una dieta controllata, di tipo mediterraneo classico, mentre agli altri è stato chiesto di continuare a nutrirsi come sempre. In tutti sono stati misurati alcuni dei principali marcatori delle infiammazioni prima e dopo l’inizio dello studio e alcuni parametri clinici. Su tutti è stata fatta un’indagine approfondita per verificare la tipologia di  batteri presenti nell’intestino, e per monitorarne i cambiamenti.

Il risultato ha lasciato pochi dubbi. Gli anziani che avevano seguito la dieta mediterranea hanno avuto un miglioramento degli indici dell’infiammazione (come la proteina C reattiva e l’interleuchina 17). Miglioramenti anche delle prestazioni cognitive, della mobilità e di altri parametri dell’invecchiamento, e, contemporaneamente, una modifica della microflora intestinale.

Questo cambiamento si è visto anche nella diversa composizione delle sostanze presenti nell’intestino e provenienti dal metabolismo delle specie batteriche. Si è registrato un aumento degli acidi grassi a catena corta e una diminuzione degli acidi biliari secondari, della CO2, dell’etanolo e dei creosoli, tutti fattori positivi. Inoltre, si è visto come nel tempo i ceppi che esercitano un effetto benigno prevalgono largamente sugli altri, a riprova del fatto che l’abitudine a mangiare molti vegetali freschi, pesce, (poche) carni bianche e cerali integrali, il tutto condito con olio d’oliva, ha effetti duraturi.

Ciò spiega anche perché le popolazioni che hanno da sempre una dieta mediterranea o simile (come per esempio i giapponesi) vivono mediamente più e conferma la validità di questo regime alimentare.

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gianni
gianni
27 Febbraio 2020 11:47

Buonissima notizia perchè afferma ancora una volta che la combinazione degli alimenti è giusta , e la qualità dei prodotti che la compongono è altrettanto fondamentale per i buoni risultati……..
E’ corretta conseguenza che le buone qualità alimentari debbano essere difese strenuamente da malfattori e trafficoni di ogni stampo.

Claudio
Claudio
27 Febbraio 2020 22:26

Sono anni che lo ripetono in molti: dobbiamo mangiare quello che fa bene ai batteri intestinali e la dieta mediterranea è l’esempio lampante.
Maggior butirrato disponibile nel colon, acidi grassi a catena media e corta…. ottimi come substrato per far proliferare i nostri amici microbi.