Antitrust multa Tripadvisor: mezzo milione per l’assenza di procedure di controllo adeguate sulle false recensioni. Il nostro filmato esclusivo mostra un vero giornalista (Stefano Cernetic) che chiede denaro in cambio di recensioni.
Antitrust multa Tripadvisor: mezzo milione per l’assenza di procedure di controllo adeguate sulle false recensioni. Il nostro filmato esclusivo mostra un vero giornalista (Stefano Cernetic) che chiede denaro in cambio di recensioni.
Roberto La Pira 22 Dicembre 2014L’Antitrust ha condannato Tripadvisor a pagare una multa di 500 mila euro per pratiche commerciali scorrette iniziate nel 2011 e tuttora in corso. La segnalazione e la richiesta di intervento è stata portata avanti dall’Unione nazionale consumatori. Le accuse riguardano la “diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni”, e l’adozione di “strumenti e procedure di controllo inadeguati a contrastare il fenomeno delle false recensioni”.
L’altra accusa grave è di pubblicizzare il sito “enfatizzando il carattere autentico e genuino delle recensioni, inducendo così i consumatori a ritenere che le informazioni siano sempre attendibili in quanto espressione di reali esperienze turistiche”.
Entro 90 giorni Tripadvisor dovrà comunicare all’Antitrust quali iniziative intende assumere per non continuate a diffondere recensioni scorrette.
Un contributo a questa importante decisione deriva anche dall’invio all’Antritrust dell’unico filmato esistente girato nel mese di ottobre del 2013 e pubblicato in esclusiva da Il Fatto Alimentare un anno fa, che mostra un giornalista professionista enogastronomico Stefano Cernetic, mentre chiede al gestore dell’Osteria del Leone di Bagno Vignoni (Siena) denaro in cambio di una recensione su Tripadvisor. Si tratta di un documento eccezionale che dimostra l’esistenza di personaggi che redigono a pagamento finte recensioni.
Stefano Cernetic, si presenta come inviato di TripAdvisor e, mostrando il tesserino dei giornalisti e una tessera dello stesso TripAdvisor (!), promette una recensione positiva per 50 euro e propone di realizzare un video girato da una troup della RAI (!) per soli 200 euro. Incredibile ma vero! direbbe qualcuno. TripAdvisor è stata informata, e si è dichiarata estranea ai fatti. Sul sito raccontiamo anche questo epilogo (leggi articolo completo).
Aggiornamento:
Il Tar del Lazio ha annullato la multa di 500 mila euro e ribaltato le sorti di TripAdvisor. Secondo il giudice, infatti, TripAdvisor non ha mai affermato di garantire l’assoluta correttezza e veridicità delle recensioni, pur dotandosi di ottimi strumenti di verifica antifrode. I disclaimer presenti sul sito sono una prova della presa di distanza di TripAdvisor in caso di recensioni poco reali. Infine l’utente medio che consulta TripAdvisor confronta più recensioni, evitando quelle troppo estreme, e ha dimestichezza nell’utilizzo del materiale in rete.
È possibile che l’Autorità decida di fare ricorso: per saperlo dovremo aspettare i prossimi aggiornamenti.
Sara Rossi
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Nel video si vede uno che, con documenti autentici o contraffatti (non cambia molto, chi diavolo di noi è in grado di riconoscere un documento autentico da uno tarocco?) tenta una truffa ai danni di un esercente.
Ma Tripadvisor in che modo sarebbe coinvolta, se non come parte lesa per essere stata citata abusivamente?
Ovvero, se domani mi stampo un tesserino farlocco de “Il Fatto Alimentare” e vado a truffare un macellaio voi siete complici?
Mauro
Il giornalista è vero e il tesserino dell’ordine dei giornalisti pure. Se domani un giornalista stampa un tesserino de Il Fatto Alimentare a nostra insaputa e va in giro spacciandosi per nostro inviato a truffare le persone e noi lo veniamo a sapere prendiamo i dovuti provvedimenti amministrativi e giudiziari . Tripadvisor è stata informata ufficialmente da noi e dal ristorante, ma non ha preso nessuna posizione contro il giornalista.
Per rispondere al sig. La Pira, che evidentemente non ha mai fatto causa a nessuno in vita sua, a me ne hanno intentata una contro nel 1999 (!!!) e non se ne vede ancora la fine. Ma secondo Lei, ma cosa vuol dire “prendere i dovuti provvedimenti amministrativi e giudiziari”, se una persona o un’azienda non hanno un danno economico diretto (o di immagine, ma non per un buffone) evitano di fare delle cause che probabilmente non portano a nulla.
Da giornalista pubblicista mi piacerebbe sapere cosa ne pensa l’Ordine dei Giornalisti
Buongiorno, recensisco più o meno regolarmente su tripadvisor come turista e libero cittadino. Non ho mai chiesto nè ricevuto in cambio niente. Tripadvisor fornisce regolarmente dei report sulle recensioni che una persona effettua e niente altro. In più i recensiti possono controbattere a ciascuna recensione con le loro osservazioni.
Se una persona, come il giornalista in questione, chiede soldi per una recensione su un sito pubblico come tripadvisor potremmo anche pensare che il gestore del sito ne possa essere all’oscuro o no? Ci sarà voglio sperare una istruttoria “seria” da parte dell’antitrust per arrivare a somministrare una multa da 500 mila euro oppure si mette alla gogna in questo caso una società e la sua attendibilità per niente?
Questo a discapito di tutti quei recensori come me che fanno recensioni, sì personali, ma completamente realistiche e con la massima obbiettività cercando sempre di portare le altre persone a valutare correttamente i siti. Io e la mia famiglia ci basiamo molto su Tripadvisor ed abbiamo imparato anche a valutare e soppesare le recensioni prima di scegliere un posto: sicuramente se una persona valuta prima si rende conto delle attendibilità dei giudizi.
nonostante tutto resta un buon servizio. io sono anni che come utente privato, faccio recensioni su trip e sono sempre state apprezzate. non ho mai dichiarato il falso ma ho sempre e solo riportato le mie impressioni. continuerò ad affidarmi a trip anche perchè quando si leggono le recensioni bisogna sempre fare una media e comunque quelle che sono solo positive o solo negative vanno prese sempre con le pinzette anche alla cucina di cracco capitano i piatti no, magari raramente ma capitano….
Mi associo in pieno alle osservazione fatte dai tanti recensori(onesti)abituali di Trip Advisor;anch’io,da anni ormai, spendo un poco del mio tempo libero per scrivere delle recensioni che siano quanto più possibile obiettive e veritiere, con il solo ed unico intento di rendermi utile a chi, come me e la mia famiglia, ama viaggiare per il mondo. Sta anche alla capacità di spirito critico di chi legge saper filtrare(non è affatto difficile)quelle recensioni che palesemente appaiono eccessivamente positive o al contrario negative (a volte pervase da toni astiosi un pò sospetti); questo può avvenire per i motivi più disparati (talvolta non del tutto leciti).
Se vogliamo, la stessa cosa si può dire anche di Guide di Viaggio molto valide, come ad esempio Lonely Planet (che utilizzo da moltissimi anni) per le quali pure occorre saper interpretare molte valutazioni con spirito critico, contestualizzando le recensioni al paese in cui si viaggia, alla mentalità ed alla visione delle cose (assai spesso molto anglosassone) dei recensori e così via.
Anche io sono un recensore di Trip Advisor, non molto assiduo in verità. Mi associo alle osservazioni già descritte da quelli onesti e disinteressati che collaborano con le loro recensioni al fine di rendere un servizio pubblico.
Dissento da quanto deciso dall’Antitrust in quanto Trip non ha la possibilità di valutare se la recensione è giusta o scorretta.
Ritengo invece che gli esercenti valutati negativamente,”nun ce vonno stà” ad una pubblicità negativa e si rivolgano, appunto, all’Antitrust per vendicarsi con Trip.
Se ne facciano una ragione e migliorino il servizio.
Può darsi pure che si tratti di lotte fra esercenti al fine di denigrare o esaltare il concorrente, ma chi sa leggere capisce subito cosa legge e, comunque, Trip non c’entra nulla.
Poi se ci sono altre beghe nella gestione del sito non risulta evidente e non è dato sapere.