Dopo la pubblicazione dell’articolo sul maxi sequestro di anabolizzanti, abbiamo ricevuto questa lettera dalla Confederazione Produttori Agricoli che riprendiamo volentieri.
Per contro Assocarni nella persona del suo direttore François Tomei che aveva ventilato l’ipotesi di una risposta, non ha inviato alcun messaggio. Purtroppo continua il silenzio assordante per questa vicenda da parte delle grandi associazioni e di molti addetti ai lavori che fanno finta di non conoscere il problema.
Apprezziamo l’attenzione con cui Il Fatto Alimentare segue “nella buona e nella cattiva sorte” l’agricoltura ed in generale il sistema alimentare. A maggior ragione mi preme fare una precisazione in merito ad un passaggio di un suo articolo pubblicato il 12 giugno scorso, passaggio anticipato nel senso della parte finale del titolo: “Maxi sequestro di anabolizzanti per bovini e maiali da parte del Corpo Forestale dello Stato. Silenzio assordante delle associazioni di categoria”.
L’articolo richiama appunto l’operazione con la quale il Corpo Forestale dello Stato ha scoperto un traffico di farmaci veterinari utilizzati per aumentare illecitamente il peso delle carni bovine e suine e incrementare la velocità di sviluppo degli animali. Il passaggio del suo articolo è quello in cui afferma che “le associazioni di categoria non hanno preso posizione e non hanno diramato comunicati”.
In qualità di presidente della Confederazione Produttori Agricoli (COPAGRI), appena appresa la notizia, ho diffuso a mezzo stampa una dichiarazione nella quale ho stigmatizzato l’operato di quella che si è configurata come una vera e propria associazione a delinquere, chiedendo pene ferme e certe.
La COPAGRI non manca mai di contribuire attivamente, anche con la propria voce, alla lotta contro ogni sorta di contraffazione nel settore alimentare, sia che rappresenti rischi per i consumatori, sia che “si fermi” al danno economico per le aziende agricole.
Tanto era dovuto per correttezza di informazione, auspicando per il futuro un’eco sufficiente a raggiungere anche la redazione de Il Fatto Alimentare e certo della vostra attenzione.
Franco Verrascina presidente della Confederazione Produttori Agricoli (COPAGRI)
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Per ruolo istituzionale primario, tutte le associazioni di categoria sono tenute a vigilare sul comportamento corretto degli associati, per impedire che truffe di ogni genere danneggino tutta la categoria.
Ora se alcune di queste, non fanno PREVENZIONE e DENUNCE, ma si accontentano di prendere solo un poco di distanza, solo quando qualcuno di loro viene preso ad imbrogliare dalle istituzioni vigilanti, qualche connivenza ci dovrà pur essere.
Onore al merito di chi si comporta in modo esemplare, ma occorre prendere provvedimenti su chi oltre a non vigilare preventivamente, rimane inerte difronte a tali eventi.
Basterebbe togliere tutti gli aiuti e sovvenzioni a chi non si dimostra capace di coltivare, allevare e trasformare in modo corretto gli alimenti, agli operatori poco trasparenti ed alle associazioni di categoria per mancata vigilanza.
Mentre per quelli coinvolti direttamente, il divieto assoluto di operare nel settore alimentare.
Mangiate cibo vegan, ed avete risolto tutti i problemi (di salute, ambiente, di massacro degli animali)