Altroconsumo boccia l’intera produzione industriale di panettoni. Un test comparativo pubblicato sul numero di dicembre, ritiene insufficiente la qualità sensoriale del dolce di Natale firmato da: Bauli, Bistefani, Balocco, Battistero, Paluani, Maina, Motta e Melegatti. L’unico giudizio positivo ma non entusiasmante è attribuito a Tre Marie. Secondo la rivista il gusto dei panettoni non è quello tipico dei dolci a pasta acida lievitata. I difetti dipendono dall’eccessiva cottura che rende la parte esterna amara, dal fondo che risulta bruciato e dalla scarsa qualità dell’uvetta risultata spesso eccessivamente acida. Quando si assaggiano i panettoni in alcuni casi l’impasto risulta gommoso e difficile da masticare e la lievitazione fatta troppo in fretta penalizza la fragranza e la morbidezza. Alla fine l’esito per il dolce nazionale, ritenuto il fiore all’occhiello dell’industria dolciaria italiana è disastroso.
Questa bocciatura risulta stonata perché le analisi di laboratorio condotte da Altroconsumo confermano per tutti i campioni il rispetto delle norme di legge e l’uso di ingredienti di pregio. Anzi nella maggior parte dei casi la quantità di burro, uova e uvette risulta superiore rispetto ai minimi previsti dalla legge.
Il punto debole di questo test è forse la giuria composta da pasticceri che hanno assegnato giudizi troppo severi. Se i difetti esistono vanno evidenziati, ma bocciare l’intera produzione italiana ha poco senso, è un pò come bocciare gli allievi di una classe perché non meritano otto in tutte le materie. Forse la taratura dei giudizi e il sistema di votazione va affinato meglio e discusso prima con un panel di esperti.
L’anno scorso il settimanale Il salvagente ha fatto un analogo test di degustazione promuovendo a pieni voti sei marche e bocciandone solo due. Cosa è cambiato in un anno?
C’è qualche cosa che non convince nel test di Altroconsumo, forse è la giuria che andrebbe selezionata in modo diverso o forse sono i criteri da rivedere.
Roberto La Pira
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