L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) invitano a non mangiare germogli crudi, e di non consumare anche quelli coltivati in proprio per uso personale. La raccomandazione si basa sull’ipotesi che i germogli di fieno greco possano essere ancora in commercio o in qualche cucina. Stiamo parlando dei semi  importati dall’Egitto contaminati da Escherichia coli O104:H4  che hanno causato oltre 50 morti in Europa negli ultimi due mesi.

E’ vero che i focolai in Germania e Francia sono in via di risoluzione, ma l’allerta resta valido, perché alcuni lotti di semi contaminati possono essere stati venduti tempo fa nei negozi al dettaglio e adesso potrebbero essere nelle cucine pronti per essere fatti germogliare in casa. Dalle prime indagini sulla tracciabilità dei semi di fieno greco, risulta che le partite  responsabili dell’epidemia in Germania e in Francia siano  lotti del  2009 e del 2010.

In questo periodo i lotti sotto accusa sono stati venduti a aziende agricole per la semina, a imprese commerciali che li hanno rivenduti come tali o confezionati insieme a altri semi. L’Efsa non esclude  la possibilità di una contaminazione crociata nella fase di riconfezionamento, e invita a non consumare qualsiasi tipo di germogli crudi.

L’Escherichia coli O104 H:4 è un batterio molto virulento anche a basse concentrazioni, e il rischio di utilizzare in casa una miscela di semi contaminati è comunque reale. Per questo motivo le autorità non escludono nei prossimi giorni casi isolati di persone colpite da dissenteria emorragica. Il consiglio non arriva inaspettato visto che tre settimane fa le agenzie per la sicurezza alimentare inglese, irlandese, francese e tedesca avevano diffuso questo consiglio ai consumatori.

Per rendersi conto di quanto sia  pericoloso mangiare germogli crudi, vale la pena ricordare che proprio in questi giorni la Fda in America ha lanciato un’allerta per una partita di germogli crudi contaminati da Salmonella.

Forse i germogli cotti  hanno un gusto  migliore rispetto a quelli crudi, ma in questo caso non conviene  proprio rischiare.

Aggiornamento 5 giugno 2011

Un comunicato dell’Efsa datato 5 giugno 2011  ribadisce i concetti e i consigli che abbiamo esposto in questo articolo. Nella dichiarazione si dice che La task force dell’EFSA istituita per coordinare le indagini per rintracciare la possibile fonte dei focolai francesi e tedeschi di E. coli O104: H4 ha concluso che un lotto di semi di fieno greco importato dall’Egitto e usato per produrre germogli è il collegamento più probabile tra i due focolai. E’ possibile che altri lotti di  semi di fieno greco importati dall’Egitto nel periodo 2009-2011 possono essere implicati. Sulla base di questi risultati, l’EFSA raccomanda alla Commissione europea di fare ogni sforzo per  rintracciare tutti gli eventuali lotti ancora in cicrolazione. Per questi motivi l’Autorità per la sicurezza aliementare europea invita  i consumatori a non coltivare semi per il proprio consumo e di non mangiare germogli o semi germinati crudi”.

Secondo gli ultimi resoconti in Germania i casi sono in rapida diminuzione, mentre in Francia il focolaio sembra circoscritto . Dall’inizio di questa contaminazione causata da Escherichia coloi O104 H:4  ci sono stati un gran numero di pazienti con diarrea emorragica causata da STEC e una percentuale insolitamente alta che ha sviluppato la sindrome emolitica uremica (SEU). Ad oggi l’epidemia ha causato  48 morti in Germania e uno in Svezia. Il numero totale dei casi segnalati nella UE, la Norvegia e la Svizzera dei pazienti  colpiti  è 4.178.

Roberto La Pira

Foto:Photos.com

 

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