Escherichia coli: non mangiate germogli crudi il pericolo non è superato. L’Autorità per la sicurezza alimentare europea e l’Ecdc lanciano un appello ai cittadini
Escherichia coli: non mangiate germogli crudi il pericolo non è superato. L’Autorità per la sicurezza alimentare europea e l’Ecdc lanciano un appello ai cittadini
Agata Deppieri 4 Luglio 2011L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) invitano a non mangiare germogli crudi, e di non consumare anche quelli coltivati in proprio per uso personale. La raccomandazione si basa sull’ipotesi che i germogli di fieno greco possano essere ancora in commercio o in qualche cucina. Stiamo parlando dei semi importati dall’Egitto contaminati da Escherichia coli O104:H4 che hanno causato oltre 50 morti in Europa negli ultimi due mesi.
E’ vero che i focolai in Germania e Francia sono in via di risoluzione, ma l’allerta resta valido, perché alcuni lotti di semi contaminati possono essere stati venduti tempo fa nei negozi al dettaglio e adesso potrebbero essere nelle cucine pronti per essere fatti germogliare in casa. Dalle prime indagini sulla tracciabilità dei semi di fieno greco, risulta che le partite responsabili dell’epidemia in Germania e in Francia siano lotti del 2009 e del 2010.
In questo periodo i lotti sotto accusa sono stati venduti a aziende agricole per la semina, a imprese commerciali che li hanno rivenduti come tali o confezionati insieme a altri semi. L’Efsa non esclude la possibilità di una contaminazione crociata nella fase di riconfezionamento, e invita a non consumare qualsiasi tipo di germogli crudi.
L’Escherichia coli O104 H:4 è un batterio molto virulento anche a basse concentrazioni, e il rischio di utilizzare in casa una miscela di semi contaminati è comunque reale. Per questo motivo le autorità non escludono nei prossimi giorni casi isolati di persone colpite da dissenteria emorragica. Il consiglio non arriva inaspettato visto che tre settimane fa le agenzie per la sicurezza alimentare inglese, irlandese, francese e tedesca avevano diffuso questo consiglio ai consumatori.
Per rendersi conto di quanto sia pericoloso mangiare germogli crudi, vale la pena ricordare che proprio in questi giorni la Fda in America ha lanciato un’allerta per una partita di germogli crudi contaminati da Salmonella.
Forse i germogli cotti hanno un gusto migliore rispetto a quelli crudi, ma in questo caso non conviene proprio rischiare.
Aggiornamento 5 giugno 2011
Un comunicato dell’Efsa datato 5 giugno 2011 ribadisce i concetti e i consigli che abbiamo esposto in questo articolo. Nella dichiarazione si dice che “La task force dell’EFSA istituita per coordinare le indagini per rintracciare la possibile fonte dei focolai francesi e tedeschi di E. coli O104: H4 ha concluso che un lotto di semi di fieno greco importato dall’Egitto e usato per produrre germogli è il collegamento più probabile tra i due focolai. E’ possibile che altri lotti di semi di fieno greco importati dall’Egitto nel periodo 2009-2011 possono essere implicati. Sulla base di questi risultati, l’EFSA raccomanda alla Commissione europea di fare ogni sforzo per rintracciare tutti gli eventuali lotti ancora in cicrolazione. Per questi motivi l’Autorità per la sicurezza aliementare europea invita i consumatori a non coltivare semi per il proprio consumo e di non mangiare germogli o semi germinati crudi”.
Secondo gli ultimi resoconti in Germania i casi sono in rapida diminuzione, mentre in Francia il focolaio sembra circoscritto . Dall’inizio di questa contaminazione causata da Escherichia coloi O104 H:4 ci sono stati un gran numero di pazienti con diarrea emorragica causata da STEC e una percentuale insolitamente alta che ha sviluppato la sindrome emolitica uremica (SEU). Ad oggi l’epidemia ha causato 48 morti in Germania e uno in Svezia. Il numero totale dei casi segnalati nella UE, la Norvegia e la Svizzera dei pazienti colpiti è 4.178.
Roberto La Pira
Foto:Photos.com
Vuoi sapere come funziona il sistema di allerta europeo? Scarica gratuitamente il nostro dossier “Che cosa c’è nel piatto: il vetro, il topo, l’insetto. Verità e leggende sul cibo metropolitano”.
Il dossier spiega come funziona il sistema di allerta e di sicurezza in Italia e in Europa, racconta le bufale divulgate in rete e sui giornali (latte pastorizzato 5 volte, hamburger che non ammuffiscono mai, la favola dell’invasione del pomodoro cinesi, il pesce Pangasio inquinato), focalizza l’attenzione sulle false notizie pubblicate dai media (cancellata la legge sui cibi adulterati, etichetta di origine obbligatoria….) e sulle furberie inventate da alcuni produttori per fare business.
Un capitolo è dedicato agli spot e ai messaggi pubblicitari ingannevoli firmati da grandi aziende come: Lazzaroni, Coca-Cola, Kilocal, Danacol … censurati dall’Antitrust e dal Giurì. Si tratta di sentenze che i giornali di solito non pubblicano per motivi di opportunità.
Che cosa c’è nel piatto è interattivo: molti paragrafi sono linkati a pagine del sito e i lettori possono raccontare le loro storie. Per farlo basta cliccare una delle tante postazioni indicate nelle pagine, scrivere il testo e spedire direttamente la mail.