Il Sistema di allerta rapido europeo (Rasff) ha invitato l’Italia e altri 24 paesi a ritirare dal commercio le partite di germogli e di semi di fieno greco. Il sospetto è che possano essere contaminate da Escherichia coli O 104: H4 il batterio che nei mesi di maggio e giugno ha causato 53 morti e 4000 persone colpite da disseteria emorragica.
Il provedimento è stato deciso dopo un’analisi condotta dalle autorità sanitarie tedesche che hanno ricostruito il percorso. I semi facevano parte di un lotto di 15.000 kg partito dall’Egitto via nave, sbarcato ad Anversa e recapitato a un società in Germania.
Qui la partita è stata distribuita a imprese locali e spedita in Spagna, Austria e Inghilterra. Un grosso lotto è stato acquistato da un’impresa che lo ha suddiviso in piccole partite vendute poi a aziende localizzate in 16 paesi europei. Alla luce di questa ricostruzione il 15 luglio 2011 il Rasff ha esteso l’allerta sui semi di fieno greco praticamente a tutta l’Europa compreso l’Italia.
Come era stato preannunciato due settimane fa in un rapporto dell’Autorità per la sicurezza alimentare europea, la vicenda dell’Escherichia coli non si può ritenere conclusa.
Sulla base di quest’allerta l’assessorato provinciale alla sanità dell’Alto Adige ha ritirato dal commercio due lotti di germogli e semi sospetti, denominati ”Sperli – Keimsprossen-Saaten Bockshornklee” (Germogli e semi di fieno greco) 30g e ”Sperli -Asia-Mischungen” (Miscele – Asia) 30g (vedi foto). Le autorità sanitarie dell’Alto Adige invitano le persone che hanno acquistato questi prodotti a partire dal mese di febbraio 2011 a non consumarli.
La situazione in Italia
Secondo un rapporto diffuso una settimana fa dal ministero della Salute in Italia non sono stati segnalati casi di sindrome emolitico uremica da E. coli O104:H4 riconducibili al focolaio epidemico tedesco.
Roberto La Pira
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