È di nuovo allerta epatite A per i frutti di bosco surgelati. Ritirato un prodotto in Italia ma nessuna informazione arriva dal Ministero
È di nuovo allerta epatite A per i frutti di bosco surgelati. Ritirato un prodotto in Italia ma nessuna informazione arriva dal Ministero
Roberto La Pira 27 Giugno 2013Secondo quanto riportato sul sito La voce della Russia in lingua italiano “la Romania è sospettata di avere esportato in Italia bacche di frutti di bosco contenenti il virus dell’epatite A”. La questione è abbastanza seria perchè come è accaduto qualche settimana fa con le partite di frutti di bosco surgelati, ritirati dal mercato perchè contaminati dal virus dell’epatite, anche in questo caso si tratterebbe di prodotti surgelati che spesso vengono utilizzati crudi su dolci e altri prodotti alimentari e quindi con un rischio elevato per i consumatori.
In Italia nessun organo di informazione ha riportato la notizia, anche se il Ministero della salute il 24 giugno ha inviato un’allerta (numero di registro 2013.0880) al Sistema di allerta europeo (Rasff), senza però informare i cittadini italiani.
L’avviso inviato al Sistema di allerta alimentare europeo cita come origine della materia prima: Serbia, Ucraina, Italia, Bulgaria, Polonia e Canada e come diffusione l’Italia. La scheda non riporta il nome della Romania ma il problema per i consumatori che hanno acquistato confezioni di frutti di bosco surgelati si pone lo stesso.
Va ricordato che la vicenda dei frutti di bosco trova origine dal monitoraggio dei casi di epatite A registrati in Trentino, dove ci sono stati 27 contagiati nei primi 5 mesi del 2013, con un aumento significativo rispetto alle poche infezioni che si registrano normalmente nella regione. In seguito a questi episodi un mese fa sono stati ritirati dal mercato almeno tre lotti di frutti di bosco surgelati. Per questo nuovo ritiro non si hanno notizie e il Ministero da noi interpellato non ha fornito particolari. È strano dovere ricevere notizie che interessano migliaia di cittadini dalla Russia e da un amico francese e non avere la possibilità di chiarire il problema con le autorità sanitarie italiane.
Roberto La Pira
Foto: Photos.com
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Sono dello stesso vostro parere. Spero davvero che presto verrà data qualche informazione maggiormente esaustiva da parte delle autorità sia per i consumatori, ma soprattutto per le aziende che utilizzano tali materie prime.
Ringrazio davvero la redazione per il lavoro che svolge!
Paola
Forse mi sono distratto io, ma non sono riuscito ancora a capire COME finisca il virus dell’epatite sui frutti di bosco…
Dal momento che è un virus tipicamente presente nelle feci e “si trasmette quasi esclusivamente per via oro-fecale, generalmente mediante l’ingestione di acqua o cibo contaminato” (vedi Wikipedia) come è possibile che i frutti di bosco ne possano essere portatori?
Acque irrigue inquinate? Reflui domestici?
So che per alcuni frutti da industria (mirtillo rosso) i terreni vengono allagati per poi far confluire le acque con i frutti agli impianti di lavorazine… Può avvenire in questa fase? Spero che qualcuno possa dare qualche chiarimento. Grazie