Allerta su un batterio Ogm resistente agli antibiotici nei mangimi. È usato per produrre un additivo vietato in Ue, ma ancora in circolazione
Allerta su un batterio Ogm resistente agli antibiotici nei mangimi. È usato per produrre un additivo vietato in Ue, ma ancora in circolazione
Beniamino Bonardi 6 Dicembre 2018L’Unione europea ha disposto il ritiro dal mercato di una vitamina B (riboflavina) per mangimi animali, perché prodotta da batteri geneticamente modificati resistenti agli antibiotici usati nella pratica clinica e veterinaria, la cui nocività per animali, esseri umani e ambiente non può essere esclusa. Tuttavia, tonnellate di questo additivo sono ancora in circolazione. Infatti, il quotidiano francese Le Monde ha potuto visionare un documento di sintesi dell’autorità di controllo olandese, datato 14 novembre, da cui risulta che otto tonnellate di questo additivo sono state distribuite in tre Paesi – Italia, Paesi Bassi e Polonia – e sono ancora in circolazione anche in Germania, Norvegia, Russia, Finlandia, Islanda e Francia. L’additivo sotto accusa proviene dalla società cinese Shandong ed è stato venduto in Europa tramite la società olandese Trouw Nutrition, di proprietà del gruppo Nutreco, leader mondiale nei mangimi per animali, e dalle sue filiali.
“Con otto tonnellate di vitamine, si possono fare alcune centinaia di tonnellate di premiscele che verranno incorporate in centinaia di migliaia di tonnellate di cibo che saranno consumate da centinaia di migliaia, se non milioni di animali”, ha detto a Le Monde uno specialista in sicurezza alimentare a condizione dell’anonimato. Un portavoce della Commissione europea ha detto all’agenzia AFP che è stato attivato il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff).
La richiesta di autorizzazione della riboflavina con un grado di purezza minimo dell’80%, prodotta dal ceppo geneticamente modificato Bacillus subtilis KCCM-10445, come additivo nutrizionale per mangimi destinato a tutte le specie animali, era stata avanzata alla Commissione Ue nel 2010 da un produttore cinese. Nel dicembre 2013, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) aveva concluso che né il ceppo produttore né il suo DNA ricombinante (rDNA) erano stati rilevati nel prodotto finale, tenendo conto delle informazioni fornite dal richiedente, e che di conseguenza il prodotto finale non destava alcuna preoccupazione per la sicurezza in relazione alla modificazione genetica del ceppo produttore. Secondo l’Efsa, l’additivo non aveva un’incidenza negativa sulla salute degli animali, sulla salute umana o sull’ambiente.
Tuttavia, nell’ambito di un controllo ufficiale effettuato con un differente metodo di analisi da un laboratorio ufficiale tedesco, era stata invece rilevata la presenza, in alcuni campioni di riferimento dell’additivo, la presenza di cellule vitali e di rDNA del ceppo produttore. A quel punto è nata una disputa con il produttore sui campioni da sottoporre a ulteriore analisi e nell’agosto 2016 la Commissione Ue ha chiesto all’Efsa un nuovo parere sulla sicurezza di questo additivo per mangimi.
Lo scorso marzo l’Efsa ha emesso il nuovo parere, rilevando che “dai nuovi dati forniti dal laboratorio nazionale competente per i controlli ufficiali risulta che i campioni di riferimento dell’additivo contengono cellule vitali e/o rDNA del ceppo produttore. Il ceppo produttore Bacillus subtilis KCCM-10445 è portatore di quattro geni di resistenza antimicrobica, tre dei quali introdotti da modificazioni genetiche. L’Autorità ha pertanto concluso che l’additivo presenta un rischio per le specie bersaglio, i consumatori, gli utilizzatori e l’ambiente a causa della potenziale diffusione di cellule vitali e DNA di un ceppo geneticamente modificato, portatore di geni che codificano la resistenza ad antimicrobici di importanza umana e veterinaria”. Quindi, secondo l’Efsa, non si può escludere che questo additivo per mangimi abbia conseguenze negative sulla salute degli animali, su quella umana o sull’ambiente.
A questo punto, il 19 settembre la Commissione Ue ha disposto il ritiro dal mercato di questo additivo per mangimi, stabilendo che le scorte dell’additivo dovessero essere ritirate entro il 10 novembre, quelle delle premiscele che lo contengono entro il 10 gennaio 2019 e i mangimi entro il 10 aprile 2019. Tuttavia, pur essendo scaduto il termine del 10 novembre, almeno otto tonnellate di questo additivo, secondo i documenti visionati da Le Monde, sono ancora in circolazione.
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Vuoi vedere che l’antibiotico-resistenza è anche opera della ricerca genetica applicata e non solo conseguente ai trattamenti farmacologici negli allevamenti?
Quando la mano destra non sa cosa fa la sinistra ed entrambe sono scollegate dal cervello, fanno sicuramente dei danni.
Come caspita si fa a sostenere che l’additivo in questione, ottenuto con la modificazione genetica del ceppo produttore non destava alcuna preoccupazione per la sicurezza perché il ceppo produttore e il suo DNA ricombinante (rDNA) non erano stati rilevati – in quel campione – del prodotto finale?
Possibile che non sia ancora chiaro che l’utilizzo di tale sostanze era ed è pericoloso?
Se la Natura voleva modificare una sostanza per renderla resistente ad altre e quindi pericolosa per l’ecosistema l’avrebbe già fatto…